Dallo stadio Olimpico di Roma, teatro di grandi notti europee, va in scena la prima di ritorno dell’Europa League tra Lazio e Panathinaikos. I biancocelesti per la fuga solitaria in testa al girone, i greci per rimanere attaccati con le unghie e con i denti a una speranza di qualificazione. Petkovic cambia dieci undicesimi della formazione schierata l’ultima di campionato a Catania. Su tutti, fuori i pezzi da novanta Hernanes-Candreva-Klose, spazio alle seconde linee Floccari-Zarate-Kozak. Questo non significa che i biancocelesti non siano comunque i favoriti nel match contro i greci, ma certo è che l’importanza attribuita alle partite di coppa dai nostri club (esclusi i due impegnati in Champions) è decisamente modesta. Non stupiamoci poi che l’Italia continui a perdere posizioni nella classifica dei campionati UEFA. Il primo tempo si chiude sul punteggio di 2-0 per i padroni di casa. Non si vedono molte occasioni da una parte e dall’altra, ma la Lazio è cinica e trasforma con un Kozak in condizione di forma strepitosa le uniche due palle gol create nella prima frazione, una e mezza se si considera che il secondo gol nasce da un disimpegno sbagliato della difesa greca. Dal canto suo, il Panathinaikos non fa nulla in più, anzi non conclude nemmeno in un’occasione verso la porta. Unica palla gol potenziale un cross dalla sinistra per Tochè che viene chiuso al limite dell’area piccola da un recupero provvidenziale di Radu, che salva il risultato quando il punteggio era ancora fermo sullo 0-0. Per il resto, una serie di brutti interventi da parte dei greci, soprattutto una gamba tesa assassina di Seitaridis su Kozak, che apre con i tacchetti la fronte dell’attaccante ceco, senza riuscire a impedirgli però di rientrare con una vistosa fasciatura alla testa e segnare il secondo gol.
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