Se pensavate che il rischio di contrarre la peste fosse morto e sepolto vi sbagliavate. Basta vedere quanto accaduto ad un bambino americano dell’Idaho, le cui generalità non sono state diffuse, ammalatosi il mese scorso di peste bubbonica. A confermare la diagnosi sono stati i risultati di laboratorio, come ha chiarito Christine Myron, portavoce del Dipartimento Sanitario del Distretto Centrale a The Indipendent, dichiarando inoltre che il bambino sta meglio, è tornato a casa e adesso è in via di ripresa grazie all’azione degli antibiotici. Ma il punto, adesso, è cercare di capire dove il piccolo abbia contratto il virus, se a Elmore – la contea in cui vive – oppure nel corso di un viaggio in Oregon. Una delle ipotesi è che il bambino abbia contratto la peste venendo a contatto con gli scoiattoli che vivono nei boschi vicino casa, gli stessi in cui sono stati riscontrati alcuni casi di peste. (agg. di Dario D’Angelo)
COME EVITARE IL CONTAGIO
Il CDC, il Centers for Disease Control and Prevention, autorità americana per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha diramato una serie di consigli per evitare di contrarre la peste bubbonica, dopo il caso del bambino dell’Idaho. Come scrive il Washington Post, ci sono alcune regole da seguire, a cominciare dal toccare roditori, scoiattoli o topi, solamente con guanti, di modo da evitare il contatto diretto con la pelle. Se si pensa di essere stati esposti alle pulci, è sempre buona norma utilizzare del repellente, di modo da diminuire i rischi legati ad un possibile contagio. E’ inoltre fondamentale fare in modo che le stesse pulci non compaiano sugli animali, e di conseguenza, bisogna trattarli con le vaccinazioni e i prodotti specifici. Evitare di dormire assieme a cani e gatti, che potrebbero a loro volta essere portatori di pulci. Infine, ridurre l’area dell’habitat dei roditori che si trovano in prossimità di case, luoghi di lavoro o aree ricreative come parchi giochi, giardinetti ecc ecc. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BAMBINO FORSE MORSO DA SCOIATTOLO
E’ stato forse morso da uno scoiattolo o da un roditore, il bambino che si è ammalato di peste bubbonica in questi giorni presso lo stato dell’Idaho, Stati Uniti. Come sottolineato dall’agenzia AdnKronos, nella zona dove vive il piccolo americano sono state riscontrati dei casi di peste bubbonica negli scoiattoli nel 2015 e nel 2016, e non è da escludere che la malattia possa essersi nuovamente fatta viva proprio in queste settimane. Del resto la peste è un virus che si contrae venendo a contatto con i topi o comunque con i roditori. La famosa peste nera che a metà del 1300 causò milioni di morti in tutto il mondo, ebbe origine proprio dai noti roditori trasportati dalle barche che vagavano per il mondo. A causare la peste bubbonica è il batterio Yersinia Pestis, che si trova sulle pulci parassite, e che si trasmette attraverso una puntura o un morso. Di solito il periodo di incubazione dura fra i 2 e i 12 giorni, e provoca bubboni, febbre, mal di testa, brividi e debolezza. In questa forma non è comunque trasmissibile ad altre persone. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BIMBO AMMALATO DI PESTE BUBBONICA NEGLI USA
Torna la peste bubbonica. Dopo 27 anni si è registrato un nuovo caso, precisamente negli Stati Uniti, nell’Idaho. Come riportato dal The Independent, un bambino si sarebbe ammalato lo scorso mese di un virus “misterioso”, e i risultati sarebbero giunti in laboratorio solo questa settimana, svelando la clamorosa diagnosi: si tratta della peste bubbonica, detta anche nei tempi addietro morte nera. Fortunatamente il bambino è sopravvissuto, e come ha svelato la portavoce del Dipartimento Sanitario del Distretto Centrale, Christine Myron, sta meglio ed è tornato a casa dove verrà curato con una terapia di antibiotici. Il problema principale resta capire dove lo stesso bimbo abbia contratto questo virus, ed è questo l’aspetto su cui le autorità stanno cercando di fare chiarezza.
L’ULTIMO CASO SI ERA VERIFICATO NEL 1991
Il bimbo vive nella contea di Elmore, dove la peste sarebbe stata riscontrata negli scoiattoli, ma recentemente ha fatto un viaggio in Oregon. Potrebbero però essere stati proprio gli scoiattoli a contagiare il piccolo cittadino statunitense, e a riguardo l’esperta Sarah Correll, come riportato da Il Messaggero, spiega: «Le persone possono ridurre il rischio di infezione trattando i propri animali domestici con antipulci ed evitando il contatto con la fauna selvatica». La peste bubbonica causa linfonodi ingrossati, detti anche bubboni, e quella polmonare risulta essere la forma più violenta della malattia. L’ultimo caso accertato negli States risale al 1991,