Cinquant’anni fa, a soli 26 anni, Valentina Tereshkova divenne la prima donna nello spazio. Era il 16 giugno 1963, e dopo che aveva mandato Yuri Gagarin fuori dall’atmosfera terrestre due anni prima, la Russia metteva a segno un altro colpo nella corsa contro gli Stati Uniti.
Valentina Tereshkova, a bordo del modulo spaziale Vostok 6, trascorse nello spazio circa 70 ore, percorrendo 49 volte l’orbita terrestre. Per le trasmissioni via radio scelse il nome di Caika (che in russo significa “gabbiano”) e quando tre giorni dopo la partenza atterrò nelle vicinanze di Novosibirsk, venne accolta calorosamente e festeggiata dalla folla.
Le vennero conferite alte onoreficenze da parte dello stato e nel ’63 le furono dedicati un francobollo, una valle lunare venne battezzata col suo nome e una linea di apparecchiature fotografiche venne chiamate Caika, dal nomignolo con il quale ormai era nota. Successivamente si sposò ed ebbe una figlia, studiò ingegneria presso un’accademia aeronautica sovietica e si impegnò in politica.
Nel 2007 ha voluto per la prima volta rivelare in un’intervista alcuni retroscena della spedizione che la portò nello spazio. L’orbita del Vostok rischiò di allontanarsi dalla Terra e furono necessarie alcune manovre correttive per rimetterla a posto. Poi, al rientro, si rese necessaria la sua espulsione col paracadute, con un atterraggio che non fu per niente morbido, ma nonostante i vari intoppi la missione venne sempre presentata come un totale successo dalla propaganda sovietica.