“Non c’è previsione di budget per il 2013 per le Ferrovie dello Stato sul trasporto pubblico locale, così i servizi rischiano di finire”. A lanciare l’allarme è Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, che nel corso di un convegno all’università Bocconi di Milano lamenta la mancanza di fondi per il trasporto pubblico locale. “I ricavi – ha spiegato ancora Moretti – sono di 10,8 centesimi di euro per passeggero al Km. Per i trasporti su gomma è di 17,2 centesimi di euro. Noi delle Ferrovie siamo quelli sottopagati, se non ci sono soldi a bilancio non possiamo continuare a offrire servizi”. L’a.d. di Fs poi ammette: «Non so che cosa farà l’Authority, l’unica cosa che potremo fare noi sarà interrompere il servizio. Verremo denunciati per interruzione di servizio, vedremo come andrà a finire». IlSussidiario.net ha quindi chiesto un parere a Raffaele Cattaneo, Assessore alle Infrastrutture e Mobilità di Regione Lombardia.
Assessore, cosa pensa dell’allarme lanciato da Moretti?
Tecnicamente Moretti fa considerazioni che non sono infondate. Al momento per il 2013 non è previsto alcun finanziamento per il trasporto ferroviario regionale che invece fino al 2010 ha ricevuto 2 miliardi di euro. Si tratta di un tema di cui le regioni discutono con il governo da tempo, chiedendo innanzitutto che questi trasferimenti, come già avviene per il finanziamento del trasporto pubblico su gomma, avvengano attraverso una fiscalizzazione completa.
Come avvengono invece oggi?
Oggi questi trasferimenti devono essere iscritti ogni anno nel bilancio dello Stato e in periodi di tagli come quello attuale è ovvio che ogni anno si riapra la querelle. Questo è il tema che preoccupa Moretti, però per quanto mi riguarda sono convinto che il governo sia consapevole della necessità di garantire il trasporto ferroviario regionale e del fatto che in tutto il mondo questo trasporto riceve contributi dallo Stato. Non credo quindi che sia il momento per un Paese come il nostro di cercare strade alternative che altrove hanno dimostrato di non funzionare.
Parlando invece della Lombardia, quali sono le maggiori differenze con le altre regioni italiane, vista anche la presenza di Trenord?
La maggior differenza è proprio questa: abbiamo voluto applicare una sorta di “federalismo ferroviario” attraverso la nascita di Trenord, una società al 50% di Trenitalia e al 50% di Ferrovie Nord Milano. C’è una sorta di “rito ambrosiano” nel servizio ferroviario regionale in Lombardia che rende la nostra regione meno dipendente rispetto alle altre dalle decisioni e valutazioni di Trenitalia. Anche per questo sono sereno riguardo il trasporto ferroviario in Lombardia e non ho motivo di temere che nel 2013 il trasporto regionale possa essere messo in discussione.
Il fatto di aver creato una società unica non crea alcuni rischi a lungo termine?
Oggi nel nostro Paese il 90% del servizio ferroviario è nelle mani di Trenitalia mentre in Lombardia c’è Trenord, operatore regionale partecipato da Trenitalia ma non solo. Da un punto di vista non solamente locale, quindi, la scelta di Trenord ha in qualche modo aperto il numero degli operatori ferroviari e credo che tale decisione abbia contribuito a rompere il monopolio, non a rafforzarlo.
Secondo lei un’eventuale introduzione di gare potrebbe portare a una diminuzione dei costi?
Credo che in questo campo le gare vadano gestite con saggezza. Al trasporto pubblico locale, in particolare quello ferroviario, non serve una gestione superficiale del tema delle gare, perché altrimenti saremmo costretti a sperimentare un’evoluzione indirizzata nella direzione opposta di un vero mercato liberalizzato. E’ quindi necessario aprire alle gare, cosa che faremo anche in Lombardia, ma nel frattempo bisogna assolutamente preoccuparsi di far crescere nel nostro territorio soggetti che possano parteciparvi con aspettative di successo. Per fare questo servono quindi soggetti di dimensioni più consistenti che abbiano la capacità di operare anche al di fuori del mercato locale. Ecco, Trenord è un esempio di un’iniziativa che va anche in questa direzione.
Cosa prevede dunque per il futuro del trasporto pubblico locale in Lombardia?
Se guardo i risultati dell’impegno profuso in questi anni prevedo senza dubbio cose positive. Grazie a diverse iniziative messe in campo, come Trenord, prevedo un netto miglioramento della qualità e dell’efficienza. Credo inoltre che i fatti mi stiano dando ragione, visto che negli ultimi tre anni la qualità del trasporto pubblico in Lombardia è certamente cresciuta, mentre in molte altri regioni abbiamo spesso assistito a tagli e riduzioni dei servizi.
In queste ore si è anche parlato del ruolo che dovrebbe avere l’Autorità dei Trasporti. Cosa ne pensa?
Siamo in periodo di Europei e il mio è un esempio calcistico: siamo disponibili ad accettare con favore il ruolo di un Autorità che voglia fare l’arbitro, ma non siamo affatto disponibili ad accettare un’Autorità che voglia essere il commissario tecnico. La differenza sta nel fatto che il primo applica regole che non crea e che non cambia nel corso della partita, mentre il secondo decide gli schemi di gioco e i giocatori che possono scendere in campo o restare in panchina. Credo che, in un momento come questo, un’Autorità che volesse rappresentare una sorta di “market maker” sarebbe quanto di più dannoso possa sperimentare il nostro Paese. Al contrario, un’Autorità che si limiti a vigilare sull’applicazione corretta delle regole potrebbe essere invece molto opportuna.
(Claudio Perlini)