Lombardia e Scuola: dalle parole ai fatti. Mai questi ultimi li vedremo, se non attraverso una unità fra le Associazioni che hanno a cuore la madre di tutte le battaglie: garantire la libertà di scelta educativa della famiglia in un pluralismo educativo.
Si disquisisce da tempo di valutazione e merito per i docenti: di fatto, è ancora un tabù, un toro che non si riesce a prendere per le corna. Si registra un profondo scoraggiamento nella popolazione, sfiduciata a causa delle tante promesse disattese da parte delle istituzioni. Del resto, abbiamo una media di quasi un governo all’anno. In 60 anni circa di Repubblica… promesse disattese per una sessantina di volte. Da più di 60 anni sentiamo parlare di responsabilità educativa della famiglia e di libertà di scelta educativa ma la famiglia aspetta di poterle esercitare. Si parla – relativamente da poco tempo, per la verità – di spending review, eppure la “soluzione finale” del problema, cioè la parità piena, individuando il costo standard per alunno, pare ancora virtuale. Direbbe Leopardi che gli italiani sono i maestri del filosofare nelle azioni. Dunque si agisca. È così che si può guardare all’esperienza lombarda che ha interessato anche il mondo della scuola.
Da circa 60 anni non si ha esperienza nè a livello locale nè a livello nazionale di una Regione che sceglie di fare il punto di quanto prodotto e di quanto c’è da fare ad un anno dal suo insediamento. È quanto è avvenuto di recente in Lombardia, dove ben 15 tavoli di lavoro si sono costituiti intorno agli assessori di riferimento per il bilancio ad un anno. Per chi l’ha vissuta è stata un’esperienza interessante, soprattutto perché non si poteva parlare di aria fritta.
Ancor più singolare l’assemblea plenaria che ne è seguita, dove i 15 tavoli e gli assessori hanno avuto tre minuti per relazionare in pubblico su quanto operato. Basta fiumi di parole: si sperimenti una sana austerità anche nel Palazzo. È Quaresima.
Di fronte alla sala gremita il Governatore ha evidentemente avuto sentore dell’esigenza di essenzialità e ha deciso di sostituire le slides con i fatti, raccontati non dal suo staff bensì dagli stakeholders, per valutare il proprio operato e quello del proprio staff.
Una valutazione non più velata dai cavilli di una customer satisfaction, o imposta dalle buone prassi del benchmarkingbensì richiesta per se stessi, sotto forma di valutazione diretta nella forma di contraddittorio, supportato dalla visualizzazione dei writers sintetizzatori spietati. Un evento strano in una Italia non abituata neppure all’auto valutazione. Quando una Regione, la giunta, le istituzioni, scelgono di farsi valutare, c’è spazio per la crescita e l’innovazione.
Allora magicamente cade il giudizio e il pregiudizio dei cittadini poiché gli errori vengono illuminati dal faro della soluzione a livello di progettazione, cioè “a monte”. È un monito: uno Stato che da sempre si è sottratto al confronto, alla valutazione, alla responsabilità, non solo è fallimentare quanto ai contenuti, bensì si trova solo rispetto all’azione. Perché gli stakeholders ti sostengono a valle solo se li hai coinvolti a monte.
Un esempio su tutti: in quel consesso era presente un unico coordinatore del gruppo parità che riunisce ben 12 associazioni di gestori, famiglie, docenti (AGeSC, AGe, FISM, FIDAE, CDO, UCIIM, AIMC, Fiilins, Faes, comitato politico scolastico, Aninsei, Diesse). Un’unità che vede le associazioni della scuola impegnate non a pensarla allo stesso modo bensì in una capacità di fare sintesi intorno ai due pilastri: garantire la libertà di scelta educativa della famiglia in un pluralismo educativo.
Un’esperienza che certamente ci invita ad unirci, ad unire le forze, le idee, al servizio della civitas. La battaglia della parità forse è stata rallentata da un pizzico di individualismo che non consente a nessuno di giustificarsi.
Si vince insieme e ci si augura che la gravità del momento spinga ciascuno ad anteporre a tutto il diritto; solo così potremmo vivere esperienze di collaborazione e saperle chiedere a tutti i livelli, in primis nel confronto diretto con le istituzioni.