Dopo l’incetta di medaglie nel torneo individuale, le nostre ragazze del fioretto cercano un’altra affermazione nella gara a squadre. La sfida è di quelle importanti: affrontiamo la Francia (Maitrejean, Thibus e Guyart), e basterebbe fermarsi qui per far capire che la rivalità rende la semifinale ancora più tesa. In più, la tradizione francese nella scherma è valida almeno quanto la nostra (anche se loro primeggiano decisamente più nella spada). La gara è da intendersi come un incontro moltiplicato per tre: ogni squadre presenta tre atlete, che si sfidano in una sorta di “girone”: tutte gareggiano contro tutte, quindi ci sono nove assalti da tre minuti ciascuno. Il punteggio è complessivo: si arriva ai 45 punti (che è poi il triplo, come da calcoli, rispetto al 15 della gara individuale). Se il tempo si esaurisce prima, a vincere sarà la squadra che in quel momento si troverà in vantaggio. In caso di parità, un minuto supplementare: chi stocca prima ha vinto. Ricordiamo inoltre che nel fioretto per ottenere il punto bisogna colpire soltanto il corpo dell’avversario (torace, addome, fianchi, schiena – coperti dal giubbetto conduttivo – e la zona al di sotto del mento). Inoltre, essendo il fioretto un’arma convenzionale (così anche la sciabola, non la spada), è necessario che la stoccata sia portata in regime di attacco, ovvero: non si può colpire l’avversario partendo da una posizione di difesa, occorre prima aver parato il colpo e aver iniziato l’attacco.
La tradizione italiana della scherma è di lunga data, e in campo femminile dominiamo da almeno un ventennio. Esattamente 20 anni fa, alle Olimpiadi di Barcellona 1992, la squadra capitanata da Giovanna Trillini (e che comprendeva Dorina Vaccaroni, Diana Bianchedi, Francesca Bortolozzi e Margherita Zalaffi) vinse l’oro a squadre, ripetendosi poi nel 1996 e nel 2000. A Pechino è arrivato soltanto il bronzo, ma il fioretto è una specialità nella quale eccelliamo e dunque oggi ci aspettiamo la medaglia: anzi, l’obiettivo è assolutamente quello di portare a casa l’oro. Le ragazze che proveranno a farlo sono le tre regine della gara individuale, quelle che hanno portato a casa oro, argento e bronzo: in ordine di podio Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali, la nostra portabandiera, che non perdeva una gara olimpica a titolo individuale da tre edizioni (oro nel 2000, 2004 e 2008, argento nel 1996). Prima di lei c’era stata Giovanna Trillini, oro nell’individuale a Barcellona, e oggi Di Francisca (29 anni, vicecampionessa mondiale, campionessa europea in carica) e Errigo (24 anni, prima Olimpiade e già l’argento, colei che ha fermato il dominio della Vezzali) mantengono al top la tradizione italiana. La Francia come detto non sarà un avversario facile: sono più forti nella spada, ma hanno una tradizione nel campo della scherma di tutto rispetto, è una delle nazionali più competitive e sopratutto quando si parla di Italia-Francia non si può mai dare nulla per scontato. Partiamo con i favori del pronostico, ma occhio a non sottovalutare le nostre avversarie, che uniscono l’esperienza di Corinne Maitrejean e Astrid Guyart alla giovinezza della ventenna Ysaora Thibus.
Finora, l’Italia della scherma ha conquistato quattro medaglie a Londra 2012: Di Francisca, Errigo, Vezzali, più l’argento di Diego Occhiuzzi nella sciabola maschile. Non sono mancate delusioni (ci aspettavamo di più dal fioretto maschile, e Rossella Fiamingo con un pizzico di coraggio in più avrebbe potuto prendersi la medaglia nella spada) ma ci auguriamo che i titoli non siano finiti qui. Stasera, dunque, facciamo tutti il tifo per Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali, nella speranza che ci regalino quello che sarebbe il quarto oro della spedizione olimpica.
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