Appuntamento oggi e domani per il Torneo Nazionale AISE di judo alla palestra Ronin di Monza. I vari atleti, divisi in due fasce di età (dal 1985 al 1994 e dal 1995 al 1999) si ritroveranno oggi pomeriggio per dare vita a una due giorni di convivenza incentrata su questo sport. Prima la spiegazione del regolamento arbitrale a tutti i partecipanti, poi un momento culturale sul judo stesso e la cena. Quindi, domenica mattina, la gara a cui sarà presente una stella del judo mondiale, Ikumi Tanimoto, campionessa giapponese più volte iridata di questa disciplina sportiva nata proprio nel Paese nipponico, una delle più note arti marziali. Insomma, una manifestazione di grande importanza, che raccoglierà atleti da tutta Italia. Ne abbiamo parlato col maestro di judo Andrea Diotti. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Ci può spiegare le finalità di questo torneo? La finalità sarà di vivere questo sport assieme ai ragazzi, che avranno un momento di convivenza abbastanza lungo. Si ritroveranno infatti dal sabato pomeriggio, mangeranno e dormiranno assieme prima di dividersi la domenica per le gare. Gli saranno spiegati le varie modalità del regolamento arbitrale e ci sarà una serata culturale sul judo. Insomma, un modo per conoscere meglio questa disciplina e rimanere anche più uniti tra di loro.
Quali saranno le fasce di età? Ce ne saranno due, dal 1985 al 1994 e dal 1995 al 1999, che ovviamente gareggeranno divise la domenica.
Svolgete altri tornei come questo durante l’anno? A livello regionale ci sono diversi tornei che si svolgono durante l’anno, anche se non di importanza così rilevante.
Quanta importanza ha il judo attualmente in Italia e perchè consiglierebbe ai ragazzi di scegliere questo sport? Questa disciplina permette di mettersi in relazione uno con l’altro, di conoscersi meglio, e dà anche ai ragazzi un senso di responsabilità che possono poi esprimere nella loro vita quotidiana. Il judo non è solo uno strumento di difesa o una disciplina sportiva, viene invece da una cultura millenaria come quella del Giappone.
Le piacerebbe conoscere meglio come è nato questo sport? Sì, sarebbe mio desiderio andare in Giappone per conoscere meglio questa nazione e anche per comprendere il significato che c’è dietro uno sport antico come il judo.
Ha tanta pratica anche tra le donne? Se devo essere sincero, si fa sempre un po’ di fatica a portare le donne a praticare il judo, bisogna quasi costringerle! Non sono così tante in effetti le donne che fanno questo sport.
Come nasce la sua attività di maestro di judo?
Dopo aver fatto alcune gare ho intrapreso la carriera di maestro di judo, una cosa che mi appassiona ancora adesso e faccio con piacere.
Nelle vostre palestre c’è spazio anche per i disabili? Sì, in particolare per i down. Il judo li aiuta a sviluppare molto la loro attività motoria.
Date spazio anche all’attività per i disabili fisici? Sì, in altre palestre c’è spazio anche per loro, che possono così conoscere e praticare questa disciplina.
Ci sarà un’atleta molto importante a seguire questo torneo… Sì, si tratta di Ikumi Tanimoto, un’atleta giapponese che ha vinto diversi mondiali, sorella di Ayumi Tanimoto, che è stata campionessa olimpica. Una presenza importante a vedere gareggiare tutti i nostri ragazzi. (Franco Vittadini)