Sono pallet giramondo quelli gestiti dalla NolPal di Reggio Emilia. Bancali che, attraverso un innovativo sistema di logistica che poggia su una fitta rete di stazioni di servizio (sono 38) dislocate su tutto il territorio nazionale (Isole comprese), hanno portato all’avvento del pallet sharing anche in Italia. Per scoprire che cos’è il pallet sharing e come opera la NolPal, abbiamo parlato con Marco D’Apolito, che è tra i fondatori dell’azienda e ora anche responsabile vendite. Tanti i clienti della grande distribuzione che hanno già scelto di affidarsi a NolPal: a girare sui bancali NolPal ci sono infatti, solo per fare qualche esempio, le bottiglie del Campari e i pandori della Bauli.
D’Apolito, dopo il car sharing arriva anche il pallet sharing. Di cosa si tratta?
È un discorso innovativo per il mercato della gdo italiana che supera il tradizionale concetto di noleggio del bancale Epal, o Europallet, a pooling chiuso come già lo conoscevamo prima. NolPal è infatti la prima società italiana che offre una soluzione di noleggio a pooling, come dico io, aperto o appunto di tipo pallet sharing.
In pratica che cosa cambia?
Significa che l’impresa produttrice delega in toto a un terzo, la NolPal per l’appunto, la gestione del suo parco pallet. Sia in entrata, sia in uscita. Mentre finora un qualsiasi produttore appaltava la gestione dei suoi bancali alle imprese di logistica. E queste consegnavano il bancale con la merce sopra presso la grande distribuzione per poi riportarlo presso l’azienda d’origine. Stop. Noi, invece, siamo subentrati nel mercato offrendo un’alternativa. Col nostro sistema diamo, infatti, la possibilità all’impresa di usare il nostro parco pallet Epal per fare le consegne. Il bancale resta di proprietà della NolPal e l’azienda abbatte i costi di acquisto, gestione, trasporto e riparazione del pallet, liberando così capitale da poter impiegare nel suo core business.
Ci faccia capire meglio come funziona il vostro sistema.
Per esempio, prendiamo un’impresa che ha sede a Milano e deve fare una consegna, per cui servono 100 bancali, a Palermo. Cosa succede? Noi consegniamo al cliente presso lo stabilimento di Milano i 100 bancali secondo la qualità (nuovo o usato selezionato) da lui richiesta, così che non deve nemmeno fare la cernita e la selezione. Allo stesso tempo apriamo un conto noleggio sul quale addebitiamo il numero di bancali e concordiamo il tempo standard entro il quale dovrà restituirli. Ma attenzione, ecco la novità: il cliente può rientrare qualsiasi bancale in suo possesso, purchè sia di tipo Epal, e non necessariamente quelli che gli abbiamo dato noi. Così, a consegna avvenuta, il cliente non deve rientrare per forza quei bancali che sono andati dall’altra parte d’Italia: basta che ne restituisca la stessa quantità entro la data stabilita. Ed è sempre NolPal che, appoggiandosi alle rete delle sue stazioni di servizio (i NolPal point), ritira i bancali vuoti a Palermo e li riconsegna nei pressi della città ad altre imprese che li richiedono. Un bancale, in questo modo, non viaggia più di 50 o 100 kilometri e oltretutto con un notevole risparmio in termini di emissioni di CO2.
Quanto è estesa la vostra rete di stazioni?
In tutta Italia, Isole comprese, abbiamo 38 depositi che fanno anche da riparatori omologati Epal. Sono loro che si occupano del recupero presso la gdo e che selezionano, riparano e riconsegnano in un raggio massimo di 100 km i bancali. In pratica le stazioni fanno un servizio di upgrade: ritirano un prodotto di qualità bassa e alla fine ne riconsegnano uno con qualità elevata.
Qual è il ciclo di vita di un pallet?
Un pallet può fare in media sette o otto movimenti al massimo. Ma col sistema NolPal, alla fine, gira all’infinito. Perché noi consegniamo materiale interscambiabile e il cliente ritira bancali interscambiabili. Basta che, come nel caso dell’autonoleggio, venga rientrata una macchina, in questo caso un pallet, che quantomeno funzioni e non abbia subito danni irreparabili.
Quanti bancali avete e di quali tipi? Quanti ne comprate di nuovi?
Noi utilizziamo pallet di tipo Epal prevalentemente, ma anche di tipo Dusseldorf. Siamo un’impresa costituta solo nel 2011 e già movimentiamo 80 mila bancali al mese. Abbiamo poi una coda di nuovo (anche se i pallet nuovi sono richiesti da pochissimi clienti) del 35/40%.
Cos’è B2B NolPal?
È il software che utilizziamo per coordinare gli spostamenti e che di fatto agisce come un vero e proprio sistema satellitare. In pratica il cliente entra nella sua area personale utilizzando una password e ci comunica via file l’uscita della sua merce, indicando un codice identificativo, il numero dei pallet, la loro destinazione e la data. Noi riceviamo le informazioni e le comunichiamo al magazzino della gdo. Il magazziniere che ha ricevuto il carico, a sua volta, a fine giornata conferma o smentisce il numero e lo stato dei pallet ricevuti. Così noi possiamo organizzare i carichi successivi e ripartire, intervenendo laddove una sostituzione o una riparazione si rendano necessarie. B2B NolPal è un vero e proprio magazzino virtuale. Abbiamo conseguito la tracciabilità del bancale senza doverlo marchiare.
A chi conviene lavorare con voi?
Noi offriamo sempre un prezzo all inclusive per consegna e rientro. Per questo non lavoriamo con chi ha bancali a perdere o lavora consegnando pochi bancali in diverse location. Il nostro cliente tipo è quello che ha un’alta movimentazione, che utilizza bancali usati e che consegna su tutto il territorio nazionale. Se poi si concentra su un unico punto per noi è più semplice far rientrare i pallet.
Novità in vista?
Stiamo pensando di espanderci oltre confine, puntando sui mercati tedesco, austriaco e svizzero, dove questo tipo di noleggio funziona già da anni.
(Matteo Rigamonti)