Dal torneo di Tbilisi esce un’Italia in salute e con le idee piuttosto chiare. La Nazionale di basket si sta preparando agli Europei del prossimo mese e affronta in queste settimane un vero e proprio tour de force alla ricerca della forma migliore; nello scorso weekend il gruppo selezionato da Simone Panigiani ha giocato il torneo di Tbilisi vincendo tutte le partite, con uno scarto medio di 21 punti.
Certo: Lettonia, Estonia e Georgia non erano certo avversarie di primissimo livello e i risultati non vanno presi in senso assoluto, ma quello che contava era rodare un motore che a settembre dovrà essere al massimo dei giri per non incappare in spiacevoli sorprese. Due anni fa, per esempio, la Nazionale partì fortissima: vinse il primo girone battendo squadre come Grecia e Spagna, poi si squagliò non avendo più energie e mancò anche la qualificazione ai Mondiali, Quest’anno le cose dovranno andare diversamente; dalla Georgia Pianigiani torna con buone indicazioni. Innanzitutto lo stato degli NBA: Marco Belinelli ha giocato una stagione estenuante raggiungendo i playoff, non è ancora al 100% ma il riposo gli ha fatto bene e soprattutto sembra essersi messo a disposizione dei compagni, a differenza di altre volte in cui tendeva a risolvere le cose da solo (in questo l’età e Gregg Popovich aiutano non poco). Danilo Gallinari e Andrea Bargnani hanno avuto annate tribolate da infortuni e sfortune di franchigia, hanno tanta voglia di riscatto e – in particolare il Gallo – dimostrano che in Europa possono fare la differenza. In più, la capacità di coinvolgere tutti offensivamente: questa Nazionale ha tanti giocatori che possono ergersi a miglior marcatore della singola partita, dai tre di cui sopra a Daniel Hackett passando per Pietro Aradori.
Non sempre è un bene perchè si corre il rischio di fare confusione e di ingolfarsi nella gestione della palla, ma Pianigiani sta lavorando proprio su questo, sul concetto di squadra votata all’obiettivo comune in cui chiunque può portare il suo mattoncino. In più c’è il vantaggio dato dal fatto che la difesa avversaria non può concentrare i suoi sforzi su uno-due giocatori “battezzando” gli altri; la presenza di Andrea Cinciarini e Daniel Hackett, giocatori che guardano innanzitutto all’assist (il primo soprattutto) è una garanzia in più. Dove possiamo migliorare è soprattutto in difesa: Hackett tira la carretta ma, contro la Georgia, il pacchetto lunghi ha sofferto enormemente la presenza e il fisico di Zaza Pachulia che non è nemmeno il centro più forte che ci troveremo ad affrontare (anche se temprato da anni di NBA). Sotto canestro spesso e volentieri si decidono le partite; forse un Davide Pascolo in più sarebbe servito, ma il CT ha deciso di farne a meno (tagliando anche Poeta e Della Valle) giudicando che Cervi, Cusin, Bargnani e la versatilità di Polonara e Melli possa essere abbastanza. Si vedrà: da venerdì l’Italia è impegnata a Capodistria, la Slovenia può già essere un test probante.
(Claudio Franceschini)