Arredamento, musica e illuminazione a Led incorporati in un solo prodotto tramite tecnologia bluetooth. E’ solo una delle creazioni di Fdv Group Spa, società nata nel 2002 per riunire in un unico gruppo sette aziende attive nel settore dell’illuminazione. L’obiettivo è stato creare un vero e proprio polo, con quartier generale a Salzano in provincia di Venezia, per rafforzare i singoli marchi e sostenerne l’internazionalizzazione. Del gruppo oggi fanno parte I Tre, Murano Due, Aureliano Toso Illuminazione dal 1938, Gallery Vetri d’Arte, Alt Lucialternative, Luxit e Leucos. Ilsussidiario.net ha intervistato Franco Bertini di Fdv Group Spa.
Com’è cresciuto nel tempo il progetto di Fdv Group?
Fdv Group Spa raccoglie cinque brand storici, nati dal 1938 in poi: Aureliano Toso, Alt Luci Alternative, Gallery, I Tre e Murano Due. Nel 2007 il gruppo ha acquisito la Leucos Spa, che ha mantenuto però una ragione sociale diversa. Abbiamo inoltre la Luxit di Bergamo, che si occupa di illuminazione tecnica. La volontà era di costituire un polo di illuminazione specializzato nella luce architetturale e decorativa, soprattutto da interno.
Che cosa contraddistingue le vostre collezioni?
Le nostre collezioni sono realizzazioni abbastanza uniche, in quanto utilizziamo lavorazioni di design che non è il classico stile veneziano, ma una sua reinterpretazione con un gusto più morbido. Ne I Saloni Worldwide abbiamo portato del resto anche realizzazioni dal forte contenuto tecnologico. Per esempio, con I Tre abbiamo portato elementi in legno, unendo musica e illuminazione tramite bluetooth.
Qual era il vostro obiettivo?
Personalizzare l’ambiente e creare un mood particolare per le case, le dacie e le stanze dei clienti d’hotel. Permettendo a chi sta nella stanza di controllare la luce tramite Led a risparmio energetico, optare per un cambio di colore, decidere di ascoltare la radio e in generale di personalizzare l’ambiente in cui si trova. E’ questa del resto la richiesta che viene oggi dai mercati dove c’è domanda di lusso.
Quali sono le regioni del mondo più interessate ad acquistare i vostri prodotti?
Sicuramente il mercato russo-ex Csi è quello che ci fornisce le maggiori soddisfazioni. Vendiamo inoltre anche in Germania, Medio-Oriente e altre zone extra-europee. La maggior parte dei paesi europei invece non compra più come una volta e i loro mercati vivono una fase di stallo.
Le esigenze dei clienti cambiano molto da Paese a Paese?
Sì. Per esempio, il cliente russo apprezza lo stile decorativo, con soluzioni più d’impatto che si differenziano da quelle minimaliste preferite in Europa. Per esempio, il brand I Tre è preferito dai tedeschi, perché è basato su faretti e arredi essenziali con materiali diversi. In Russia, invece, c’è ancora un forte apprezzamento del vetro nella tradizione muranese, per dare decoro all’ambiente. Quindi non devono essere prodotti invisibili o architetturali, ma è apprezzato ancora anche un oggetto dalla funzione essenzialmente decorativa. I brand preferiti sono quindi Gallery e Murano Due.
Quali sono le vostre strategie per stare sul mercato russo?
Durante I Saloni WorldWide Moscow, con Gallery abbiamo portato in fiera un lampadario da 2 metri per 2, basato su strass e sulla personalizzazione della lavorazione. Il cliente russo richiede oggetti che si possano modificare, che siano utilizzabili in modo flessibile per costruirli o colorarli, che siano provvisti di accessori personalizzabili. Si va quindi dai paralumi in seta a strutture speciali per i grandi alberghi o le grandi dacie russe.
Il mercato russo è più o meno competitivo di quello italiano?
Più o meno si equivalgono, in quanto in Russia ormai sono presenti tutte le imprese italiane del settore. Da parte del mercato inoltre c’è molta attenzione al lusso. Le abitazioni russe sono straordinariamente più grandi di quelle italiane. Se è difficile montare un lampadario da due metri in una moderna casa italiana, in una dacia da 500 o mille metri quadri le cose cambiano.
Quanto è cambiato il mercato russo negli ultimi 20 anni?
Si è evoluto, e se nei primi anni ’90 c’era soprattutto la richiesta del classico, oggi grazie all’influenza dell’architettura italiana c’è un maggior apprezzamento del design.
(Pietro Vernizzi)