Caro direttore, la mia passione politica viene da lontano. Mi son sempre buttato a capofitto dove ci fossero “cose da fare” e “gente che le fa”, fin da ragazzo. Al Liceo Einstein, prima, e in Università Cattolica, poi, ho avuto l’onore di essere il rappresentante degli studenti. Esperienza davvero formativa è stata il Servizio civile presso una comunità di recupero di tossicodipendenti. In quegli anni, ho anche contribuito a creare associazioni culturali.
Ma gli anni del lavoro arrivano in fretta… Così, terminata l’università, ho lavorato per quindici anni in una società di servizi alle imprese, la Copat, nata dal bisogno degli studenti universitari di mantenersi agli studi. Successivamente, son stato socio fondatore e direttore commerciale della principale agenzia di lavoro interinale italiana. In tale mansione, ho avuto modo di imbattermi, e conoscere meglio, in realtà istituzionali come Regione, Provincia e Comune, dedicandomi altresì a progetti ministeriali volti a favorire l’occupazione.
Negli ultimi sei anni, lavorando presso il Consiglio regionale, ho conosciuto a fondo Regione Lombardia. Ciò mi ha permesso, ascoltando direttamente i tanti bisogni di associazioni, imprese, istituzioni locali, di trovare soluzioni sostenibili e adeguate. Ho scritto in prima persona, insieme a tecnici e politici molte e importanti leggi regionali: dalla riforma delle case popolari, alla sanità; dal commercio al consumo di suolo, alla cooperazione sociale e al “fattore famiglia” lombardo. Buone leggi, nel solco di quel “modello lombardo” che, pur migliorabile, è tra i più efficienti in Italia e in Europa. Nei prossimi cinque anni, vorrei vederle applicate davvero queste leggi.
Per questo ho deciso di candidarmi. Esperienza e conoscenza sono requisiti fondamentali per un buon governo della regione più importante del nostro Paese e motore d’Europa. Mettersi al servizio del bene comune in politica, come dice Papa Francesco, è “un servizio inestimabile al bene dell’intera collettività” e “una nobile forma di carità”, cioè di testimonianza.
I tanti incontri di queste settimane mi hanno permesso di ascoltare e comprendere meglio i bisogni delle singole persone, delle famiglie e degli imprenditori, ma soprattutto mi hanno lanciato un chiaro segnale: il cinismo e la sfiducia nella politica possono essere superati se nella proposta ci si mette la faccia e si rischia un giudizio, come sta avvenendo per me. M’impegno in particolare su alcuni temi cruciali per cambiare il presente e guardare al futuro.
Il lavoro è la prima emergenza da risolvere. Aiutare i giovani a trovare lavoro e garantire un futuro alle imprese è fondamentale per ridare prospettive e una speranza di stabilità e benessere. La scuola ha abdicato da tempo alla sua funzione educativa; la famiglia come l’abbiamo sempre concepita è in crisi; oggi, più che mai, le aziende assumono nei confronti dei giovani anche un ruolo educativo, che li accompagna a diventare adulti, responsabili, capaci di immaginare percorsi, anche faticosi, per poter realizzare le loro aspirazioni.
La famiglia deve essere sostenuta in tutti i suoi sforzi (dal nido, alla libertà di scelta educativa dei figli, alla cura degli anziani, all’inclusione dei disabili, al diritto all’abitazione …) non in modo assistenzialista, semmai, defiscalizzando e applicando il “fattore famiglia” di cui parlavo prima.
Anche la sicurezza è un tema tanto sentito. Questa passa attraverso una politica in grado di fare sì accoglienza, ma all’interno di regole certe e progetti veri di integrazione, senza derive ideologiche e strumentalizzazioni.
La Pubblica amministrazione deve guardare ai cittadini e alle imprese con positività, togliendo nei fatti quella cappa oppressiva di tasse inique e lungaggini della burocrazia.
La scelta di candidarmi in Forza Italia nasce dalla consapevolezza che, pur con molte contraddizioni, sia il partito moderato in grado di valorizzare le persone che portano idee e proposte, a partire dai valori in cui credo. Tali valori trovano casa nell’esperienza del Partito popolare europeo. Poiché in politica i numeri contano, in questo contesto storico, Forza Italia è, più che mai, l’unica forza significativa in grado di dare continuità e di accrescere il “modello lombardo”. Modello che ha valorizzato le tante eccellenze presenti e che ha, nel proprio dna, la capacità di intraprendere e fare, non dimenticandosi mai della solidarietà tra gli uomini.
In campagna elettorale è iniziato un affascinante lavoro: l’incontro con la gente, la mia gente. Questo è solo l’inizio di un dialogo che nasce dal basso, dai problemi che anch’io vivo tutti i giorni, dalle aspettative che tutti abbiamo di una costruzione positiva. Questo è il metodo di lavoro che ho imparato, ho sempre usato e voglio continuare ad adottare nei prossimi cinque anni di consiglio regionale; perché, ne son convinto, mi permetterà sempre di essere vicino alla gente.
La politica, per me, è un servizio alla collettività. Il politico deve innanzitutto, e soprattutto, sapere ascoltare. Solo ascoltando, può veramente servire gli altri e, attraverso la sua azione politica, essere incisivo per il bene di tutti.