Resiste nel mercato italiano, in una fase in cui i dati di settore registrano un calo degli acquisti del 20%. Da anni cresce a doppia cifra in Russia, andando forte anche in Ucraina e Kazakistan, e nel 2010, in piena crisi, ha aperto uno store monomarca di sua proprietà nel centro di New York, sull’arteria di West Broadway a Manhattan. Nella lunga fase di recessione che sta affrontando l’industria italiana in tutti i settori, Scavolini si conferma un marchio solido in grado di mettere in difficoltà gli stessi concorrenti tedeschi. Ilsussidiario.net ha chiesto a Roberto Gramaccioni, direttore Export di Scavolini Spa, il segreto del successo della sua azienda.
Partiamo dall’Italia, un mercato che per Scavolini continua ad avere un valore di primaria importanza …
I dati di relativi agli acquisti nel settore della cucina nel mercato italiano documentano un calo del 20%. Il consumatore del nostro Paese ha un atteggiamento di estrema cautela, come se si fosse fermato in attesa che cambi il vento. Di fronte a questo non esistono formule magiche. Un’azienda come Scavolini di fronte alle difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti sta tenendo il mercato con un andamento nettamente migliore rispetto a quello delle altre aziende del settore.
Qual è il motivo delle vostre performance?
Pure in una situazione di grande difficoltà, in cui l’attenzione al portafoglio da parte dei consumatori è estrema e le grandi superfici stanno cercando di compensare il più possibile questo atteggiamento, Scavolini si conferma come un marchio solido al quale il cliente può rivolgersi sapendo di poter contare su un buon prodotto e su validi servizi post-vendita. Tutto ciò rappresenta ancora un punto fermo.
Qual è il valore degli Scavolini Store nel mercato italiano?
Da oltre tre anni abbiamo lanciato il progetto Scavolini Store, che consiste nella creazione di rivenditori totalmente monomarca specializzati sui nostri prodotti. E’ una novità rispetto alla realtà italiana, dove domina ancora il centro del mobile che vende gli arredi di tutte le aziende. Abbiamo compreso che il mercato del nostro Paese già da tempo si stava evolvendo. Il pubblico è sempre più informato, usa Internet ogni giorno, va dai rivenditori confrontandosi sullo stesso piano per quanto riguarda la qualità dei materiali e i dettagli tecnici. Soltanto sette o otto anni fa tutto ciò era impensabile, ci si recava in un negozio del mobile da “neofiti”. Questo atteggiamento è cambiato e sta cambiando sempre di più.
In che modo Scavolini sta rispondendo al cambiamento?
Attraverso una rete di distributori specializzati e un livello di professionalità ancora più alto. E’ stato questo dunque il fattore del nostro successo. Attualmente nella nostra rete di rivenditori totali in Italia abbiamo quasi 900 distributori e 80 Scavolini Store, che sono monomarca e totalmente identificati con il nostro prodotto.
Qual è invece la vostra strategia per rimanere sul mercato russo?
In Russia c’è molta competizione, ma è un mercato con una fetta sempre più consistente di pubblico con una letterale dipendenza dal prodotto italiano. I Saloni WorldWide Mosca lo dimostrano: non c’è altro caso al mondo in cui ci sia una fiera che vive solo di prodotti italiani. E’ un plus importante e una carta vincente nei confronti della concorrenza tedesca. Non dimentichiamoci che nella storia delle cucine i più grandi esportatori al mondo vengono dalla Germania, i quali però nel mercato russo sono costantemente “battuti” dalle imprese italiane. Il pubblico russo ha un grande entusiasmo per il valore e il concetto di marca, e in questo Scavolini ha investito molto, tanto che oggi è un marchio estremamente diffuso e noto nell’intero gigante est europeo. La Russia è un Paese nel quale stiamo crescendo a doppia cifra da diversi anni. Merito anche del fatto che abbiamo studiato strategie di prodotto adeguate al mercato.
Come sta andando l’export di Scavolini negli altri paesi stranieri?
Dipende inevitabilmente dalle situazioni delle diverse economie. Siamo per esempio in sofferenza nell’Europa mediterranea, in particolare in Spagna e Grecia. Al contrario Ucraina e Kazakistan ci stanno dando belle soddisfazioni, insieme all’area nord-americana nella quale abbiamo investito molto. Due anni e mezzo fa a New York abbiamo aperto l’unico spazio al mondo gestito come retail esclusivamente da Scavolini. Abbiamo lo showroom di cucine più grande tra quelli presenti a Manhattan: sono quasi mille metri quadri a West Broadway, una delle arterie principali di New York. E’ la testimonianza dell’impegno dell’azienda che era iniziato tre anni fa con la creazione di una filiale statunitense.
(Pietro Vernizzi)