F. Tito Arecchi e Iva Arecchi
I Simboli e la Realtà
Jaca Book – Milano 1990
Pagine 247
In che cosa consiste il linguaggio della scienza? In che rapporto si pone con la realtà? La scienza può dire tutto sulla realtà? Esistono dei dogmi arbitrari della scienza? Può coesistere una apertura metafisica con un atteggiamento scientifico?
Ecco alcune delle problematiche che ricorrono in questo testo, di grande rilevanza epistemologica, anche se svolto in forma accessibile, grazie alla chiarezza espositiva e all’uso di rappresentazioni schematiche che facilitano la comprensione. La forma espositiva è stata l’esito, per dichiarazione esplicita dell’autore, della collaborazione critica della moglie, esperta di teologia, ma non di scienza, che è anche coautrice dell’opera.
Il testo è cosi ricco e articolato che non è possibile dare in breve una adeguata sintesi delle argomentazioni dell’autore; tuttavia è possibile offrire alcuni spunti alla lettura.
La struttura del testo è la seguente.
L’Introduzione delinea la struttura e lo scopo dell’opera: costituisce una efficace guida da tener presente per seguire gli sviluppi più analitici delle varie parti del testo.
Seguono tre sezioni: Il linguaggio scientifico, I grandi temi della fisica, Scienza e metascienza.
Nella prima sezione si parte da un’analisi del linguaggio scientifico: procedimento che crea una corrispondenza biunivoca fra aspetti del reale e simboli, espressi in linguaggio matematico. I simboli sono collegati da una struttura interna (una teoria) che è in grado di fare previsioni sugli oggetti reali corrispondenti ai simboli.
L’evoluzione del linguaggio scientifico è mostrata attraverso la seconda sezione, dal titolo I grandi temi della fisica, leggibile con qualche difficoltà per chi ha nozioni solo superficiali, ma di grande interesse come esemplificazione di una metodologia che affronta tematiche differenti.
La prima tematica è quella dell’«ordine», cioè il comportamento dei singoli corpi: si parte dalla descrizione classica del moto per giungere a quella quantistica. La seconda è quella del «disordine»: la meccanica deve adattare il suo linguaggio per una descrizione statistica del comportamento di molte particelle: è il passaggio dalla meccanica alla termodinamica, con l’introduzione di nuovi termini fisici come l’entropia. La terza è quella della «collettività organizzata», cioè di aspetti di ordine che compaiono da interazioni complesse, spesso apparentemente disordinate.
Si trattà in realtà della tematica della «complessità» che richiede un linguaggio scientifico che introduca nuovi termini quali, per esempio: stabilità e instabilità di un sistema, caos deterministico, eccetera.
Nella sezione conclusiva, Scienza e metascienza, si riprende il tema del rapporto fra mondo reale e mondo dei simboli. Si affrontano i problemi dello scientismo e, di conseguenza, quello dei vari modi di porsi di fronte alla realtà. Lo scientismo si presenta come la pretesa di una lettura unica ed esaustiva della realtà attraverso tre dogmi, che però storicamente sono stati negati: il riduzionismo metodologico, il determinismo e il riduzionismo ontologico.
Il primo di questi dogmi consiste nella certezza che le teorie scientifiche costituiscano sistemi assiomatici in sé completi: la verità o meno di un’affermazione può essere sempre dedotta da un sistema di assiomi.
Le teorie fisiche quindi, una volte formulate correttamente, sono in grado di dedurre previsioni certe in ogni situazione.
Tuttavia, questo assunto teorico è stato contraddetto sul piano stesso della logica matematica. Il teorema di Gödel sull’esistenza di proposizioni indecidibili, nega che un sistema assiomatico possa essere completo: di conseguenza qualsiasi teoria avrà quindi prima o poi bisogno di un impatto con la realtà, cioè di eseguire un esperimento il cui esito non è prevedibile dalla teoria.
Il secondo dogma afferma che, applicando le leggi fisiche, il comportamento di un sistema è completamente determinato dalla sua configurazione iniziale: quindi la conoscenza dei dati iniziali permette di prevedere lo stato del sistema in qualsiasi istante futuro.
Tuttavia, l’instabilità dei sistemi complessi che possono mutare in modo drastico per una piccolissima variazione dei dati iniziali (mai conosciuti con assoluta precisione per via dell’errore sperimentale) provoca il fenomeno del caos deterministico: un sistema complesso risulta imprevedibile anche se descritto da leggi deterministiche.
Il terzo dogma afferma che la conoscenza delle leggi fisiche che descrivono i componenti elementari di un sistema permette di dedurre il comportamento e le proprietà del sistema intero.
Tuttavia, si è verificata l’impossibilità di ridurre un sistema complesso ai suoi componenti elementari: esso ha molte configurazioni diverse non determinabili in modo univoco a partire dagli elementi che lo costituiscono e quindi va studiato nel suo insieme. Si pensi a una cellula il cui comportamento non è assolutamente determinabile a partire dalla fisica degli atomi che la compongono.
A questo punto si esaminano le possibili letture della realtà, prendendo in considerazione tre casi: monismo scientifico, separazione manichea e pluralismo realistico.
Nel primo caso esiste una sola lettura di un evento: quella dei simboli della scienza. Già la confutazione dei dogmi fa apparire insufficiente la lettura scientifica della realtà, ma in questa sezione il discorso viene ulteriormente sviluppato.
Nel secondo caso esistono realtà separate: eventi che sono descritti solo dalla scienza e altri che si possono descrivere solo con linguaggi diversi, totalmente separati da quelli scientifici.
Nel terzo caso, lo spessore di verità di un evento è tale che non può essere esaurito da un solo linguaggio, da un solo punto di vista: così, accanto a una lettura scientifica ci può essere una lettura metafisica o anche sapienziale.
È chiaro che il terzo punto di vista, che apre la visione scientifica ad altre visioni della realtà è quello condiviso dall’autore.
L’ultima parte dell’opera è dedicata all’approfondimento che collega le varie modalità di lettura razionale di un evento e alla fine, in questa prospettiva, anche la fede risulta ragionevole.
Recensione di Lorenzo Mazzoni
(Docente di Matematica e Fisica – Redazione di Emmeciquadro)
© Pubblicato sul n° 10 di Emmeciquadro