Mondo del basket in lutto: è morto a 60 anni a Petersburg in Virginia, la città in cui era nato, Moses Malone. E’ stato uno dei migliori giocatori di basket NBA, non per niente inserito tra i primi 50 ad aver giocato nel primo cinquantennio della Lega (tra il 1946 e il 1996); 21 stagioni nel campionato americano con innumerevoli titoli. Nella Moses Malone era sbarcato nel 1974, quando i Portland Trail Blazers lo avevano scelto con la quinta chiamata dal “draft dispersivo” della ABA, la Lega che quell’estate si era fusa con la National Basketball Association; subito girato ai Buffalo Braves, si è messo in mostra con gli Houston Rockets dove ha giocato sei stagioni dimostrando di essere uno straordinario centro, con una propensione quasi unica a rimbalzo (in particolare quelli offensivi); tre volte MVP della regular season, la terza delle quali nel 1983 quando era già passato ai Philadelphia 76ers, una franchigia che con Julius Erving e Maurice Cheeks (anni dopo diventato capo allenatore della squadra) aveva sfiorato il titolo in tre occasioni e che con Malone lo vinse, perdendo una sola partita nel corso dei playoff con tanto di 4-0 ai Los Angeles Lakers di Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar. Quell’anno, Moses Malone vinse anche il titolo di MVP delle Finali; dopo il sesto titolo di miglior rimbalzista in stagione, il centro fu scambiato nel 1986 e finendo ai Washington Bullets, dove mise 28 punti e 13 rimbalzi di media ma in una squadra senza troppe pretese. Ancora stagioni con Atlanta, Mliwaukee e San Antonio, non prima di un ritorno senza grosso impatto a Philadelphia; negli Spurs ebbe il compito di far crescere un giovane David Robinson che avrebbe poi dominato nel suo ruolo. Ha messo insieme 11 convocazioni all’All Star Game della NBA (uno anche nella ABA); per quattro volte è stato selezionato nel miglior quintetto NBA e nel 2001 è arrivata anche la scontata e meritatissima induzione nella Hall of Fame della NBA.