Diciamoci la verità: sono cose che capitano tra calciatori durante un allenamento. Un’entrata un po’ troppo dura, chi la subisce perde le staffe e si sfiora la rissa. Succede anche tra amici nella partita di calcetto, o tra ragazzi all’oratorio. Ma se uno dei “ragazzi” in questione è nato a Palermo il 12 agosto 1990, è cresciuto a Brescia con la famiglia adottiva, è diventato famoso nell’Inter e oggi gioca nel Manchester City del suo primo maestro Roberto Mancini, ecco che la notizia rimbalza di sito in sito. Ci siamo capiti: Mario Balotelli è quasi venuto alle mani con il compagno di squadra Micah Richards. La zuffa è nata da uno scontro di gioco nella partitella di fine allenamento in vista del delicato match contro l’Arsenal, altra super-sfida per un City che sta vivendo un dicembre difficile, con l’eliminazione in Champions League e la sconfitta contro il Chelsea, anche se i “Citizens” sono sempre primi in classifica. Un intervento troppo energico del difensore inglese sull’italiano ha fatto volare qualche parola di troppo a “SuperMario”, che non ha raccolto l’apprezzamento del compagno. A suon di paroloni i due sono quasi venuti alle mani, con James Milner e Yaya Touré che hanno dovuto fare un lavoro extra per fermare il difensore, che a dire il vero era il più esagitato dei due. Dalla parte del Manchester City hanno provato a ridimensionare l’accaduto parlando anche di una stretta di mano tra i due nel segreto degli spogliatoi, ma c’è anche chi ha parlato di un Roberto Mancini visibilmente accigliato per l’ennesimo episodio negativo riguardante Balotelli. Tutti sanno quanto Mancini abbia fatto per la carriera di Mario, prima all’Inter e ora in Inghilterra. Le buone prestazioni in campo, dove Mario ha indiscutibilmente trovato la continuità di rendimento, non corrispondono a un uguale miglioramento in un comportamento sempre al limite e troppe volte fuori dalle righe. A dir la verità ultimamente in campo Balotelli è migliorato anche sotto il profilo disciplinare (e oggi sembra che la colpa ricada più su Richards), ma il problema sono i troppi errori in cui ancora ricade fuori dal campo, tra donne, motori e fuochi d’artificio. In un modo o nell’altro SuperMario riesce sempre a far parlare di sé.
Sicuramente anche Prandelli vigilerà con attenzione, perché l’attaccante è un patrimonio fondamentale anche per la Nazionale italiana in vista degli Europei del 2012, e va certamente tutelato da tutti (lui personalmente per primo, naturalmente). Balotelli è indiscutibilmente il nostro più grande talento, speriamo che vada tutto bene.
(Mauro Mantegazza)