Si è parlato molto spesso anche di depressione post parto, con numerose donne che dopo questo straordinario evento subiscono un contraccolpo psicologico. Uno studio, non concentrato solo su cosa accade dopo il parto e che arriva dall’Indiana University School of Medicine di Indianapolis, ci spiega come anche i padri possano soffrire di depressione. Dopo aver analizzato quasi diecimila screening è stato ravvisato che il 4.4% dei padri e il 5% delle madri accusano la dpressione. La ricercatrice pediatrica Erika Cheng ha sottolineato: “Il fatto che così tanti genitori stiano manifestando la depressione è decisamente preoccupante. La depressione può avere anche delle gravi conseguenze se non viene debitamente curata”. Lo studio sottolinea come sia dunque importante andare ad analizzare con attenzione quelli che possano essere i fattori di rischio. (agg. di Matteo Fantozzi)
IL VERDE PUÒ PREVENIRE LA PATOLOGIA
Come combattere la depressione? Sicuramente ci troviamo di fronte a una patologia che non è facile diagnosticare e che si può prevenire ma con grande attenzione ai dettagli. Uno studio che arriva da Stanford ci spiega come gli eventi climatici possano avere un ruolo da protagonisti in questa tipologia di problemi. Pare infatti che eventi estremi dal punto di vista climatico possano addirittura portare all’idea del suicidio, mentre il verde sarebbe una soluzione molto importante per rilassarsi. Lo studio ci parla di parchi, aree verdi e giardini come dei veri e propri antidepressivi. A questi va aggiunto il fatto che il caldo di certo ha un potere non da poco sull’umore delle persone e influisce in maniera positiva e rilassa anche le persone che sono tendenti alla depressione. Unas notizia molto importante questa che potrebbe aiutare anche a controllare lo stato d’animo delle persone colpite da questa patologia. (agg. di Matteo Fantozzi)
A RISCHIO ANCHE DONNE E ANZIANI
La depressione è una delle patologie, purtroppo, più diffuse nell’Unione Europea. Sono diversi i fattori di rischio che aumentano la possibilità di cadervi. Sono numerosi i soggetti che sono più esposti a queste possibilità, con le donne che sono nettamente più esposte, secondo gli studi, rispetto gli uomini. Alta percentuale di persone cadute in depressione arriva dagli anziani, che non hanno possibilità per esempio tra le altre cose di fare sport in grado di creare giovamento con la normale produzione della seretonina. Si è fatta luce sui disoccupati che sono in aumento per questa patologia, ma non ci sono da escludere anche gli altri due rami citati che sono esposti a dei rischi davvero difficili da prevenire. Per questo gli specialisti sono sempre più impegnati in campagne di sensibilizzazioni in grado di far capire quali sono i primi segnali di fronte ai quali diventa obbligatorio intervenire. (agg. di Matteo Fantozzi)
5.2% DELLA POPOLAZIONE NE SOFFRE
Il 5.2% della popolazione italiana oltre i 15 anni soffre di depressione, in termini numerici si parla addirittura di 2.8 milioni di persone. La patologia è preoccupantemente in aumento soprattutto tra gli anziani, anche se c’è un’altra categoria di tenere sotto osservazione e cioè quella dei disoccupati. Tra questi ne soffre l’8.9% mentre sono il 10.8% tra gli inattivi e ‘solo’ il 3.5% di quelli occupati. I dati rilevati dall’Istat invitano a fare delle riflessioni davvero molto importanti che mirano ovviamente verso la prevenzione. C’è per fortuna anche il rovescio della medaglia visto che l’Italia è uno tra i paesi europei con meno depressi, la media è di 5.5% rispetti al 7.1% di media Ue. Il valore percentuale è addirittura raddoppiato per quanto riguarda le persone sopra i sessantacinque anni.
ALUNNI CON DISTURBI INTELLETTIVI
L’Istat si sofferma oltre che sulla depressione anche sulla scuola e i disturbi intellettivi dei bambini che vanno a scuola. Gli alunni con disabilità negli istituti italiani sono decisamente in aumento, quello con disturbi mentali-intellettivi arrivano a sfiorare i duecentomila. Numeri preoccupanti che devono far riflettere e portare a delle nuove considerazioni che obbligheranno il Ministero della Salute a fare delle analisi più precise, evitando di ritrovarsi a veder crescere queste cifre. L’Istat specifica poi come tra gli alunni disabili due su tre soffrono di disturbi intellettivi, un numero che è in costante crescita rispetto al passato. Nuove valutazioni verranno fatte con l’inizio ormai non troppo lontano della scuola che ripartirà appunto tra poco più di un mese.