E Vujadin Boskov ci hanno lasciati poco fa, nel giro di due giorni: poco fa un’altra triste notizia per il mondo dello sport: è morto Jack Ramsay, 89 anni. Era malato di cancro: lo aveva annunciato nel maggio di un anno fa, sospendendo immediatamente quelle che erano le sue attività di commentatore tv per la ESPN. Se n’è andato nel sonno la scorsa notte; qui in Italia il suo nome diceva forse poco, ma in realtà Ramsay è stato un grande allenatore di basket NBA, vincendo anche un titolo che rimane al momento l’unico mai conquistato dai Portland Trailblazers. Dopo il diploma conseguito alla Upper Derby High School (il suo nome compare nel Wall of Fame della scuola) la sua carriera di allenatore è iniziata al Saint Joseph’s College, dove si era laureato. Sette titoli della Big 5 e una Final Four, poi il grande salto con i Philadelphia 76ers: da General Manager vinse subito il titolo NBA nel 1967, con una regular season da 68 vittorie e 13 sconfitte e la finale vinta contro i San Francisco Warriors. Aveva in squadra Wilt Chamberlain, l’uomo dei 100 punti in singola partita, e Chet Walker: commise l’errore di scambiarli (il primo ai Los Angeles Lakers, il secondo ai Chicago Bulls) e la squadra si inabissò verso un rendimento negativo che culminò con la prima esclusione dai playoff nella storia della franchigia (1972). Fu allora che Ramsay lasciò, unendosi ai Buffalo Braves nei quali ebbe la fortuna di avere tra i suoi giocatori un certo Bob McAdoo, che a fine carriera avremmo visto dominare a Milano. Nel 1976 la svolta della carriera: andò a guidare i Portland Trailblazers, che nei sei anni di vita fino a quel momento non avevano mai centrato i playoff nè un record positivo in regular season. Aveva però Bill Walton, e sfruttò il collasso della ABA per ottenere un altro grande giocatore come Maurice Lucas. Fatta la coppia di lunghi, Ramsay affidò le chiavi della squadra a Lionel Hollins (fino allo scorso anno head coach dei Memphis Grizzlies): la franchigia dell’Oregon fece il botto, arrivò seconda nella Pacific Division (dietro ai Lakers) con 49 vittorie e 33 sconfitte, poi eliminò Chicago (2-1) e Denver (4-2) prima di “sweepare” (ovvero, un 4-0 tondo e netto) i gialloviola che avevano a roster Kareem Abdul-Jabbar e Lucius Allen. In finale, segno del destino, Philadelphia che nel frattempo si era assicurata Julius Erving, George McGinnis e Doug Collins (anche lui oggi allena: tre anni proprio in Pennsylvania). Ma Dr. J. venne sconfitto da Dr. Jack:
Il primo titolo per Ramsay. Purtroppo rimase l’ultimo: l’anno seguente, con i Blazers sul 50-10 e l’impressione di un dominio, Walton si ruppe il piede e da quel momento non fu più lo stesso. Fino al 1986 Ramsay rimase comunque in Oregon, ma senza più fare risultati: superò soltanto due volte un turno di playoff. La chiusura di carriera con gli Indiana Pacers: all’epoca soffrivano parecchio, ma nel 1986-1987 li guidò a un record di 41-41, solo il secondo non negativo da vent’anni. Nei playoff però perse subito contro Atlanta, e nel 1988 si licenziò dopo aver perso le prime 7 partite della stagione. Nella notte ci ha lasciato per sempre: da commentatore TV erano diventati celebri i suoi tormentoni “this away, that away, Tim Hardaway!” ogni volta che il playmaker dei Miami Heat segnava da tre punti, oppure “bottom of the net!”. Nel 1992 è stato introdotto nella Hall of Fame: un riconoscimento dovuto.
(Claudio Franceschini)