Nell’editoriale della puntata di ieri di Annozero Marco Travaglio prende di mira vari personaggi che – essendo a suo avviso colpevoli a priori – nel difendersi da varie accuse che gli sono mosse contro, non saprebbero far altro che sbandierare tesi complottistiche. Tra i personaggi che Travaglio sberleffa, nell’editoriale di Annozero di ieri, ci sono il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, la moglie, il cognato, Sandro Bondi ma, soprattutto, Marcello dell’Utri.
Il sarcasmo di Travaglio, si riversa contro chi – secondo lui – non avrebbe altre strategie per difendersi dalle accuse che gli sono mosse, che urlare al complotto. «Un complotto dietro l’altro: non basta Anemone che compra la casa a Scajola senza dirgli niente, non basta il cognato di Bertolaso che, alla Maddalena, lavora per la protezione civile e la moglie di Bertolaso che cura i giardini del Salaria sport Village di Anemone e Anemone che ristruttura la casa di Bertolaso e dà soldi a Bertolaso»: così esordisce Marco Travaglio, nel esporre il suo editoriale nella puntata di ieri di Annozero: «ma Bertolaso – continua Travaglio – non centra. Non basta Bondi che affida i restauri dei Nuovi Uffizi ad una manager di parrucchieri. Ma, basta guardargli la testa, per escludere qualsiasi collusione on il mondo dei coiffeur…». E da Bondi a Marcello Dell’Utri, il passo, per Travaglio, è breve: «Grida al complotto pure Marcello Dell’Utri, che al processo di Palermo, dove il Pg ha chiesto di condannarlo a 11 anni per mafia, lui e la sua difesa hanno denunciato un complotto di Di Pietro e di Orlando che congiuravano con i pentiti per fare carriera sui suoi processi». Ma, dice Travaglio, «veramente è stato Dell’Utri a dichiarare al Fatto Quotidiano: “Della politica non mi frega niente, io mi sono candidato per non finire in galera. Quindi vuol dire che i processi sono serviti pure a lui per fare carriera politica. Ma per lui, è tutto un complotto. Sono 40 anni che fior di mascalzoni gli telefonano, lo chiamano, lo incontrano, solo per incastrarlo».
DELL’UTRI E MANGANO – «Ormai è chiaro a tutti – ha aggiunto Marco travaglio – che misteriose entità congiurano contro di lui. Fin dal ’74 , quando conobbe il famoso mafioso Mangano che gli fece credere di essere uno stalliere per farsi assumere ad Berlusconi».
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