Questa sera va in onda su Canale 5 il film capolavoro di Ridley Scott “Il Gladiatore”. Il momento più emozionante della pellicola che vede protagonista Russel Crowe è sicuramente quello in cui Massimo Decimo Decimo Meridio rivela la sua identità all’Imperatore Commodo dopo aver trionfato nell’arena (clicca qui per vedere il video). Le parole del generale diventato gladiatore sono entrate nella storia del cinema come uno dei discorsi più emozionanti di sempre: “Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio, padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa,…e avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra”. Nell’incredulità generale, il popolo romano chiede la grazia dagli spalti del Colosseo. Commodo, spinto dal volere della folla urlante, alza il pollice e grazia Massimo prima di lasciare l’arena e il gladiatore al suo momento di gloria.
Stasera su Canale 5 andrà in onda “Il Gladiatore”, pellicola del 2000, con Ridley Scott dietro la macchina da presa e un grande cast comprendente Russell Crowe e Joaquin Phoenix. Il film, già considerato un classico della “settima arte” pur avendo solo 15 anni, ha vinto diversi premi, tra cui 5 Oscar: tra questi spiccano quelli per il “miglior film” e quello per il “miglior attore protagonista”. Ecco la trama. Siamo nel 180 d.C. e Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe), valoroso generale romano, ha portato i suoi soldati a sbaragliare una popolazione barbara in Germania. Questa impresa ha aumentato la stima che Marco Aurelio (Richard Harris), nutre nei suoi confronti. L’anziano imperatore, oramai conscio che la sua ora sta per giungere, decide che sarà Massimo a succedergli alla guida del vastissimo impero e non il figlio Commodo (Joaqin Phoenix) che considera non all’altezza del compito che il suo successore dovrà portare a termine, ovvero fare in modo che al centro della vita politica torni il Senato e che la repubblica soppianti l’impero. Il generale chiede del tempo prima di dare una risposta definitiva. Intanto l’anziano imperatore rende noto a Commodo la sua scelta, scelta di cui viene messa a parte anche la sorella Lucilla (Connie Nielsen), che vedova e invaghita di Massimo è giunta all’accampamento insieme a suo figlio. Commodo ricevuta la notizia, uccide il padre prima che la sua scelta divenga di dominio pubblico. Massimo tuttavia comprende che la morte di Marco Aurelio è stata una morte violenta e che il responsabile è Commodo: decide quindi di non prestare giuramento a Commodo, il quale per tutta risposta dà mandato a Quinto (Tomas Arana) che ha appena assunto la carica di Prefetto del Pretorio, di assassinare il generale e i suoi familiari. Massimo, portato in una radura isolata per essere giustiziato, riesce però a impossessarsi di una spada e dopo aver ucciso i suoi carnefici, scappa a cavallo e nonostante una grave ferita riesce ad arrivare fino a casa. Vi giunge però troppo tardi: i suo cari sono stati infatti uccisi brutalmente dagli uomini di Commodo. Disperato, si lascia andare a un pianto irrefrenabile e alla fine perde i sensi. Finisce quindi in mano a Proximo (Oliver Reed), un anziano con un passato da gladiatore e che ora fa il lanista.
L’ex generale finisce quindi in Africa e costretto a battersi con altri schiavi diviene presto un idolo della folla. Prende il nome di “Isapnico” e allaccia un legame d’amicizia con Juba (Djimon Hounsou) e Hagen (Ralf Möller) anch’essi gladiatori. Nel frattempo Commodo, per conquistarsi il favore della popolazione di Roma, ha indetto più di 100 giorni di combattimenti tra i gladiatori e Proximo decide di parteciparvi con la sua “scuderia”. I suoi gladiatori devono riproporre la battaglia di Zama. Massimo, scelto a guida del gruppo che deve impersonare i Cartaginesi, vince la battaglia e si rivela a Commodo. L’imperatore vorrebbe farlo uccidere ma la folla è dalla parte dell’ex generale e alla fine deve desistere. Massimo successivamente incontra Lucilla e rifiuta di appoggiare un piano del Senato per defenestrare l’attuale imperatore, chiedendo con fermezza a Lucilla di andarsene. Il giorno successivo Massimo deve combattere con il più forte gladiatore di Roma e dopo averlo sconfitto disubbidisce a Commodo, che con il segno del “pollice verso” gli aveva ordinato di ucciderlo. Massimo decide quindi di entrare in azione per ristabilire la legalità, ma quando sta per raggiungere il suo esercito, che continua a riconoscerlo come proprio comandante, il suo piano viene scoperto da Commodo. I suoi compagni gladiatori e Proximo vengono uccisi e lui viene fatto prigioniero. Commodo si reca in prigione e lo sfida a duello nel Colosseo, non prima però di avergli inferto una profonda pugnalata in un punto non visibile, che rende Massimo quasi del tutto incapace di combattere. Il duello è all’ultimo sangue e alla fine anche Quinto, capita la reale natura di Commodo, lascia che Massimo lo uccida. Il Colosseo è attonito davanti a Massimo ormai morente, il quale capisce che la fine è vicina perché vede sua moglie e suo figlio. Prima di morire chiede a Lucilla che vengano rispettate le volontà di Marco Aurelio e quest’ultima chiede a tutti i presenti che ciò venga messo in pratica. Il cadavere di Massimo viene omaggiato da tutti: la giustizia ha alla fine trionfato.