Se è vero che il successo di un programma tv 2.0 si vede dal numero di tweet e di commenti sui social network, si direbbe che La Pellegrina non ha di certo avuto successo. Pochi cinguettii e tutti molto critici. In effetti, il film è stato lento, senza ritmo, con una trama scontata e scene che si ripetevano quasi sempre uguali, come quelle degli scontri. E mai possibile che in un viaggio di 100 giorni, anche se siamo nel medioevo, si debba lottare e rischiare la vita ogni tre minuti? La domanda è retorica. Sempre i soliti personaggi tra il fiabesco e leroico, pozioni magiche che si mescolano alla fede in un periodo storico dove sia religione che arti magiche significavano molto per il popolo. Ma il tutto non è stato assemblato con le giuste misure. Le storie dei personaggi erano complesse da seguire e spesso si perdeva il filo. Alcune sembravano forzate e create solo per dare dinamicità al racconto altrimenti troppo piatto. Il fratello cattivo che uccide tutti facendo piazza pulita ed ergendosi sul trono è una fiction sentita e risentita. Come anche la giovane ragazza che torna dopo mesi e fa tornare la pace in città. Struttura circolare senza troppi colpi di scena. Scontato anche il finale: un bacio appassionato tra i due ragazzi che, dopo tante peripezie, possono vivere felici e contenti. Il tema del viaggio come rinnovamento non viene neppure sfiorato. Si voleva soprattutto fare gioco sugli imprevisti del lungo cammino che, però, si sono rivelati simili e inutili ai fini del racconto.