3 gennaio 1954: Fulvia Colombo, prima annunciatrice apparsa sui teleschermi, presenta linizio delle trasmissioni della Rai, radiotelevisione italiana. Ieri, il compleanno relativo ai sessanta anni della Rai, è stato celebrato nel corso di tutta la giornata in varie trasmissioni che ne hanno ricordato la nascita e, Rai Uno alle 21,10 ha trasmesso uno speciale dal titolo 60 anni di Tv. Il programma è stato un collage realizzato dalle Teche Rai che hanno messo mano sullimmenso archivio dellazienda, creando un sorta di gigantesco Blob che è stato un ripercorrere i lunghi sessantanni di vita della televisione italiana. stato un colpo al cuore di tutti coloro che provano nostalgia per i tempi passati che, seppur non lontanissimi cronologicamente, appaiono tuttavia remoti. Rivedere immagini in bianco e nero e i volti di tantissima gente dello spettacolo che non cè più o che è ovviamente cambiata, è stata come una cavalcata sullonda della emozione che ci procura la memoria.
La trasmissione, di per sé, è stata organizzata come una sorta di alfabeto dove ogni lettera, serviva come un denominatore comune per linnesto di brevi o brevissimi filmati. Per coloro che non hanno avuto modo di vedere la trasmissione per intero, ecco una breve carrellata.
A come antenna. Non poteva che cominciare con le parole di Pippo Baudo il mix di immagini che successivamente si è visto: Fulvia Colombo che annuncia linizio delle trasmissioni, spezzoni di filmati depoca che documentano gli inizi pionieristici della Rai; Montesano che fa la parodia del monoscopio; Marina Morgan, altra storica presentatrice, che annuncia la prima trasmissione a colori della Rai, ossia una Domenica In condotta da Corrado.
B come ballo. Tra i filmati, vengono riproposte le gemelle Kessler nella loro apparizione Giardino dInverno, ma anche gli sketch di Aldo Fabrizi, i balletti di Don Lurio e Lola Falana, passando per la parodia di Cochi & Renato per terminare vedendo una Milly Carlucci giovanissima prodursi come ballerina sensuale.
C come censura. Da Ilona Staller passando per il Je taime di Jean Birkin e le parodie Luttazzi o Morandi smutandato per testare laumento dellindice di ascolto e la censura di un tempo come quella relativa alla canzone Dio è morto di Guccini cantata dai Nomadi e quella di Cera un ragazzo cantata da Morandi che non poteva cantare di americani morti nel Vietnam.
D come due. Le strane coppie come Mina e Nilla Pizzi oppure Mina con Sordi o quella rappresentata da Minnie Minoprio e Fred Bongusto. Ma anche Spaak e Sandrelli dentro alla vasca nude che mentre fanno il bagno si intervistano o i duetti Albano-Power, Wess e Dori Ghezzi, i Vianello, Martini e Bertè e quelle comiche Gaspare e Zuzzurro, Ficarra e Picone, Litizzetto e Fiorello.
F come festival. un inno a Sanremo in tutte le salse dai filmati virati seppia che mostrano Pino Donaggio, Josè Feliciano e un tempo che non cè più per poi passare ai colorati anni Ottanta (Luis Miguel e i suoi ragazzi di oggi) e ai Novanta (la signorina Carlo interpretata da Anna Marchesini), concludendo con la farfallina della sensuale Belen.
G come giovane. Da Scaramacai di arcaica memoria, a Giovanna la nonna del corsaro nero, a Claudio Lippi imberbe che presenta una trasmissioni per ragazzi senza dimenticare Carlo Conti in Big (1992) al mago Zurlì, il mago del giovedì e Topo Gigio. Pezzi storici dedicati ai ragazzi come il giornalino di Giamburrasca, Melavisione, Bonolis di 1,2,3 contatto, Frizzi che conduce il barattolo.
H come horror. Da Albertazzi che interpreta Jekill alla sua parodia fatta dal Quartetto Cetra in Biblioteca di Studio Uno per terminare con Belfagor, ci viene ricordato che anche lhorror ha fatto la sua comparsa in Rai.
I come imitazione. Tanti gli imitatori passati per la Rai: Noschese, Goggi, Guzzanti, Max Giusti, Sabani, Franco Rosi, Marcorè: per ognuno di questi un delizioso e comico omaggio.
J come juke box. I fenomeni musicali espressi attraverso la scatola magica da Paul Anka e Neil Sedaka a Mastroianni che canta con i Cetra una loro canzone Un disco dei Platters, per terminare con Salvetti che presenta in un filmato targato anni 70, la storia del Juke box.
K come killer. Immancabile Cervi ed il suo Ispettore Maigret (anche se in questo caso una auto parodia a Studio Uno) come Ubaldo Lay e il tenente Sheridan per ricordarci che anche il poliziesco è passato per la Rai.
L come letteratura. Brani dellOdissea, dei Promessi Sposi, Pinocchio, Questi Fantasmi, vengono a celebrare lidea che in Rai si sia divulgata la cultura attraverso gli sceneggiati o le piece teatrali.
M come magia. Non potevano mancare gli illusionisti in casa Rai ed ecco quindi Silvan, Casella, Binarelli ma anche la Zingara di Cloris Brosca.
N come notizie. Festival di sigle dei tg di tutti i canali e di tutti i tempi ma anche le parodie degli stessi.
O come orchestra. Elemento fondamentale nelle produzioni degli show del sabato sera, erano condotte da maestri che sono rimasti nella memoria della tv.
P come pubblicità. Pilastro della Rai la pubblicità per provocare introiti ed ecco vari Carosello dellepoca (Bialetti, Perugina, Alemagna, ecc.) e vari interpreti (Gassman, Viarisio, Lisi).
Q come quiz. Trasmissioni di punta sono stati i quiz che per diversi anni hanno stimolato i telespettatori a non parlare di altro: da Lascia o raddoppia che è stata il denominatore comune per la lingua italiana, a Rischiatutto e a quelle dedicati ai ragazzi come Chissà chi lo sa condotta da Febo Conti.
R come rivista. Milleluci, Macario uno e due, Rinaldo in campo, Rugantino: spettacoli di rivista che sono approdati o che sono nati in Rai e che hanno decretato più che un successo presso i telespettatori.
S come sport. Dalle parodie di Jacques Tati ed Henry Salvador ai programmi seri come La domenica sportiva e 90 minuto con una carrellata di storici volti (Bubba, Carino, Necco, Giannini, Valenti) per ricordarci quanto lo sport sia attecchito in Rai.
T come telefono. Da Franca Valeri a Bice Valori passando per la canzone di Modugno Piange il telefono, lomaggio di questo apparecchio apparso tante volte in tv.
V come Venere. Tante le donne che sono apparse in tutto il loro splendore fino a essere veri e propri sex symbol: Brigitte Bardot, Ornella Muti, Abbe Lane, Sabrina Salerno, Gloria Guida, Edvige Fenech, Amanda Lear.
Z come zoo. Omaggio allo storico Angelo Lombardi e alla sua trasmissione Lamico degli animali che per primo portò animali esotici allinterno di studi televisivi per farli conoscere al grande pubblico. Ma in Rai sono passati anche il cane Rex, Furia il cavallo del West, Rin Tin Tin, il pappagallo Portobello
Lomaggio alla Rai non poteva che concludersi con linizio della sigla W la Rai cantata da Renato Zero nel Fantastico 2. Lo stesso Zero, ma quello dei giorni nostri, ha commentato in modo commovente lepopea del servizio pubblico dicendo che alla fine tutti gli interpreti della televisione sono comunque nati e passati per lazienda che è quindi unica e irripetibile.
Era a base di tg, spettacoli di burattini e prime sperimentazioni la terza rete Rai che iniziò le sue tramissioni regolari alle 18:30 del 15 Dicembre 1979. La terza rete di casa Rai, che oggi festeggia i suoi 60 anni, è nata grazie alla riforma del 1975 e da allora, poco alla volta, dalla sua programmazione di cinque-sei ore al giorno, è diventata una delle reti più importanti del panorama italiano. Sono suoi i programmi di approfondimenti e i telegiornali regionali e così è stato fin da subito, fin da quando una giovane Fabiana Udenio esordì lanciando i programmi che avremmo visto quella stessa sera o nei giorni a venire mezz’ora prima del primo TG3, alle 18:30 precise. La rete raggiungeva tutti i capoluoghi di regione e solo il 45% della popolazione italiana all’epoca mentre i suoi programmi erano curati, almeno in gran parte, dal Dipartimento Scuola Educazione. Se non eravate presenti al lancio della rete perchè siete giovani o smemorati, ecco il mitico video di un pezzo di storia della televisione italiana:
«Il suo destino è già segnato, nasce all’insegna della vittoria. Ed ora ditemi che sono retorica, che sono una sentimentale, ma io a questo secondogenito televisivo voglio dedicare un brindisi. Cin cin Secondo Canale! Noi ti consideriamo un amico e anche se, come nelle dinastie dei monarchi, porti il nome di Canale Secondo, noi ti auguriamo di non essere secondo a nessuno e ora, piccolo canale appena nato, buona notte. Con queste parole Mina battezzò il 4 Novembre de 1961 quello che poi sarebbe diventato Raidue. Una delle tre reti Rai dedicata ai giovani, ai talent, ai cartoni e alle serie tv, almeno oggi. Agli inizi, invece, nasceva come alternativa alla rete Nazionale, il primo Canale, ed esordì addirittura con uno speciale sulla Prima guerra mondiale e la vittoria italiana (di cui proprio allora ricorreva l’anniversario). Il secondo canale non raggiungeva tutta la penisola con il suo segnale e il suo budget limitato non permetteva i grandi varietà della Rete Nazionale. Molto spesso, veniva usato addirittura come trampolino di lancio dalle nuove leve per arrivare sull’attuale Raiuno. Insomma, un surrogato, una costola della prima rete, che presto riuscì a diventare competitiva e a trovare la propria direzione così come la mitica Mina aveva augurato. Qui di seguito il video con il brindisi di Mina.
I tempi sono proprio cambiati ormai e se il 3 gennaio di sessantanni era la Rai a tenere le redini della televisione italiana stupendo, unendo e alfabetizzando gli italiani, adesso non è più così. Un compleanno non facile per un’azienda “statale” che cerca in tutti i modi di restare al passo con i tempi e, in alcuni frangenti, ci riesce anche. Oggi si parla di web tv, on demand, social network, ma all’epoca la tv era quella. Era Raiuno o meglio il Canale 1. La televisione iniziava così, 60 anni fa il suo cammino entrando nelle case degli italiani con notizie, musica, teatro e i mitici varietà che hanno fatto la storia di Mamma Rai. Oggi le reti Rai celebreranno in vari modi il loro compleanno e in prima serata andrà in onda un’imperdibile puntata speciale di “Techetechetè” intitolata «60 Anni di Tv. In attesa di assistere ad una carrellata di eventi, personaggi e spezzoni della storia della tv italiana, ecco il video con l’annuncio delle trasmissioni tv.
Questa sera, alle ore 21.15 su Rai Uno, va in onda 60 anni di tv, il programma speciale di Techetecheté per festeggiare i 60 anni di vita della televisione italiana; la prima trasmissione risale infatti al 3 gennaio 1954. Tutta la storia del piccolo schermo verrà ripercorsa dalla A alla Z. Lenciclopedia in formato tv rievoca così tutti i personaggi e i format che hanno lasciato un segno indelebile nella storia televisiva nostrana. Dagli esordi del bianco e nero fino allavvento del colore: tutta la storia dellintrattenimento video. Come detto, sarà letteralmente una rievocazione dalla A alla Z: A come Antenna (simbolo della Rai-Tv delle annunciatrici e dei cameramen), alla B di Ballo, la C di Censura fino alla Z di Zoo (da Rin-Tin-Tin a Furia, da Lassie a Rex).
In seconda serata troveremo unedizione speciale di Tv7 (a cura del Tg1, Tg2, Tg3 e Rainews24) con le notizie e i volti memorabili dei telegiornali Rai di questi 60 anni. Lappuntamento scatta alle 23.45 (sempre su Rai Uno): La storia accesa-60 anni di Tg; dalla prima partita di calcio trasmessa in tv (Italia-Egitto, 5 a 1 per gli Azzurri) fino alla morte di Nelson Mandela, uno degli ultimi eroi del XX secolo. Verranno riproposti i momenti di grande entusiasmo, di paura e di stupore. Storica lincomprensione del 20 luglio 1969 fra Tito Stagno e Ruggero Orlando sul momento preciso in cui luomo ha messo piede sulla Luna. Sotto lente di ingrandimento levoluzione delle tecnologie nel corso dei decenni: dal bianco e nero al colore, dalla pellicola allelettronica fino al digitale. E levoluzione della grafica in studio: dalle prime timide cartine fino alle animazioni. Per non parlare del restyling delle sigle e degli studi: dal cartello fisso in bianco e nero a quelle nuove, ricche e colorate, con le loro musiche indimenticabili e inconfondibili. Spazio di riguardo anche per quei giornalisti che hanno raccontato il secolo scorso e che,oggi, stanno descrivendo quello attuale. Sarà loccasione anche per ricordare le vittime Rai: inviati, operatori e tecnici, che hanno perso la vita coraggiosamente per raccontare le guerre.