Un reportage su storie note a pochi. Storie di uomini e fatti che si perderebbero in un continente sconfinato e squilibrato come l’America Latina, dove invece quelle storie hanno fatto breccia, iniziando a trasformarlo. Due puntate, che andranno in onda su Raiuno (la prima questa serà alle 23:30), racconteranno che cosa ha cominciato a riscattare, dall’interno, l’emarginazione di alcuni Paesi. Brasile, Cile, Paraguay, Argentina. L’idea è nata dallo speciale sul Meeting di Rimini dello scorso anno. La parte che descriveva quel che succede a San Paolo, attraverso l’esperienza di Cleuza e Marcos Zerbini (responsabili dell’associazione “Trabalhadores Sem Terra”) ha incuriosito in particolare Teresa De Santis, vicedirettore di Raiuno. Ha chiesto di documentare altre realtà poco conosciute di un continente che cerca stabilità politica e fa ancora pesantemente i conti con un passato di dittature e con la povertà. Ne è nato un reportage che documenta la bontà di un metodo fotografandone i frutti. Frutti come l’opera nata da padre Mario Pantaleo, un sacerdote morto vent’anni fa: intorno alla sua figura è cresciuto un centro di cura e di educazione che sostiene una zona sterminata alla periferia della grande Buenos Aires. O il recupero della più grande favelas su palafitta al mondo, abitata dal 150mila persone a Salvador Bahia, dove attraverso Avsi sono nati centri di formazione, laboratori, scuole d’infanzia e centri nutrizionali.
«Il tragitto del reportage coglie esperienze di presenza e di evangelizzazione», racconta Roberto Fontolan, giornalista e responsabile del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, autore dello speciale in due puntate. «Abbiamo seguito un filo che accomuna esperienze diverse fra loro: il metodo da cui nascono. Cioè la valorizzazione della persona e la centralità dell’educazione. Sono tutte esperienze di successo, riconosciute a livello internazionale». Il reportage mostra come si realizza concretamente quello di cui si parla e dibatte nei vari forum di cooperazione internazionale, a partire dal recente G8. E rileva fatti «decisamente curiosi», continua Fontolan. Per esempio che in Cile ci siano esperienze di sussidiarietà tra le più forti al mondo: «Un Paese come quello, che lotta ancora col fantasma della dittatura, ha una strategia vincente proprio in virtù di progetti che puntano sull’educazione e sullo sviluppo della persona», la lotta al degrado che parte dall’umano: «Senza questo, si fanno solo piccole o grandi infrastrutture destinate a essere smantellate nel tempo».
La prima puntata (Le scuole della vita, che andrà in onda questa sera alle 23.30) è proprio dedicata al Cile e al Brasile. La seconda (Le città della carità, lunedì 3 agosto, 23.30) racconta, oltre al centro di padre Pantaleo in Argentina, anche la missione di padre Aldo Trento in Paraguay: «È un’opera ispirata alle antiche riduzioni gesuitiche raccontate dal film Mission: una comunità cristiana che prega, lavora e si aiuta». E che ha dato vita ad un centro d’accoglienza per i malati di Aids, un asilo, una scuola elementare, due case per i bambini orfani, un centro di eccellenza che ha assistito fino ad oggi 14mila malati.