Barabba è simbolo della nostra civiltà, è luomo di cui Cristo prese il posto sulla croce, come se Cristo fosse morto per salvare lui e quindi in lui si riassume lumanità intera, salvata!.
Ecco lo snodo… Barabba rappresenta luomo della nostra epoca, cinico e peccatore, che riceve lo sguardo illuminante da Cristo, ma necessita di tempo per capire il valore della grazia ricevuta e cambiare. Proprio come accade a Pietro Sarubbi, lattore, scelto da Mel Gibson per il ruolo di Barabba nel film “The Passion of the Christ”, che racconta la sua avventura in un libro “Da Barabba a Gesù. Convertito da uno sguardo” (Ed. Itaca, Castel Bolognese 2011).
Può uno sguardo cambiare la vita di un uomo? La risposta di Pietro Sarubbi è Sì. Per Pietro, attore affermato, lincontro con Dio passa dallo scambio di sguardi tra lui, sfigurato Barabba, e Jim Caviezel, il Cristo di The Passion. Lo spazio di pochi fotogrammi per chi ha visto il film.
Pietro ha proprio la vita che ci si aspetta da un artista, perché è un artista. Unadolescenza irrequieta, con tanto di rocambolesca fuga con il circo, il lavoro che tutti sognano di fare, lattore, una famiglia numerosa, cinque figli, e tanti colpi di scena, come lintreccio di una commedia di Shakespeare. Una vita che un giorno, sul set, viene ferita da uno sguardo, uno sguardo che scava nel cuore dellattore. Quello sguardo ridesta il desiderio ultimo di felicità di Pietro, desiderio di cui tutta la sua irrequietezza forse è sempre stata segno, e dà a quel desiderio un nuovo significato.
Pietro ha un carattere forte e orgoglioso, sprezzante del pericolo e certo delle proprie qualità artistiche ha la faccia tosta di contestare la scelta di Mel Gibson e di discutere con lui. Prima chiede un ruolo più importante (chiamandosi Pietro, quale ruolo avrà provato a chiedere?) e poi, quando capisce che il ruolo non si può contrattare, prova a chiedere a Gibson di modificare il personaggio, esigendo delle battute, così importanti per un attore.
La risposta del grande attore e regista è chiara: Barabba non parla perché non ha più parole, ha urlato tutto il suo fiato, per lingiustizia subita. Barabba non è solo un ladrone, ma è un nobile discendente della tribù degli Zeloti,… è stato fatto prigioniero e torturato fino a trasformarlo in una bestia e come le bestie non ha parole, ma esprime tutto con gli occhi. Per questo ti ho scelto, per fare il mio Barabba. Dovrai apparire come una belva, ma in fondo ai tuoi occhi ci deve essere lo sguardo di un uomo onesto.
Pietro, poco a poco, ferito da quello scambio di sguardi sul set capisce che Barabba è così importante in quanto guardato da Gesù. È l’interesse che Gesù ha per lui, per la sua salvezza che crea il valore. Rappresenta l’uomo della nostra epoca, cinico e peccatore, che riceve lo sguardo illuminante da Cristo, ma ha bisogno di tempo per capire il valore della grazia ricevuta e cambiare.
Proprio come poi accade a lui, lo sguardo ferisce l’attore, ma apre a un incontro grande “in fondo agli occhi e in fondo al cuore conserva uno sguardo ancora puro, ancora salvabile e anche se non lo vedrà nessuno, Cristo lo vedrà”. Parola di Mel Gibson.
Sono bellissime le pagine in cui Pietro descrive i giorni sul set, i suoi capricci e la sua riluttanza nei confronti del proprio personaggio e la difficoltà a immedesimarsi in lui, fino a che non vede Jim Caviezel, Cristo, in attesa di girare la scena. All’attore non è stato risparmiato nulla e nulla lui si risparmia. Vive con grande dignità il dolore e il disagio del suo personaggio, non fa bizze da prim’attore e stoicamente sta fermo, scalzo e dolente, al freddo, immedesimato con Gesù. Qui avviene il primo cambiamento, Pietro riesce comincia a immedesimarsi, e poi la scena dello sguardo.
La storia di Pietro non è solo la storia di un film, ne ha girati tanti, non è solo la storia una conversione, è la storia della vita di un uomo che cresce irrequieto, si innamora, lavora con successo in un mondo affascinante come quello dello spettacolo, si scontra con le difficoltà della vita, fa un incontro importante che da incontro professionale si rivela essere un incontro che cambia la vita. E Pietro ci si rituffa nella vita.
Il racconto non si esaurisce in quello sguardo tra Barabba e Gesù, ma in quello sguardo la vita di Pietro trova un compimento e un’apertura a un nuovo modo di vivere, di lavorare, di amare, di essere padre… e di scrivere un libro in cui racconta, con sguardo divertito, la sua vita e l’incontro con il cristianesimo. Una testimonianza concreta della possibilità di conversione.