E’ andato in onda ieri, giovedì 25 giugno 2015, lo speciale dedicato al 50esimo anniversario dal primo concerto dei Beatles in Italia Vedi chi erano i Beatles. Chi si fosse perso la serata evento di Rai 3 condotta da Fabrizio Frizzi, può rivederla grazie al servizio di video replica messo a disposizione da Rai Tv cliccando qui. Ecco il riassunto di quanto andato in onda. Vedi chi erano i Beatles inizia con una breve anteprima: immagini d’epoca che mostrano le file ai botteghini e le interviste; l’attesa per il treno proveniente dalla Francia che il 23 giugno portò la band in Italia. Ma non ci sono immagini Rai di quei concerti e nel programma verranno presentati molti spezzoni di video amatoriali. Una storia dirompente quella dei quattro ragazzi di Liverpool, raccontata con l’intervento di chi in quei giorni c’era, di chi partecipò ai concerti e ha inviato documenti, foto e filmati.
Ma anche con l’intervento di tanti giornalisti ora famosi, ma che all’epoca erano giovani all’inizio della carriera, ancora squattrinati come racconta un’emozionato Gianni Minà, che cercavano di capire, nel fermento di un’epoca incredibile, quali gruppi avrebbero sfondato. E così proprio Gianni Minà che li aveva conosciuti da poco, li accolse al loro arrivo e li accompagnò in giro per Milano, al concerto di Fred Bongusto e poi a Genova. Il concerto Genovese cominciò con Twist and shout, brano riproposto in studio da una storica band. E animano la serata alcune delle tantissime band che ripropongono in tutta Italia le Cover dei Beatles; si alternano in studio a eseguire man mano brani celebri e altri meno conosciuti. Bend di giovanissimi e altre di giovani attempati che riproducono, anche nei vestiti, la band. Vestiti che si scopre furono disegnati originariamente da Pierre Cardin e confezionati da uno storico sarto. In studio invitato il figlio di Gordon Mils che ha portato alcuni modelli originali, degli oltre 500 che insieme al padre ha confezionato, sia per i concerti, sia per la loro vita privata.
Ricorda quando seguendo il padre, fu invitato a prestare le mani per accompagnare la registrazione di Eight days a week. Particolare da notare: anche Frizzi indossa un abito in perfetto stile Beatles, tre bottoni, un po’ accollato, stile asciutto. Il presentatore non sfigura, anche se a volte appare un po’ ingessato. Era il Giugno 1965, sulle prime pagine dei quotidiani campeggiava il colpo di stato in Algeria e il risultato della finale della Coppa delle Fiere, anche allora la Juve aveva perso in casa contro il Ferencvaros per uno a zero. Tra i protagonisti di quei giorni tanti giovani (allora) cantanti italiani che aprivano il concerto e calcavano il palco nella prima parte: Fausto Leali, Guidone (Guido Crapanzano), Peppino di Capri: tutti narrano i loro ricordi, ma mentre Guidone che parlava bene l’inglese ricorda l’affabilità, il legame simpatico che si era instaurato tra lui e i quattro vicini di camerino che lo interpellavano ad ogni necessità, Peppino di Capri li ricorda freddi e distanti, in fondo all’aereo che li portava a Roma; non si instaurò tra loro nessun rapporto.
Rimase molto impressionato dalle sonorità, dai grandi amplificatori che vennero montati sul palco. Tra aneddoti e interviste, presentazioni di immagini inedite in cui appare anche Margherita Hack che assistette al loro concerto romano, come pure Anna Magnani e Teo Teocoli, la serata fila via un po’ assonnata, in un’atmosfera a volte un po’ rallentata, senza scossoni, nè rivelazioni eclatanti. A parte il simpatico flashback di Amanda Lear che ci svela come Yoko Ono, fosse disposta a pagare 6000 dollari per un baffo di Salvatore Dalì, ma il pittore la imbrogliò vendendole un filo d’erba secca del giardino. Intervengono ancora due giornalisti famosi: Gianni Bisiach che li intervistò a Londra sotto la pioggia e Furio Colombo che li incontrò in India tra un reportage e l’altro della guerra in Vietnam, e riuscì ad avvicinarli grazie a Mia Farrow.
Nella parte finale viene presentata la testimonianza di chi li conobbe molto e lavorò fianco a fianco: Ken Scott, il tecnico del suono, rivela che a un certo punto i legami tra i quattro componenti si allentarono, come in un rapporto di coppia, e non imputa a Yoko Ono, la responsabilità dello scioglimento. E infine scopriamo che un Frizzi bambino partecipò al concerto, grazie all’assenza del fratello maggiore Fabio, ospite in studio, ora famoso direttore d’orchestra. Il programma si conclude ottenendo uno share di 6,96 %, pari a 1.405.000 spettatori, non male, ma forse un po’ al di sotto delle aspettative di un programma che intendeva ripercorrere la storia di un evento memorabile. “Vedi che eri chi erano i Beatles” ha registrato il 6.96% di share grazie a 1.405.000 telespettatori.