Questa sera, venerdì 14 giugno, va in onda alle 21.10 su Rete 4 la seconda puntata di Alive – Storie di sopravvissuti. Il programma a cura di Simona Ercolani e condotto in studio dal naturalista Vincenzo Venuto, prende il posto di “Quarto Grado” nella prima serata di venerdì. Il programma di Salvo Sottile riprenderà dopo l’estate. Alive – Storie di sopravvissuti racconta di storie vere di persone che sono arrivate a un passo dalla morte, ma sono riuscite a sopravvivere, avventure drammatiche caratterizzate da un lieto fine. Il salvataggio del piccolo Flavio Angeli, le testimonianze della guida alpina Daniel Rossettò e dellingegnere Giorgio Moroni, reduci da un tragico incidente in montagna, sono tra i protagonisti della puntata di questa sera.
Sonia e Daniele Angeli ricordano il drammatico incidente di Flavio, il figlio di cinque anni che, una mattina del 24 giugno 2012, ha rischiato di annegare in una piscina a Tarquinia. La ricostruzione racconta di come un giorno di vacanza si può trasformare in un incubo per una disattenzione: Germano De Chirico, amico di famiglia Angeli, e Nicoletta Mazzola, figlia del sindaco della cittadina, prestando i primi soccorsi a Flavio gli hanno salvato la vita in extremis. Daniel Rossettò, guida da trentanni, e Giorgio Moroni, ingegnere di Pavia, raccontano una terribile giornata sul Monte Bianco. Il 12 luglio 2012 a Chamonix, sul versante francese del massiccio, una valanga travolge due cordate di escursionisti. Rossettò e Moroni si sono salvati per miracolo, mentre 9 escursionisti (tre britannici, tre tedeschi, due spagnoli e uno svizzero), hanno perso la vita. Nel corso della puntata si parlerà anche dellincidente di Crevalcore, con lo scontro frontale tra un treno merci fermo su un binario e l’Interregionale 2255 partito da Verona e diretto a Bologna il 7 gennaio 2005. Nello scontro persero la vita 17 persone e una sessantina rimasero ferite, per una tragedia che poteva essere evitata, se fosse stato segnalato telefonicamente la presenza del merci sulla linea.
Le indagini della magistratura si sono concluse nel 2010, con la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo e disastro colposo a sette dirigenti locali di RFI: per tre dirigenti della Direzione Compartimentale di Bologna l’accusa è aver predisposto una stazione a binario unico automatizzata negli incroci fra treni senza prevedere sistemi di segnalazione e orientamento per i macchinisti in caso di scarsa visibilità; a quattro dirigenti di movimento viene invece imputata la mancata segnalazione telefonica della presenza del treno merci sulla linea.
Il processo si è concluso con l’archiviazione per i vertici di RFI e sette avvisi di conclusione delle indagini in quanto fu riconosciuto il doppio errore umano dei ferrovieri alla guida di uno dei due treni.