Non tutti hanno gradito la comicità di Pintus nello spettacolo Pintus@Forum andato in onda ieri sera su Italia 1. “Spiegatemi come ha fatto #Pintus a riempire il forum di Assago. Secondo me erano tutti lì per Bossari”, scrive una telespettatrice su Twitter. Qualcun altro si è invece proprio rifiutato di vederlo e scrive: “Non conoscevo nemmeno mezza battuta di Pintus e dopo aver letto alcune citazioni su Twitter, sto bene così”. Altri dimostrano invece di aver apprezzato i suoi sketch e le sue imitazioni scrivendo: “Pintus che imita Fedez con la mano sotto al collo rimane una delle cose più belle viste fino a oggi!”. Insomma è proprio il caso di dire de gustibus!
Ieri sera è andata in onda su Italia 1 la prima puntata di Pintus@Forum. Eccone il riassunto. L’ingresso di Pintus sul palco è caratterizzato dalla prima imitazione di serata, quella di Zlatan Ibrahimovich. Lo tradisce però un po’ di emozione, dovuta alla fitta platea che gli è dinanzi. Si passa subito ad affrontare il primo tema di serata, quello dei genitori, ringranziando però soprattutto i loro figli, dal momento che a loro deve il suo successo. I più piccoli lo adorano, e i genitori lo vivono un po’ come Violetta. La differenza tra padre e madre è che lui può fare una cosa alla volta, è monofasico, e spesso resta fermo, magari sul divano, mentre lei è in perenne azione, a caccia di impronte, briciole o altro. Arriva il corpo di ballo sulle note di Cremonini, e a sorpresa balla anche Pintus. Ilc omico si diverte anche a parlare un po’ con i ballerini, ed è divertito dal fatto che ci sia un angolano tra loro, che però quando parla ha un chiaro accento bolognese. Le origini di Pintus sono sarde, e così si inizia a parlare della sua regione, prendendo un po’ in giro il particolare dialetto sardo, che in pochi, eccezion fatta per i locali, riescono a comprendere. La sua terra però è sintomo di sua madre, e così si parla del rapporto con lei. Lui la vedeva sempre con le mani in bocca, furiosa con lui per qualsiasi motivo. Prima lo sgridava e poi lo picchiava, ma con una baguette ancora surgelata, e tirata fuori dal freezer per l’occasione. Dove ha vissuto la maggior parte della sua vita però è Trieste, dove però in casa era presente suo nonno, vero sardo, che l’accento non l’ha mai perso, ed era un tocco di colore e stranezza in una città fredda e dominata dalla bora, che lui ricorda chiaramente quand’era piccolo. Molto spesso, sentendo il nonno parlare rapidamente, Pintus non capiva, e candidamente gli diceva che forse s’era dimenticato d’inserire almeno un verbo. Avrebbe dovuto studiare di più, e magari conoscere qualche lingua. L’inglese è importante, ma al tempo la sua professoressa d’inglese, a Trieste, era calabrese, e la cosa non aiutava. Le uniche cose studiate sono state quelle basiche e inutili, come la pen is on the table, che nella vita reale non servono a nulla. Dà voce agli oggetti che erano nella sua classe, con l’orologio che parla come Zlatane e il crocifisso come Berlusconi. Imita un po’ Fedez, e inizia a parlare di X-Factor e dei suoi giudici strampalati. Tutti conoscono Mika per la sua dolcezza, oltre per il talento, ma poi durante lo show è stato uno dei più infami. Fedez invece ha stravolto l’immagine del rapper duro, e Pintus non ci crede che a ogni puntata si commuoveva. Una breve lezione d’italiano, correggendo alcune frasi tipiche soprattutto dei giovani. Bella zio minchia non si può dire, e il congiuntivo e il condizionale dovrebbero essere utilizzati correttamente. Scherzando un po’ sui veneti prova a trasformare alcune loro affermazioni tipiche in inglese, come zio cane, che diventa uncle dog. Per evitare figuracce meglio non rispondere agli stranieri che chiedono indicazioni, o magari fingersi straniero a propria volta. Sconsiglia di andare a Londra se non si conosce bene la lingua, perchè anche solo un caffè può creare problemi. Torna su sua madre e dice che non sapeva picchiare, un po’ come tutte le madri, e per questo si affidava al lancio degli oggetti. Ha anche fatto il chirichetto, e ricorda d’aver fatto passare le pene dell’inferno al prete. Una volta ad esempio gli sostituì il vino con dell’aceto. Un tempo provare a fregare i propri genitori era più semplice. Non sempre andava bene, ma di certo far alzare la temperatura di un termometro al mercurio non era un’impresa titanica. Oggi invece la tecnologia in 5 secondi dice la temperatura esatta, e non c’è scampo. Tornano i ballerini e Pintus dice d’amare i musical e in particolare Grease, solo che nella vita di tutti i giorni non si è accompagnati dalla musica. Prova allora a ipotizzare una scena quotidiana, ma musicata. La nostalgia lo riprende e si parla di Mondiali, con due voci diverse, fatte da lui ovviamente, quelle di Pizzul e Bergomi. Ricorda la sua ex e il rapporto deviato che aveva con la sua auto. Capita molto spesso che una donna rischi di uccidere qualcuno alla guida, ma quando poi ti riconoscono in strada, dice, tendi a dimenticartene quasi, anche se sei andato molto vicino alla morte. A 18 anni, durante la festa, ricorda i lenti, come ad esempio il pezzo degli 883 Come mai. La canta e fa la voce di vari interpreti, come Fiorello, o anche come Berlusconi, e con la stessa voce dice d’aver scelto il Forum per via della figa promessagli. Mentre due ballerine si dimenano, dalla platea sale Pucci, che fa il suo monologo. A quasi 40 anni Pintus, e dice che tornando indietro tornerebbe piccolo e resterebbe così, soltanto per fare quelle cose magiche che ora sarebbero impensabili, come addormentarsi in qualsiasi luogo e poi risvegliarsi a casa. Consiglia ai genitori di sopportare i piccoli e trattarli meglio. Saranno anche pesanti ma a breve andranno via, e dunque è bene rispondere ora a tutte le loro domande. Ricorda che aveva un gatto, gay, e dice che mentre i cani sono amici dell’uomo, i gatti studiano i modi per ucciderlo. Lo show sta per finire, e si conclude con le imitazioni delle pubblicità e di Banderas, amato dal pubblico. Sottolinea la sua decadenza, ora costretto a fare gli Abbracci e, con la sua voce, rimprovera un bambino per poi fare l’ammiccante con la madre per via del suo biscotto inzupposo di una volta.