Ieri era il 25 aprile; e, per una singolare coincidenza, cadevano nello stesso giorno la ricorrenza della liberazione dellItalia dal nazifascismo e il lunedì dellAngelo. Come hanno vissuto Roberta De Monticelli, docente di filosofia della persona allUniversità San Raffaele di Milano e il poeta e scrittore cattolico Davide Rondoni? E la domanda che ha posto la conduttrice del programma, Lilli Gruber, ai due ospiti. «Festeggio la liberazione da questo paese, da un regime lesivo dei fondamentali diritti delluomo come quelli di eguaglianza e di pari dignità, ha dichiarato la De Monticelli. «Credo che, pur festeggiando la Liberazione ha aggiunto -, sia bello che cada di Lunedì dellAngelo. Che rappresenta la liberazione da tutti i futuri regimi. Per festeggiare la Storia e al contempo lo spirito. Alla domanda se anche i cattolici avvertano la liberazione come festa propria, Rondoni ha risposto: «Si, anche perché buona parte della Resistenza, si buttò un quella pugna per motivi di fede. Credo che quella fesa sia diventato il modo per ricordare qualcosa che vale oggi.
Nel corso della puntata, il dibattito si è acceso quando si è parlato di bioetica e testamento biologico. Per la professoressa, lintervento delle gerarchie a sostegno dellimpossibilità di sospendere le cure vitali laddove il malato non fosse in grado di intendere e volere, rappresenta una grave violazione del principio cristiano della primazia della coscienza; Rondoni, invece, ha sottolineato come la morte non possa essere intesa come mero fatto privato, concezione distante da come lumanità l’ha sempre intensa, ovvero un fatto collettivo. Gli animi si scaldano, infine, quando il dibattito versa sulletica pubblica, e sui comportamenti che un rappresentante delle istituzioni (il riferimento, ovviamente, è a Berlusconi) può o non può tenere. La professoressa non ha dubbi: letica pubblica consiste nella difesa dellonorabilità di quelle istituzioni che garantiscono la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini. Se tale onorabilità viene meno, tali diritti sono messi a repentaglio. Secondo Rondoni, tuttavia, si fa un torto agli italiani a pensare che, se realmente questi diritti fossere messi in pericolo, non esiterebbero a intervenire.
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