Al tribunale di Buenos Aires, nel 1974, un gruppo di amici ha fame di verità e giustizia, ed è pronto a rischiare tutto pur di sfuggire a una vita piena di niente. Sullo sfondo unArgentina su cui si allunga lombra della barbarie cieca: tra le scartoffie della burocrazia si fa strada strisciando la larva della dittatura che verrà.
Il regista Juan Josè Campanella ha fatto tesoro dellesperienza maturata alla scuola della serialità statunitense (Law and Order e Dr. House), trovando la sua voce ne Il segreto dei suoi occhi, un film dautore che, senza perdere profondità, non indugia certo in cervellotiche lentezze. Un Oscar per il miglior film straniero tutto argentino, meritato anzi tutto dalla densità di una storia sorprendente, tratta dallomonimo romanzo di Eduardo Sacheri.
Benjamin Esposito (un incredibile Ricardo Darin), impiegato del tribunale in pensione, non vuole ridursi a piantar begonie e sceglie la strada dolce-amara della scrittura per dar senso ai suoi giorni vuoti. La sua mente è affollata dalle immagini di un caso di 25 anni prima, lomicidio con stupro di una giovane sposa.
Vediamo il sorriso irresistibile della ragazza, illuminata da una grazia innata e dalladorazione del marito, ancora stupito di averla accanto. Dun tratto il suo cadavere nudo e scomposto buca lo schermo: qualcuno ha violato e ucciso la luce di quel sorriso, innescando una spirale di male che Esposito ha deciso di raccontare in un romanzo.
Quando comunica il suo proposito a Irene, collega di un tempo e amore di una vita, leggiamo nei loro sguardi che dietro al caso si cela un coacervo di verità taciute e drammi irrisolti. Inizia così un gioco abilmente gestito tra i due piani temporali. Tra la polvere dei fascicoli che soffoca la giustizia, un giovane Esposito indaga insieme allamico Sandoval (Guillermo Francella), ironico impiegatucolo gogoliano con la passione per alcool e bettole.
Incontriamo lo sguardo rotto e fermo di Morales, marito della ragazza uccisa, imprigionato in un amore crudelmente negato che assume presto i tratti di unossessione. In una foto ricordo della vittima Esposito riconosce il germe del desiderio negli occhi fissi dellamico dinfanzia Gomez, puntati sulla ragazza come una promessa e una minaccia.
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Seguendo l’intelligente ipotesi d’indagine che un uomo è ciò che desidera, si apre la caccia all’assassino, ostacolata da burocrati ingrigiti che vogliono liberarsi del caso. Come un miracolo nel deserto la giustizia è raggiunta, sacrifici e lotte si sciolgono nel commosso abbraccio tra Esposito e Morales. Ma ci si mette la mole distruttrice della Storia a schiacciare i singoli e le loro aspirazioni.
Dopo un anno l’assassino è rilasciato: con passo sfrontato e pistola lucida viene assegnato all’Alleanza Anticomunista Argentina, uno squadrone incaricato di trucidare i sovversivi. Come in ogni regime che si rispetti “il cielo è dei violenti” e la terra degli assassini, e, dopo la morte di Peròn, la dittatura militare del ‘76 sta iniziando a spargere i suoi semi di morte. Ma nulla suona didascalico o pedante: anche la politica diventa questione di sguardi, tensione irrisolta tra personaggi.
Sempre gli sguardi sono protagonisti della storia d’amore tra Esposito e Irene, unione intima e fragile, che ricorda i silenzi e le intensità di Lost in translation. Due mondi lontanissimi; modesto impiegato di mezz’età lui, avvocatessa giovane e bellissima lei. Due solitudini e due desideri destinati a sfiorarsi senza mai prendersi. Un commovente fuggire per paura e per eccesso d’amore, come se l’altro fosse intoccabile, come se fosse troppo per potersene appropriare.
Un finale sorprendente e miracoloso ribalta i nostri schemi e ci ricorda cosa invidiamo tanto alle storie: un luogo in cui, alla fine, ogni angolo oscuro venga illuminato, anche nel suo orrore.
Nelle rughe dell’invecchiato Morales, attorno a quegli occhi che fanno spavento, leggiamo il bisogno dell’uomo di trovare un senso, di sfuggire al nulla che lo insegue.
È un colpo di scena contraddittorio che lascia il sapore amaro di un paradosso straziante: il desiderio umano di giustizia e l’impossibilità di raggiungerla con le proprie forze.
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Trailer fornito da Filmtrailer.com