Servizio Pubblico, leditoriale di Michele Santoro. 24 maggio 2012 La puntata di Servizio Pubblico andata in onda ieri sera, intitolata Vedo, Sento, Parlo, inizia con la proiezione di un vecchio servizio di Ruotolo in cui vengono mostrati i funerali di Giovanni Falcone, tema principale della 25esima puntata del programma. Il filmato, infatti, introduce largomento della serata: le trattative Stato-mafia e i sentimenti che hanno pervaso gli ultimi periodi di vita del magistrato che si è trovato da solo a dover combattere una battaglia importantissima contro la mafia. Nello scorrere delle immagini, viene mostrato un cordone di poliziotti, carabinieri e finanzieri. Attraverso la catena delle forze dellordine, fanno il loro ingresso lex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e una serie di politici. Sono attimi di estrema tensione, dice il giornalista, si tratta dei funerali di Giovanni Falcone. Durante il corteo dei politici, la gente esprime il suo dolore misto a toni di dissenso e disprezzo. La piazza si riempie di fischi e insulti rivolti a una classe dirigente che, secondo i cittadini intervenuti, non ha fatto il suo dovere e che chiama con lappellativo di buffoni. Nel frattempo, un applauso accoglie lingresso degli agenti della scorta di Giovanni Falcone che sono riusciti a scampare alla strage. Al microfono del giornalista, la gente presente alla funzione si lamenta dicendo che i politici, con i cordoni di polizia e locclusione delle strade che portano alla piazza, hanno dimostrato di non desiderare la partecipazione civile ai funerali del magistrato. Un cambio immagine mostra Rosaria Schifani, la moglie di uno degli uomini della scorta morto durante lesplosione, che legge il suo discorso. Tra le lacrime la donna chiede a Dio il perdono per gli assassini. Sono immagini strazianti. La vedova Schifani non riesce a terminare il suo discorso perché, in preda a una crisi di pianto, inizia a sentirsi male. Le ultime parole che riesce a pronunciare descrivono una Palermo coperta di sangue. Immediatamente dopo, le immagini riportano la telecamera in piazza, dove linviata intervista le persone che partecipano alle esequie. Alla domanda di chi pensano abbia ucciso il magistrato, gran parte delle persone risponde che sono le forze politiche a conoscere la verità, perché gli assassini sono loro. Le voci si susseguono una dopo laltra, tutte raccontano la rabbia che la gente prova contro un governo che ha lasciato Falcone, da solo, andare incontro al suo destino. Nel corteo, continuano a sfilare le bare delle vittime, tra cui quella di Francesca Morvillo. Poco distante, appaiono quella del marito, Giovanni Falcone, e degli agenti della scorta. In studio, Michele Santoro inizia il suo intervento di anteprima al programma rivolgendosi a Beppe Grillo. Con ironia, il conduttore dice al comico che si rivolgerà a lui con un certo affetto e che tutto è iniziato proprio da quelle immagini. Lui, continua Santoro, lo ha sempre fatto ridere tanto, pensare tanto e anche sperare tanto ed è per questo che, questa sera, gli vuole dedicare le immagini del filmato appena mandato in onda. Sono proprio quelle immagini che, aggiunge, possono spiegare meglio di tante altre parole cosè Servizio Pubblico, fin dai tempi di Samarcanda. Con ironia, Santoro accenna al fatto che Berlusconi non aveva capito quel concetto e, proprio per questo, ha dato vita all Editto Bulgaro. Il conduttore fa un breve accenno alla polemica avanzata da Grillo riferita al fatto che, per il comico, i giornalisti, così come i politici, sono tutti morti. Con irriverenza, Santoro aggiunge che, sui tempi lunghi, è certo che anche i comici moriranno, lui compreso, e che avverrà perché è una cosa normale. Ciò che non è normale, aggiunge, è che i giornali di Berlusconi e anche gli amici di Bisignani lo applaudano quando lui attacca tutta la TV indifferentemente. Con un tono di polemica, infatti, Santoro accusa Grillo di aver bisogno di dimostrare che i giornalisti sono tutti uguali, per tenere i suoi ragazzi lontani dalle telecamere e consentire al suo piccolo fratello e socio, Casaleggio, di rimarcare sempre la situazione perché, aggiunge, movimento va bene, ma non troppo. Rivolgendosi ancora a Grillo in un ironico tono colloquiale, Santoro sottolinea che, se i suoi ragazzi sono contenti di non avere altro dio allinfuori del suo blog, a lui non importa anzi, porge i suoi auguri. Subito dopo però, con tono irriverente ed esplodendo in una scherzosa successione di parolacce, il conduttore annuncia linizio del programma facendo capire che, magari, imparerà a far a meno delle pillole di saggezza del comico.