Martedì 4 novembre su Sky Atlantic è andata in onda l’ultima puntata della seconda stagione di House of cards. Ecco cosa è successo. Ormai Frank (Kevin Spacey) ha gettato qualsiasi sorta di maschera. Vuole la scrivania di Walker (Michael Gill), la presidenza, lo studio ovale e farebbe di tutto per potervi accedere. Per farlo però occorre superare due ostacoli, il primo è lo stesso Walker, il secondo è il processo che vede principalmente coinvolti lui, il presidente e Raymond Tusk (Gerald McRaney). Come sempre si lavora su due fronti per quanto riguarda le faccende degli Underwood, con Claire (Robin Wright) che porta avanti il proprio lavoro. Ha ormai abbandonato la legge proposta sulla violenza sulle donne, lasciando sola l’unica testimone, oltre lei, di quelle violenze subite dal generale. Ora la giovane è tornata a far uso di farmaci ed è terrorizzata dall’uscire di casa. Tutti la offendono, ora che non ha più l’appoggio della Underwood e della first lady. Proprio lei chiama Claire dopo aver saputo di un tentativo di suicidio della giovane, andato male. Sa di non poter più fare un passo pubblicamente per la vicenda, ma resta una brava donna e vuol sapere cosa sta accadendo. Claire le spiega, mentre è seduta sulle scale di casa sua, dopo essersi resa conto d’aver distrutto una vita umana per suo tornaconto, e si becca l’assoluzione da parte della first lady, che la ritiene una brava persone. Stacca la telefonata, bastano queste poche parole a far crollare il castello di carte emozionale di Claire, che scoppia in lacrime, anche se si permette questo stato d’animo per poco tempo. Sul fronte meramente politico, Walker deve affrontare un’accusa di impeachment. Potrebbe finire in carcere per essere coinvolto nel riciclaggio di soldi di Tusk, che arriva fino alla politica, o semplicemente deposto, a causa di tutta questa storia, e dunque la perdita di fiducia del popolo, e un’accusa ancor più infamante, quella che i farmaci presi durante la terapia con sua moglie l’abbiano reso incapace di prendere decisioni in maniera lucida. Tutto questo per Walker ha un solo colpevole, Frank.
Presidente e vice presidente ormai non si parlano da un bel po’, e l’uno tenta di uccidere l’altro. Qualcuno nei media prova a collegare i punti, in pratica svelando tutto il piano di Frank, dicendo che i due casi che hanno portato all’impeachment hanno visto protagonista lo staff di Underwood. Frank però rigetta ogni accusa e risolve il tutto con un sorriso, il patriottismo e il solito politichese. Mentre Frank stringe accordi basati sulla fiducia e una vecchia stretta di mano, promettendo favori una volta che sarà divenuto presidente, Walker tenta il tutto per tutto pur di affossare Frank. In pratica richiama il proprio capo dello staff e chiede lei di consegnare ai giudici la testa del vice presidente, invece della sua. In cambio c’è il ritorno al suo vecchio ruolo, ovviamente col suo nemico Underwood fuori da piedi. Per ottenere tutto ciò però occorre fare un nuovo patto col diavolo, alias Tusk, che continua ad appellarsi al quinto emendamento, convinto del fatto che così facendo non potrà mai essere condannato. Ulteriori conferme giungono dalla Casa Bianca, con Walker che gli promette la grazia se lui getterà nella fossa dei leoni Frank. Per Tusk si tratta di una proposta più che allettante, e che in un momento del genere non avrebbe mai potuto lasciarsi sfuggire. Frank capisce la tattica di Walker e contatta Tusk. Lo invita all’opera. I due parlano in segreto e alla fine Tusk decide di restare col suo vecchio pupillo Walker, soltanto perché ha ufficialmente il potere. Frank fa promesse basate sulle manovre politiche eccellenti fatte in passato, ma l’odio personale vince tutto, e Raymond gli augura di marcire in una cella minuscola, anzi precisamente poco più ampia di una bara. Frank ne esce distrutto, e tornanto a casa deve anche subire lo sfogo di Claire. Lei ha gettato al vento tutto per lui e per il potere. Una possibilità di vita felice col suo ex, ma soprattutto la sua umanità e integrità. Frank le aveva promesso che tutto sarebbe andato per il meglio, la presidenza e soprattutto di non doversi preoccupare di affrontare il peggio, ovvero il carcere di lui e la fine del loro patrimonio politico, economico e sociale. Lo affronta con la sua grinta e rabbia solite, dicendogli di strapparsi il cuore dal petto e darlo in mano a chi di dovere se necessario. Frank allora si chiude in stanza e tira fuori la vecchia macchina da scrivere del padre.
Scrive una lettera a Walker. Gli dice che non l’avrebbe mai tradito, pur mirando come tutti i politici alla sua poltrone. Un po’ di verità mista a tante bugie sono la ricetta giusta, soprattutto se in aggiunta c’è una lettera con una confessione dei reati dei quali il presidente è accusato. In pratica Walker potrebbe salvarsi, ma il gesto lo commuove, e così i due si riavvicinano, a patto che Frank porti i voti necessari per salvare l’intera baracca. L’accordo con Tusk salta, e questi deve anche affrontare il fatto che Danton (Mahershala Al) è sceso dalla sua barca, sia per timore che per affezione nei confronti di Jackie (Molly Parker), e testimonierà in maniera volontaria contro di lui. L’accusa ormai non è evitabile e infine Tusk si ritrova in manette. Walker non andrà in prigione ma non può restare presidente. Questo scandalo ha scosso la sua sedia, che passa di diritto a Frank, che chiude la stagione nella camera ovale.
Questa sera, martedì 4 novembre, alle 21.10 su Sky Atlantic va in onda l’ultima puntata, la tredicesima, della seconda stagione di House of Cards, la serie con Kevin Spacey. Prima di scoprire le anticipazioni sull’eccezionale epilogo, rivediamo quanto successo settimana scorsa. Fuori la residenza del vice presidente c’è una folla furente, armata di cartelli e urla, che ce l’ha con Frank (Kevin Spacey) e sua moglie per svariati motivi, ultimo dei quali la loro vita privata, esposta al pubblico grazie alle foto scandalo di qualche giorno prima. A dire il vero però l’interno della casa provocherebbe ancora più proteste tra l’opinione pubblica, dal momento che Frank e Claire (Robin Wright) hanno finalmente ceduto al fascino di Meacham, lasciandosi andare a un rapporto a tre. Sul fronte politico però la situazione è decisamente scottante, dal momento che Frank deve fronteggiare l’interrogatorio con il procuratore speciale, incaricato di analizzare la questione del riciclaggio dei soldi di Tusk (Gerald McRaney), che il vice presidente teme possa portare fino a lui e Doug (Michael Kelly), attraverso gli spostamenti del loro diario di viaggio. I due però riescono a manomettere i propri, eliminando le soste che sarebbero a dir poco sospette. A questo punto però occorre trovare una nuova vittima sacrificale per il procuratore, e Frank potrebbe aver trovato l’opportunità tanto attesa di gettare sotto un treno il presidente Walker (Michael Gill). da tempo ormai che se lo sta lavorando, fingendo di essere un suo fidato consigliere e suo amico, ma ora potrebbe consegnarlo in pasto ai lupi, facendolo diventare il capo di un’organizzazione atta al ricilaggio di soldi da un miliardario privato al mondo della politica. Il presidente consegna il proprio diario di viaggio, ma non ci mette le mani di persona, fidandosi di chi lo circonda. Anche l’altro fronte, quello di Tusk è molto attivo, così da sferrare l’attacco finale a Frank, gettandolo in mezzo per il riciclaggio del casino indiano. Remy (Mahershala Ali) potrebbe dimostrare al procuratore che Stamper ha effettuato viaggi sospetti, che potrebbero chiarire come questi abbia incontrato un malvivente cinese. Con il vice presidente in pugno però, Remy decide di incontrare in privato Frank, all’interno di una chiesa, provando a capire se ci siano ancora le possibilità di un riavvicinamento. Danton non ha ancora deciso da che parte schierarsi, ma vorrebbe essere tutelato in ogni caso, sia che vinca Tusk che Frank. Inoltre c’è da tenere in considerazione l’interesse per Jackie (Molly Parker), legata a Underwood. Intanto Claire deve affrontare numerose difficoltà in merito alla sua proposta di legge contro le molestie sessuali da parte di membri dell’esercito. La sua popolarità non la aiuta al momento, date le tante polemiche, e sia la first lady che il presidente non rilasceranno dichiarazioni o interviste a favore della legge, e infine Jackie si è tirata indietro, dato il suo passato nell’esercito. L’unica arma di Claire resta Megan, ma farla intervistare pare più difficile del previsto. Infine Frank ha un confronto duro con Doug, non all’altezza del suo ruolo, al quale rimprovera una continua distrazione. Lui è ossessionato da Rachel e, anche dopo aver cancellato il suo numero, torna a casa sua, dove la trova a letto con Lisa, e il suo volto non potrebbe essere più sconvolto.
I rapporti tra Frank e il presidente sono ridotti ai minimi termini. Walker si sente tradito dal suo secondo in comando e gli ordina di restare in silenzio al suo cospetto. Frank nega qualsiasi coinvolgimento nel processo che ha portato Walker a un’accusa per impeachment, ma il presidente non gli crede affatto, e così si va verso un duro finale tra i due. Intanto Dunbar, il procuratore speciale scelto per questa analisi economico-politica, ha portato allo scoperto una questione privata, ovvero la consulenza di coppia cui Walker e consorte si stanno sottoponendo. Il tutto ben orchestrato da Claire, che sapeva che prima o poi questa storia sarebbe tornata utile. I repubblicani saltano addosso a Walker, che viene messo in dubbio anche sotto l’aspetto mentale. Problemi anche per Tusk, che sta per andare a fondo insieme al suo ex amico presidente.
Raymond credeva d’essere immune a ogni macchinazione, protetto dal suo denaro, che ora però inizia rapidamente a diminuire. In pratica, anche se ha preferito non rispondere, il solo fatto d’aver preso parte all’interrogatorio con Dunbar ha provocato un crollo delle sue azioni. Intanto i problemi per Doug non sono terminati, e come sempre vengono causati da Rachel, ovvero dalla sua ossessione per lei. Gavin infatti riesce a rintracciare i suoi spostamenti, dissotterrando potenzialmente una storia drammatica per Frank, quella di Peter Russo. Frank vede la poltrona dello studio ovale ormai a un passo, e ancora una volta senza prendere un unico voto. Gli basta destituire il presidente, e per farlo ha bisogno anche dell’aiuto di Jackie, convocata a casa sua e convinta del fatto che Walker via dalla Casa Bianca sarebbe una buona mossa per tutti. I democratici potrebbero riprendersi dal duro colpo dell’indagine e Jackie accumulare altro potere. Per convincere la Sharp però occorre cedere il passo sulla legge contro la violenza, e Claire la lascia andare senza battere ciglio. In questo modo Megan si ritrova da sola a gestire interviste e una battaglia, soprattutto legale, cui non era pronta mentalmente. A Claire però interessava solo convincere Jackie e destabilizzare la first lady, che è stata coinvolta in questa vicenda quasi fin dall’inizio e, parlando sempre più spesso con Claire, si è ritrovata in terapia con suo marito, il che è l’ennesimo gradino verso la caudta di Walker.
Trama puntata 4 novembre 2014 – Frank offre l’indulto a Tusk in cambio dell’implicazione di Walker ma quest’ultimo propone a Tusk lo stesso accordo in modo da accusare Frank, il cui diabolico e geniale piano sta per compiersi…