La puntata di domenica 8 febbraio de La gabbia, condotta da Gianluigi Paragone, inizia con un servizio in cui si parla di Graziano Stacchio, il benzinaio veneto che ha ucciso un rapinatore ed è accusato di eccesso di legittima difesa. Stacchio sostiene di aver agito esclusivamente per salvare la vita della commessa della gioielleria e di aver mirato alla gamba con lo scopo di non uccidere il rapinatore, nonostante questi avesse precedentemente sparato. Il rapinatore, uno zingaro italiano, ha cercato comunque la fuga ma è morto dissanguato. I familiari del nomade, che vivono riparando le giostre e facendo gli ambulanti, ritengono che Stacchio non avrebbe dovuto farsi giustizia da solo e hanno annunciato denunce nei confronti del benzinaio e del sindaco (l’intera città si è mobilitata al fianco del benzinaio, che è stato definito eroe anche da molti utenti sul web. A seguire va in onda un servizio realizzato al poligono di Bergamo, dove molte persone hanno deciso di prendere il porto d’armi per sentirsi più sicuri, dopo aver subito molte rapine in casa.Gianluigi Paragone introduce gli ospiti della puntata, il giornalista Salvo Sottile, l’assessore al territorio della Lombardia Viviana Beccalossi (Fratelli d’Italia), la blogger Veronica Gentili, il deputato del Partito Democratico Roger De Menech, il direttore del quotidiano “La croce” Mario Adinolfi e il sociologo Marco Revelli. Secondo Gentili la vicenda di Stacchio è stata strumentalizzata per motivi xenofobi, nonostante il protagonista non abbia mai espresso posizioni in tal senso e non si senta un eroe. Secondo Adinolfi una legislazione maggiormente permissiva nell’uso delle armi creerebbe problemi più gravi (basta guardare a ciò che succede negli Stati Uniti) e sarebbe doveroso, invece, investire nella sicurezza. De Menech sottolinea che dovrebbe essere lo stato a garantire la sicurezza dei cittadini e ciò non dovrebbe essere demandato ai singoli cittadini. Beccalossi sottolinea che il rapinatore è morto sul lavoro e che nonostante Stacchio sia un eroe, verrà perseguito dalla giustizia.
In un servizio si parla della crisi che sta colpendo il nord-est, dove gli imprenditori continuano a suicidarsi. Revelli sottolinea che il modello basato sulla casa, sul capannone industriale e sulla chiesa (le 3 c) è andato definitivamente in crisi. Beccalossi ritiene che la crisi sia causata anche dal sistema fiscale, fortemente penalizzante, e che davanti a provvedimenti come la depenalizzazione dei reati i cittadini potrebbero pensare al porto d’armi come alternativa. Sottile sottolinea il rischio legato ad una legislazione più favorevole, ricordando che Stacchio ha mantenuto la lucidità e ha mirato alle gambe ma che in pochi al posto suo avrebbero agito in maniera razionale. De Menech smentisce le parole di Beccalossi e la invita a non seguire le bufale lanciate da Matteo Salvini. Revelli fa notare che mentre in Italia si sta parlando di una legislazione più favorevole all’uso di armi, negli Stati Uniti Obama si sta muovendo in senso inverso. Revelli invita i presenti a focalizzare le proprie attenzioni sulla crisi economica (e su chi l’ha causata e non è stato in grado di risolverla), la vera responsabile di quanto sta accadendo nel nostro paese. Beccalossi precisa di non aver invitato gli italiani ad armarsi per difendersi.
Il 20 gennaio è stata varata la riforma delle banche popolari ma nei giorni precedenti i titoli di queste banche hanno mostrato un andamento fortemente positivo, nonostante non fossero stati rivelati all’esterno informazioni sul contenuto del decreto: all’interno del Governo c’è una talpa? Il 19 gennaio il valore della Banca Etruria (presieduta dal padre del ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi) è schizzato in alto e gli ordini d’acquisto sono stati effettuati soprattutto da Londra, dove è attivo il finanziere Davide Serra, uno dei promotori della Leopolda.
Gli inviati hanno provato a chiedere informazioni sulla vicenda al ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che li ha definiti dei provocatori, mentre Renzi, intervistato da Bruno Vespa a “Porta a porta” ha spiegato che qualora dovessero emergere responsabilità, i responsabili pagheranno le conseguenze. In un servizio si parla della Grecia post-elettorale, dove molte persone (100.000 ad Atene) si mettono in fila per ottenere un pasto e 3 milioni di persone hanno perso il diritto alle cure pubbliche, tra cui malati di patologie croniche e persone malate di cancro. Curarsi in un ospedale costerebbe circa 90 euro al giorno per il solo posto letto, cure escluse.
Il governo Tsipras, che ha chiesto all’Unione Europea un prestito ponte (proposta rigettata) ha reintegrato 3.500 dipendenti pubblici e bloccato la privatizzazione del porto di Pireo. Tsipras, nell’attuazione del suo programma, potrebbe trovarsi isolato. Matteo Renzi, che gli aveva anche regalato una cravatta, dopo le promesse fatte in autunno, periodo in cui sosteneva che avrebbe battuto i pugni sul banco per non piegarsi agli stretti vincoli di bilancio, ha cambiato radicalmente idea, piegandosi alla volontà della Germania, definendo le decisioni della BCE sulla Grecia giuste e legittime.
È possibile rivedere la puntata di La gabbia di domenica 8 febbraio sul sito di La7 nella sezione “RivediLa7”: clicca qui per il video della puntata