Un evento che celebra l’apertura della stagione lirica arenese, con Bonolis a fare da mattatore e le due vallette non convincono: dovevano essere le muse del conduttore romano, ma la Santarelli e la Rodriguez finiscono per essere solo delle figure evanescenti. Arena di Verona 2015 Lo spettacolo sta per iniziare ha portato nella serata di Canale 5 grande musica e spettacolo: una kermesse musicale che ha dettato le regole del gioco sin dal trionfale opening, affidato al riff di Brian May e alla voce di Kerry Ellis, per far rivivere il genio dei Queen. Paladino dello svecchiamento della lirica e della riscoperta delle radici della musica? Audace come proposito ma l’obiettivo di Bonolis pare essere proprio questo. Come? Attraverso un affascinante viaggio a ritroso che si muove tra flashback e flashforward tracciando i confini di un qualcosa di intangibile ma di grande come la musica, un’entità unica che celebra la sua potenza proprio quando si apre alla sperimentazione e alla contaminazione. Poco importa se talvolta il rapporto di discendenza tra geni musicali è risultato un po’ forzato, pensiamo a Mozart e ai Beatles (Wolfgang potrebbe rigirarsi nella tomba), ciò che conta è il risultato finale: Bonolis riesce a imbastire un racconto coerente nella sua proposta lirica, affascinante, nelle sue suggestioni rock e jazz, e squisitamente televisivo. Sinfonie liriche e melodie pop si passano il testimone, corrono a braccetto tenendosi per mano, dialogano creando insolite assonanze. Si omaggiano i grandi dell’opera e del rock, si cerca la commozione con l’elogio a Freddy Mercury e la citazione di Philadeplhia, con una televisività che trabocca nell’intento di rendere contemporaneo e mainstream l’opera. Verdi, Puccini, Mozart, Maria Callas, i Beatles, i Queen, Amy Winehouse, tutte marionette nelle mani del grande burattinaio Bonolis. Un plauso per lui che con la sua retorica riesce sempre a foggiare dimensioni credibili. (Chiara Temperato)