Il mercato del lavoro in Italia, soprattutto per i giovani, è amaro? E allora perché non cercate un posto come baristi? Il consiglio è arrivato dal programma scientifico Desidera Quarkosa da bere?, condotto su Rai Uva dalla coppia Gin & Fizz in collaborazione con Piero Angela. Ad avvalorare la tesi cè anche la notizia che le figure più richieste destate sono proprio quelle legate al settore della ristorazione: cuochi, camerieri e, appunto, baristi.
Ma che lavoro è quello del barista? Come dice lo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubate qua e là in giro per il mondo, i baristi sono coloro che vivono sempre dentro i bar e invitano sempre tanta gente a cui offrono sempre gentilmente qualcosa da bere, ma prima che tu vada via te la fanno pagare. Sempre.
Generalmente sono di origine meridionale, tendenzialmente pugliesi, e più precisamente provengono da Bari, da qui il nome di baristi. Se fossero di Reggio, infatti, si chiamerebbero registi e li chiameremmo per girare un bel film. Se fossero di Pavia, si chiamerebbero pavimentisti e allora li chiameremmo per riparare il pavimento di casa. Se fossero di Latina, si chiamerebbero latinisti e allora li chiameremmo a dar ripetizioni a nostro figlio. Se fossero di Trieste, si chiamerebbero tristi, e allora non li chiameremmo affatto.
Attenzione che i baristi non sono da confondere con coloro che nei bar giocano a carte e vi vincono tutti i soldi: questi non sono i baristi, ma sti bari!.
Alcuni baristi dissidenti, anni fa, hanno lasciato Bari e hanno dato vita a unaltra città. Un evento da festeggiare, ma al momento del brindisi dinaugurazione nessuno aveva pensato come chiamare linsediamento urbano appena costituito. A un certo punto, rompendo limbarazzante silenzio generale, quando uno ha gridato Brindisi!, tutti hanno applaudito al nome della nuova città. Anche i brindisisti hanno deciso di continuare a fare i baristi, solo che adesso vendono solo spumanti.
Caratteristiche. I baristi amano avere il proprio bar, se possibile, nella piazza principale della città. In questo caso il barista in questione prende il nome di baricentro. Quelli che stanno in periferia, invece, si chiamano a barte. Se il locale che gestisce è di dimensioni ridotte, diciamo tra i 90 e i 110 centimetri, il barista viene chiamato barometro.
A Parma c’è un barista che per non ingrassare troppo segue in modo ferreo la dieta mediterranea, a base esclusivamente di tagliatelle e rigatoni: si chiama Barilla e ha due fratelli di nome Agnese e Voiello (tutte persone di pasta buona). A Gotham City, invece, c’è un barista che lavora in un locale aperto solo di notte e serve i clienti a testa in giù, appeso come un pipistrello a un bancone del bar inchiodato al soffitto: si chiama Barman e ha un socio di nome Tobin.
Di solito i baristi godono di ottima salute, sono allegri (del resto, per alzare il gomito hanno solo l’imbarazzo della scelta) e spesso cantano a squarciagola: in questo caso si chiamano baritoni. Talvolta però succede che un barista decida di suicidarsi e lo fa bevendo quattro bottiglie di rabarbaro oppure facendo ricorso ai barbiturici. Poi, in preda al dolore, si distende sul bancone del bar e aspetta che vengano a portarlo via due infermieri Negroni vestiti di bianchino: il barista prende allora il nome di barella.
Anche se il vero gioco che ha dato il nome di bar al bar è la vecchia morra, detta anche “bar o disbar”, nei locali gestiti dai baristi generalmente si gioca a biliardo o a calcio balilla, fino a tarda ora. Dopo la mezzanotte, però il rumore nei bar deve calare per legge. Ecco perché si parla di piano bar.
Comunque nei bar lo sport è di casa, soprattutto il calcio. Si discute, si litiga, si guardano le partite su Sky. In Spagna, addirittura, c’è un locale che offre il calcio migliore del mondo: il Bar Cellona. Del resto i baristi hanno avuto tradizionalmente molti divi nel mondo dello sport, italiani e non: da Bartali a Baresi, da Baronchelli a Bargnani. In Germania tutti i baristi tedeschi hanno pianto come bambini quando ha appeso le scarpe al chiodo il grande Franz Beckenbar!
Consigli pratici. Quali competenze deve avere un giovane che vuole intraprendere questa carriera? Per fare bene i baristi conviene essere molto nervosi e agitati, al limite dell’epilessia, così i cocktail vengono meglio (a tal proposito, val la pena ricordare che la quantità di un cocktail da versare nel bicchiere viene misurata in millibar). Altro requisito richiesto: avere un numero di scarpe molto alto (l’ideale sarebbe sopra il 46), così lo stivale con l’acqua colorata per metterci le mance – messo in bella vista sul bancone – è più capiente.
Non ci sono professioni indicate prima di fare il barista. Ma ce n’è una particolarmente consigliata per chi ha smesso: il barbiere. Infatti, come dice il nome stesso, i barbieri sono quelli che fino a ieri avevano il bar. E si vede: oggi, anziché versare lo shampoo in testa ai clienti, lo versano nei bicchieri e anziché versare il vino agli ospiti, glielo mettono sui capelli.
Un fitto e tremendo mistero circonda la vita dei baristi. Nessuno è mai riuscito a capire che cosa facciano quando invitano qualche amico: le persone normali ti portano al bar, ma il barista dove ti invita a prendere un caffè?