Il melodramma storico batte anche i Cesaroni: Terra Ribelle, la nuova fiction di Rai 1 che racconta la storia damore tra un mandriano e una contessina ai tempi dei butteri, sta vincendo la gara dellauditel contro la commedia familiare.
un western nostrano che incontra Elisa di Rivombrosa (non a caso la regista è la stessa, Cinza Th Torrini), con paesaggi selvaggi (la Maremma toscana), attori bellissimi e finalmente nuovi (Anna Favella, Rodrigo Guirao Diaz) e un amore contrastato, sullo sfondo delle lotte tra poveri e ricchi, tra servi e padroni, tra istruiti e analfabeti che caratterizzavano la società di fine Ottocento.
La formula non è certo inedita e basta raccontare la trama per scoprirlo: due amici Andrea, figlio di una serva e Iacopo, figlio del padrone si innamorano della stessa donna, Elena, una contessina anticonvenzionale che (al contrario dellodiosa sorella) insegue lamore romantico e il diritto a far valere la propria intelligenza. Ovviamente, approfittando della legge che non era uguale per tutti, il povero (ma bello) finisce condannato ingiustamente, è separato dalla donna che ama e cova dentro di sé odio e sete di vendetta, che lo portano a chiedersi dove sia Dio in tutto questo. Riusciranno amore e giustizia a trionfare?
La novità della serie sta nella scelta di riesumare un mito italiano che forse gran parte del pubblico non conosceva, ma che ha un certo fascino: quello dei butteri, straordinari mandriani che lanciavano il lazzo e scorazzavano per la Maremma di fine Ottocento, simili ai mitici cowboy americani. Anche in terra toscana cerano miniere, taverne malfamate, duelli, briganti e sceriffi (o meglio, carabinieri).
Ma le somiglianze con lepopea western americana finiscono qui, perché i nostri cowboy non sono lanciati alla conquista delle praterie e della libertà, ma intrappolati nei matrimoni combinati e nei debiti dei genitori. Non stanno costruendo il proprio futuro, ma lottando per sopravvivere, per non subire la giustizia ingiusta e imparare a difendersi da soli, mentre da qualche parte, lontano, sta nascendo la nazione italiana.
Elementi di storia emergono nella trama: il padre di Elena è un conte decaduto in seguito al fallimento della Banca Romana; Andrea viene salvato all’ultimo secondo (letteralmente) dal decreto regio che abolisce la pena di morte.
Gli italiani contano su una solida tradizione di fiction storiche/melò; alla gente piacciono, perché sfruttano temi sempreverdi come l’amore e la giustizia, giocano sui classici conflitti poveri/ricchi, buoni/cattivi e portano lo spettatore in un mondo lontano, esotico, in cui la violenza e le passioni sono attutite dalla distanza temporale: bombardati come siamo da trasmissioni che analizzano in ogni dettaglio i delitti “della porta accanto”, fino a farci guardare con diffidenza non solo al vicino di casa, ma persino ai parenti più stretti, rifugiarsi nel mondo – seppur crudele – dei butteri non è poi così male.
Terra Ribelle è una saga con buone chance di conquistare il pubblico, perché mantiene un legame con i vecchi romanzi popolari, gli sceneggiati e certi film del genere western romantico come Cuori Ribelli o Vento di Passioni. Certo, le prime puntate hanno messo in scena molti luoghi comuni, reazioni prevedibili e una storia d’amore un po’ scontata, ma non pretendiamo troppo: al pubblico italiano piace ciò che è familiare.
Ora stiamo a vedere i prossimi episodi, scommettendo su come andrà a finire. Magari i cowboy nostrani potrebbero ancora sorprenderci…