Continua l’approfondimento giornalistico, in vista delle elezioni del prossimo 24 e 25 febbraio, a opera di Rai Parlamento: Rai Due ha dedicato infatti ampio spazio alle elezioni, organizzando tavole rotonde e interviste agli esponenti dei vari schieramenti politici. Nella serata di martedì 12 febbraio, dalle ore 21 alle ore 23, si sono tenute tre conferenze stampa a cui hanno partecipato Michele Boldrin (Fare per Fermare il Declino), Marco Ferrando (Partito Comunista dei Lavoratori) e Andrea Romano (Scelta Civica con Monti per l’Italia). I tre esponenti della liste in corsa alle elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano hanno risposto alle domande dei giornalisti per quaranta minuti ciascuno, approfondendo i rispettivi programmi elettorali e fornendo chiarimenti ai telespettatori.
La prima conferenza stampa è dedicata a Michele Boldrin, economista e cofondatore della lista Fare per Fermare il Declino, assieme al collega Oscar Giannino. Nel corso dell’intervista Boldrin conferma la vocazione riformista e liberista della lista di riferimento, che rinnova la sua indipendenza dalle altre coalizioni politiche: “Abbiamo bisogno di innovazione, di sostegno alle Pmi, di servizi efficienti e meno tasse. Tagliare le spese dello Stato è essenziale per aiutare la crescita. Si possono tagliare sei punti di spesa pubblica, ma senza intaccare lo Stato Sociale. Ad esempio, puntiamo a un sussidio di disoccupazione uguale per tutti. E a spendere di più per la scuola, ma introducendo maggiori criteri meritocratici. E nel lavoro, il problema non è l’articolo 18, ma il dualismo tra garantiti e non garantiti: il sistema va bilanciato, attraverso un contratto unico.
Michele Boldrin approfitta degli scandali che coinvolgono Eni e Finmeccanica, saltati agli onori della cronaca nel corso degli ultimi giorni, per esortare lo Stato e i partiti a togliere le mani dalle aziende più attive nel panorama internazionale, aumentando il processo di privatizzazione e liberalizzazione: “Le inchieste di questi giorni su Eni-Saipem e Finmeccanica – al di là dei risvolti giudiziari – sono la prova che lo Stato non deve gestire aziende, soprattutto quelle che devono agire sui mercati internazionali e hanno bisogno di indicazioni trasparenti e coerenti dall’azionista di maggioranza. Condizioni che qui mancano, trattandosi di nomine politiche. Un motivo in più per privatizzare queste e le altre società ancora controllate dal pubblico”. Per finire, l’esponente di Fare non lesina critiche ai parlamentari e ai governi uscenti: “Vanno cancellate le barriere all’accesso in politica, per un impegno diretto dei cittadini. Non è un problema di formule: un’intera classe politica ha fallito, perché fallimentare è il sistema di selezione della classe dirigente. Noi proponiamo una riforma radicale delle legge elettorale, la cancellazione dei finanziamenti pubblici ai partiti, elezioni primarie generalizzate, collegi uninominali. Come noi, anche Grillo ha fatto saltare l’appartenenza ideologica, ma poi su molte questioni le sue proposte finirebbero per peggiorare la situazione”.
Marco Ferrando è il protagonista della seconda conferenza stampa. Ferrando è un politico genovese, protagonista della scissione del 2006 da Rifondazione Comunista e attuale portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori, che si colloca all’estrema sinistra dello schieramento e non fa parte di nessuna coalizione. Nel corso delle sue risposte alle domande dei giornalisti, Ferrando si scaglia a difesa dei diritti dei lavoratori e dei sindacati. La proposta del Partito Comunista dei Lavoratori è molto diversa dalle proposte liberiste della lista precedente: “Vogliamo l’abbattimento del debito pubblico che si può ottenere con la nazionalizzazione delle banche e delle grandi imprese – spiega – Dobbiamo cancellare i 35 miliardi spesi per gli armamenti e i 9 miliardi destinati ogni anno alla Chiesa cattolica”.
Ferrando continua la sua intervista, attaccando l’operato degli ultimi governi e le riforme liberali sbandierate da numerosi partiti in corsa alle elezioni: “Occorre una rivoluzione anticapitalista contro le sedicenti rivoluzioni liberali sbandierate negli ultimi 20 anni. Un falso mito iniziato col crollo del Muro di Berlino, che ha prodotto solo miseria sociale e un impoverimento dei lavoratori. In questi anni abbiamo assistito a un attacco sistematico ai diritti contrattuali dei lavoratori”.
Chiude la serata la terza conferenza stampa, a cui partecipa Andrea Romano, storico e giornalista toscano, dirigente dell’associazione Italia Futura fondata da Luca Cordero di Montezemolo. Romano è candidato alla Camera dei Deputati nella circoscrizione della Toscana per la lista Scelta Civica con Monti. Nel corso della sua intervista, Andrea Romano rivolge dure critiche alla Lega Nord, con cui si contende i voti della Lombardia. I risultati elettorali di questa regione in bilico saranno fondamentali per stabilire la formazione del prossimo Governo, e Romano non mostra alcuna simpatia per il candidato della Lega, Roberto Maroni: “L’idea che la Lega possa governare le tre grandi regioni del Nord sarebbe una iattura. In passato ha rappresentato istanze territoriali e ceti settentrionali in forma nuova, ma in questi anni ha fallito. Ora la Lega è su posizioni pericolose, il suo è un populismo dannoso. Sul federalismo serve una riflessione critica per valorizzare le esperienze virtuose. Noi di Scelta Civica puntiamo a farci carico delle richieste che i ceti produttivi esprimono”.
Gli ultimi giorni di campagna elettorale sono stati incentrati sul dibattito attorno all’Imu: molti partiti hanno proposto l’abolizione di questa tassa, almeno sulla prima casa. Andrea Romano difende l’operato del Presidente del Consiglio Mario Monti e lancia la proposta della sua lista: “I dati arrivati oggi sull’incasso dell’Imu indicano in 4 miliardi l’introito legato alla prima casa: una cifra simile a quella della vecchia Ici, quando venne cancellata dal governo Berlusconi. A conferma che, al di là delle polemiche elettorali, l’Imu non ha stravolto l’imposizione sulla casa e che anzi fu un errore a suo tempo cancellarla del tutto. Riproporre adesso di cancellarla è uno spot, una proposta da irresponsabili. Noi invece puntiamo ad aumentare detrazioni per figli a carico e anziani”.
La lista Scelta Civica con Monti si propone come uno schieramento di centro, slegato sia alla coalizione di centrodestra di Berlusconi che a quella di centrosinistra di Bersani. Andrea Romano chiarisce la posizione della sua lista in merito alla questione delle alleanze parlamentari e al rischio di inciuci: “Il bipolarismo italiano ha fallito. Noi puntiamo a scomporre un quadro bipolare incapace di fare le riforme, a tagliare le ali estreme per aggregare i riformisti del centrodestra e del centrosinistra. La prossima dovrà essere la legislatura dei riformisti. Bersani aspira a Palazzo Chigi, ma il suo problema è di avere una coalizione pachiderma, con troppe diversità al suo interno, come avvenne con il governo Prodi del 2006. Sarà inevitabile che il centrosinistra si frantumi, come avverrà nel Pdl”.