Caterina Murino, l’attrice sarda nata a Cagliari il 15 settembre 1977, ha interpretato ruoli di importanti in film di successo come “Casino Royale”, capitolo della saga di James Bond in cui era la bond -girl dell’agente 007 più famoso al mondo, interpretato dall’attore inglese Daniel Craig. Ma anche pellicole come “l’Enquete corse”, “L’amour aux troussex”, “Les bronzes 3, amis pour la vie”, che l’hanno consacrata in Francia e a Parigi, la città che l’ha adottata. E poi “Eleonora d’Arborea”, “Non pensarci” “Il giovane Casanova”. All’ultimo Festival del Cinema di Venezia era presente come protagonista del film del regista italiano Pappi Corsicato “Il seme della discordia”. E al recente Festival del cinema di Roma con “The garden of eden”, tratto dall’omonimo romanzo di Hemingway. Cinema, moda, televisione. Ma stavolta vogliamo parlare delll’impegno sociale di Caterina Murino che è ambasciatrice di Amref, la principale organizzazione sanitaria no profit del continente africano, e nutre un vero e proprio amore per l’Africa.
Caterina, il suo impegno come testimonial di Amref è commovente…
Credo che sia una cosa naturale per chi ha avuto la fortuna di nascere qui in Europa, in un contesto decisamente più favorevole. In Africa si nasce e si vive in condizioni disperate, tra fame, guerre e incredibili problemi. Non è colpa di un bambino africano se si trova in quelle condizioni. Aiutare l’Africa è per me una delle cose davvero importanti della mia vita.
Secondo lei quali sono i problemi dell’Africa contemporanea?
La povertà, la fame e le guerre sono frutto di situazioni che potrebbero certamente cambiare. L’Occidente, però, spesso mostra indifferenza e poca attenzione per questi problemi. Si lascia che operino dittatori e altri personaggi che non hanno nessuna intenzione di favorire lo sviluppo di questi paesi. Nonostante tutto questo, la popolazione africana ha delle enormi potenzialità e potrebbe contare su risorse importanti.
Come lo sfruttamento dei diamanti, delle pietre preziose…
Sì, la ricchezza che proviene dai diamanti, dalle pietre preziose è appannaggio di poche persone. Non viene redistribuita. E lo stesso avviene per tante cose che potrebbero dare un po’ di benessere ai popoli del continente.
Lei è stata in Africa diverse volte come ambasciatrice di Amref.
Sì, sono stata due volte in Kenya e una volta in Etiopia. Sono state esperienze bellissime, che mi hanno fatto comprendere il vero senso della vita. Ho capito che qui ci sono persone eccezionali, popoli magnifici, da cui abbiamo tanto da imparare. Per me è una cosa fantastica far parte di Amref e vedere il lavoro che fanno, ad esempio, i Flying Doctors, che grazie all’aereo riescono a portare assistenza sanitaria di qualità anche nelle aree rurali più remote. Andare a visitare situazioni e posti dove si capisce il vero senso della vita.
Secondo lei con l’elezione a presidente degli Stati Uniti di Barack Obama potrebbero mutare le cose anche per l’Africa?
Lo spero. Obama, però, dovrà fare i conti con una grave crisi economica che rischia di penalizzare ulteriormente i più poveri. Sarebbe già importante se la sua elezione servisse a mettere fine al razzismo nei confronti delle persone che hanno un colore della pelle diverso. Questo atteggiamento, questi pregiudizi sono incomprensibili e intollerabili.
Come giudica il popolo africano?
E’ un grande popolo. Povero ma pieno di qualità. Orgoglioso, fiero delle sue tradizioni e della sua storia, con una dignità e un attaccamento alle proprie origini eccezionali.
E’ innamorata dell’Africa…
Sì, innamorata è la parola giusta. E’ una terra che mi dà sensazioni particolari, un feeling speciale, ho la saudade di questi luoghi. Il profumo, i sapori, la natura. Il cielo dell’Africa è bellissimo. Unico, irripetibile. Ho ricordi magnifici.
E Amref fa tanto per la causa africana.
Amref aiuta l’Africa a non avere più bisogno di aiuto, attraverso progetti di aiuto allo sviluppo che prevedono il coinvolgimento diretto delle popolazioni locali, per garantire risultati permanenti nel tempo. Io cerco di svolgere il mio ruolo di ambasciatrice con umiltà. Più aumentano gli eventi e le manifestazioni a favore dell’Africa, più si può stare vicino a tante persone che vivono in condizioni difficili.
Lei in concreto cosa fa?
Io sono legata ad Amref in Italia, in Francia e in Austria, dove ogni anno partecipo come testimonial di Amref alla maratona di Salisburgo, il 4 maggio. Ma voglio fare molto di più, per quello che mi è possibile.
Ha mai pensato di scrivere un libro sulla sua attività a favore di Amref?
Un giorno mi piacerebbe raccontare l’Africa e le mie impressioni sul continente in un libro scritto e fotografico. Per ora è soltanto un’idea. Vedremo se si riuscirà a realizzare.
E un film?
Sarebbe bello girare un documentario e mi piacerebbe farlo come regista. Il mio atto d’amore per questo continente.
E’ importante la cultura del multietnismo?
Ormai siamo una civiltà multietnica, e anche l’Africa ne fa parte. L’Africa è stata colonizzata ingiustamente nel corso dei secoli.
Un po’ come la sua terra, la Sardegna…
Ho interpretato in un film “Eleonora d’Arborea”, un’eroina sarda che si battè per la libertà della Sardegna dall’invasione degli aragonesi. Anche noi abbiamo passato momenti di colonizzazione, adesso va meglio. Anche la Sardegna, come l’Africa, è nel mio cuore.
Abita a Parigi, abiterebbe un giorno in Africa?
E’ un mio desiderio, un posto del mondo dove mettere su casa. Sarebbe una cosa fantastica.
Sogni particolari…
Adottare un bimbo africano, che possa vivere con me, in modo che abbia una famiglia e una felicità incredibili.
(Franco Vittadini)