andata in onda ieri sera, su La7 a partire dalle 21.10, una nuova puntata de La Gabbia, il rock show politico condotto da Gianluigi Paragone. Gli ospiti che hanno preso parte allappuntamento sono stati il direttore del Tg4 Mario Giordano, Roberto Formigoni del Nuovo Centro Destra, Mario Adinolfi noto blogger e il direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez. La discussione parte parlando delle nomine effettuate da Renzi con Adinolfi che sottolinea come vi siano alcune personalità che hanno una certa capacità mentre Gomez pone la questione come un problema di metodo rimarcando come sarebbe opportuno fare come accade in Paesi tipo la Nuova Zelanda dove cè un organismo preposto a controllare che quanti vengono nominati siano in possesso di un curriculum adatto allo scopo. Per Formigoni lunico errore messo in essere da Renzi è stato quello di indicare Moretti a Finmeccanica togliendolo da Trenitalia, mentre Giordano attacca tutto il sistema etichettandolo come un enorme spot elettorale degno della Prima Repubblica. Viene dunque mandato in onda un servizio nel quale viene rimarcato come nei consigli di amministrazione di varie aziende statali come Enel ed Eni siano finite delle personalità molto vicine a Matteo Renzi. Adinolfi non vede nessun problema rimarcando come occorrerà valutare quello che saranno in grado di fare. Discorso che trova daccordo Formigoni che però evidenzia come non si possa parlare di nuovo metodo. Secondo Giordano cè una evidente differenza tra gli annunci di Renzi e la realtà dei fatti. Mentre i vari ospiti si dividono sulla composizione dei vari consigli di amministrazione ponendo anche il focus sulla Rai, viene mandato in onda un servizio sui presunti conflitti di interesse dei nominati a cominciare da Emma Marcegaglia che in questo momento si trova la guida della ENI. In studio arriva il docente universitario Marco Veronese Passarella che sottolinea come ci possa essere un filo conduttore tre le nomine e la dimissione del patrimonio dello Stato. Formigoni sottolinea a tal proposito come in linea teorica sia una buona cosa vendere quelle aziende statali non strategiche, ma non certamente in questo momento dove lincasso non sarebbe certamente dei migliori. Viene quindi mandato in onda un servizio nel quale viene raccontato di alcuni problemi avuti dai dipendenti di Emma Marcegaglia che si sono visti per così dire beffati da lei ed ora saranno trasferiti ad unazienda distante circa 100 km dalla precedente sede. Paragone prima sottolinea come il caso dei lavoratori della Micron sia stato fortunatamente risolto, e poi parla del fatto che le nomine della Marcegaglia e di Guidi, avversi al presidente di Confindustria Squinzi, potrebbe risultare come un messaggio di Renzi nei confronti dello stesso Squinzi. Formigoni loda la velocità di azione che sta palesando Matteo Renzi nel guidare il Paese a patto che però non vada fuori giri. Si cambia argomento con un servizio che mette in risalto quanto accaduto oggi in Senato con lo scontro per niente tenero avuto tra i senatori del Movimento Cinque Stelle e il Presidente Grasso. Quindi è la volta della conferenza stampa da parte di Beppe Grillo che oltre a palesare lidea di voler abolire Equitalia, attacca in maniera piuttosto diretta Matteo Renzi e le sue nomine. In tanto in studio si aggiunge unaltra ospite, Elisabetta Gualmini presidente dellIstituto Cattaneo. Viene mostrato un cartello che confronta i sondaggi di alcuni importanti istituti demoscopici secondo i quali il Partito Democratico è nettamente avanti nelle intenzioni di voti con percentuali che oscillano tra un 32% ed 34,4% seguito a distanza dal Movimento Cinque Stelle che invece viene inserito in un range che va da un minimo del 22,7% fino ad un massimo del 24,0%. Arretra Forza Italia che viene indicato tra il 19,5% ed il 20,3% mentre più staccate la Lega Nord che oscilla tra il 4,6% ed il 5,0% e il Nuovo Centro Destra più lUnione di Centro con percentuali tra il 5,2% ed il 6,5%. Piccola botta e risposta tra la Gualmini e Giordano sulle colpe che avrebbe leuro per la crisi economica mentre Adinolfi ipotizza che ci possa essere una nuova fuoriuscita di voti da Forza Italia verso il Movimento Cinque Stelle. La Gualmini si chiede e chiede se anche nel 2015 la politica economica del Governo andrà sulla falsa riga di questi primi mesi di insediamento con la messa a disposizione dei cittadini degli ormai celeberrimi 80 euro in più sulla busta per quanti percepiscono uno stipendio netto inferiore ai 1500 euro. Giordano invece pare essere sicuro del fatto che le promesse fatte da Matteo Renzi non verranno rispettate. Si parla quindi della decisione della Magistratura di affidare ai servizi sociali Silvio Berlusconi che secondo la Gualmini deve essere letto come un atto di pace sociale. Adinolfi sottolinea come Renzi abbia trasformato il Pd in una sorta di Democrazia Cristiana mentre secondo Formigoni, Berlusconi ancora non si sia reso conto che Renzi nel frattempo gli ha portato via tantissimi voti. Dopo che la Gualmini si dice sicura che il presidente Napolitano si dimetterà dopo labolizione del Senato e la votazione dellItalicum, parte un divertente servizio di Saverio Raimondo che finge di essere il vice presidente della camera Di Maio per entrare gratis ad uno spettacolo di Beppe Grillo.
Questa sera va in onda una nuova puntata de La gabbia, il programma di approfondimento condotto da Gianluigi Paragone che torna a essere trasmesso il mercoledì sera. Cambia la collocazione nel palinsesto allinterno dellofferta televisiva dellemittente di proprietà di Urbano Cairo, ma non la sostanza. Il carattere graffiante e sfacciato del format è il marchio di fabbrica apportato da un conduttore che, rispetto ad altri talk show, dice molto più la sua, venendo talvolta meno al ruolo di arbitro mediatore della contesa. La puntata odierna analizzerà ovviamente lo stato di salute del governo, oltre che del patto del Nazareno stipulato il 18 gennaio tra Renzi e Berlusconi; il leader forzista ha ottenuto laffidamento ai servizi sociali in prova, riuscendo così a mantenersi dei margini di agibilità politica alla guida però di un partito che sembra (nuovamente) prossimo allimplosione. Il 25 maggio sono fissate le elezioni europee, cartina di tornasole importante per capire quali siano i reali rapporti di forza tra Pd, Forza Italia e Movimento 5 stelle. Il cammino delle riforme (legge elettorale e revisione del bicameralismo perfetto) potrebbe subire forti scossoni se le urne dovessero sancire un netto sorpasso dei pentastellati agli azzurri. Nel mirino di Gianluigi Paragone le recenti nomine femminili dellesecutivo Renzi circa le aziende di Stato (Emma Mercegaglia allEni, Patrizia Greco allEnel, Luisa Todini a Poste Italiane, Con un video, mentre è al volante della sua auto, Paragone parla di rottamazione da album delle figurine, aggiungendo come per lui fosse solo importante appiccicare le figu-rosa.