Dalla notte dei tempi sono le compagne indesiderate e fastidiose che tormentano le nostre afose notti destate. Avete indovinato, stiamo proprio parlando delle zanzare. Come dice lo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose, perché è andato in giro a rubacchiarle qua e là, la zanzara è un insetto dotato di apparato boccale pungente e succhiatore, con lunghe antenne e lunghe zampe e capace di procurare lunghe notti dinsonnia. La zanzara, come fa intendere la parola stessa, è originaria di Zara, in Croazia; fosse stata originaria della Slovenia, si sarebbe chiamata zanlubiana e, fosse stata originaria della Repubblica ceca, le avrebbero dato il nome di zanpraga.
Le prime zanzare comuni sono state avvistate già ai tempi delluomo di Neanderthal e appartengono alla specie Culex, proprio perché il rude cavernicolo, infastidito dal loro insolente ronzio notturno, nel buio della caverna le minacciava con la sua clava gridando, con linguaggio assolutamente primordiale e rozzo: O sloggi da qui o ti faccio un culex così!. Minacce reiterate ma inutili: le zanzare ancora oggi, facilitate dal fatto che non capivano il linguaggio rozzo di quei primordi, né tantomeno comprendono quello raffinato dei contemporanei, continuano tutte le notti a prenderci bellamente per il culex.
In ogni caso, forse non tutti sanno che da sempre in Islanda la zanzara è considerata un animale intoccabile, perciò sacro: però, qualcuno ha mai visto una zanzara in Islanda? Anche nel Suriname, un tempo, le zanzare erano considerate animali sacri, cioè intoccabili: peccato che per le zanzare i surinamesi non erano altrettanto intoccabili e tanto meno sacri (con le conseguenze ben note ai turisti che si recano in quel Paese sudamericano). In Giamaica, invece, starebbero sperimentando un gigantesco zampirone alla marijuana, che si accende esclusivamente in ambienti chiusi, così che possa essere testata al massimo la sua efficacia doppia: da un lato, addormenta le zanzare; dallaltro, dopo una botta di confusionaria euforia, assopisce anche i giamaicani. Nei Paesi arabi, infine, non hanno ancora risolto il problema: gli uomini hanno lanciato più di una fatwa contro le zanzare, mentre le donne continuano da secoli a lanciare contro i muri delle loro stanze più di una babbuccia, nella speranza di colpirle, ma con il chador sugli occhi la mira, oggi come ieri, non è un granché: così le zanzare continuano a proliferare.
Ma torniamo alle afose notti estive, che ahinoi! saranno funestate da nuovi nemici alati. Oltre alla zanzara tigre arrivata in Italia nel 1991, ma di lei già parlava nellOttocento lo scrittore Emilio Salgari, profondo conoscitore delle isole dei Mari del Sud-Est asiatico, dove ha ambientato i romanzi del suo eroe, Zandokan, non a caso soprannominato la zanzara-tigre della Malesia – dovremo presto fare i conti con la sua temibile cugina, la zanzara coreana (Aedes Koreicus), la cui presenza è stata recentemente segnalata nella provincia di Belluno, e con la sua ancor più vorace pronipote, la zanzara giapponese (Aedes DecimoDan) . Riconoscibilissima per i caratteristici occhi a mandorla, per la minuscola bandana bianca con cerchio rosso sul capo, per la cintura nera sulladdome e per la sua proverbiale aggressività, mantiene comunque le proprie caratteristiche etniche: oltre ad attaccare luomo, è carnivora con alcune specie, in particolare si nutre di pesci rossi, che ama mangiare crudi, a pezzi; per questo motivo, in Italia è soprannominata anche con lappellativo di zanzara-sushi.
In Africa, sulle rive del Nilo, è stata invece avvistata la zanzara-ippopotamo. Ama restare a lungo, immobile, negli invasi dacqua. E considerata dagli egiziani molto pericolosa, perché con la sua mole riesce a sfondare le reti antizanzare a maglie strette. Secondo gli esperti, essendo molto pigra e lenta a muoversi, potrebbe arrivare in Italia non prima del 2127 (però, meglio parlarne in anticipo per non farci trovare impreparati e per evitare che qualche pubblico ministero ci rinvii a giudizio per omissione di segnalazione di insettone con pungiglione).
Da Zan Pietroburgo sono giunte tra noi le cosiddette “zan-zar di Russia”: grazie alle lamine delle ali, in un tessuto biologico molto simile alla struttura del goretex, riescono a resistere a temperature fino a -38 gradi. Sulle zampe posteriori, la natura le ha dotate di assicelle flessibili, di origine ossea, che ricordano molto da vicino gli sci. Le zan-zar le utilizzano per atterrare sulla preda a gran velocità, mentre per succhiare il sangue sfruttano le loro pompe muscolari del capo, a forma di racchette da sci molto appuntite. Il loro passaggio è facilmente riconoscibile: i segni sulla pelle umana sono simili a quelli di uno slalom su una pista innevata. Dopo una puntura sono solite festeggiare – nel punto dove hanno colpito – con la classica quadriglia del Don (danza tipica di campagna dei Cosacchi), ballando sedute sulle loro zampe e con le ali conserte.
Originaria della Nuova Zelanda è invece la zanzara merinos. E’ un insetto che ama i climi freddi e secchi, visto che è completamente avvolta da un batuffolo di soffice lana merinos, che la rende totalmente inoffensiva, in quanto il pungiglione della zanzara è molto spesso più corto del vello che la ricopre. Da qui la difficoltà a riprodursi, con il conseguente rischio di estinzione. A tutto ciò si aggiunga lo spregiudicato sfruttamento che ne fa l’alta moda: lo stilista Moschino, per esempio, le alleva nel suo atelier per ricavarne soffici e coloratissimi tamponi di cotone idrofilo, da usare soprattutto per disinfettare la cute al suo stilista preferito, Capitan Uncinetto, quando si punge con l’ago mentre ricama i suoi modelli.
Ma la più pericolosa e fastidiosa in assoluta è senz’altro la temibilissima e selvaggia zanzara sioux. Facilmente identificabile per una sorta di copricapo di antenne colorate, i primi esemplari di questa specie sono stati avvistati in Sardegna, nelle assolate montagne del Gennargentu, che tanto ricordano il loro habitat naturale: la zona del Grand Canyon, in Arizona Settentrionale, negli Stati Uniti. Una volta individuata la preda, le zanzare sioux la circondano e cominciano a girarle intorno, per tutta la notte. Questi insetti non attaccano mai prima dell’alba, si muovono sempre a gruppi e sono molto rumorosi. Particolarmente dolorose si rivelano le loro punture, paragonabili a frecce acuminate. Per bloccare la zanzara sioux, a tutt’oggi il rimedio più efficace sembra quello scoperto da alcuni ricercatori dell’Università dell’Indiana. Come funziona? In un piccolo recipiente di legno, adatto al riscaldamento e alla bruciatura di sostanze essicate, introdurre un potpourri di petali di geranio della prateria e foglie di lavanda del Settimo cavalleggeri. Il nome con cui è stato commercializzato questo prodotto è “Calumet Vape”. In Italia è venduto in tutti i supermercati della catena Pam, che nella lingua dei nativi americani significa “colpo di fucile”.