Una puntata politicamente molto forte quella di “Che tempo che fa” di stasera, con la presenza di John Perkins, un ex “sicario delleconomia”, e Filippo Landini, segretario della FIOM, il sindacato dei metalmeccanici. Latmosfera si stempera poi con Al Bano e il racconto dei suoi 50 anni di musica. Infine le notizie agrodolci di Massimo Gramellini. John Perkins è in Italia per la nuova edizione del suo saggio “Confessioni di un sicario delleconomia”, curata da Minimum Fax. Il libro rilegge la storia economica e politica degli ultimi decenni raccontando una storia vera e incredibile. Perkins lavorava come economista in una società di consulenza internazionale ed era, come recita il titolo, un sicario delleconomia. proponeva cioè, per conto della sua azienda, ai Paesi ricchi di risorse i loro piani di sviluppo. Questi Paesi, per realizzare i giganteschi progetti, si indebitavano, e per restituire lenorme quantità di denaro concedevano alla multinazionale lo sfruttamento delle materie prime. Il lavoro di Perkins era legale, ma per il lavoro sporco intervenivano “gli sciacalli”. I capi di Stato che si opponevano a questo meccanismo venivano assassinati. Tutto quello che è successo in Cile, in Ecuador, in Guatemala e in altri Paesi va visto in questottica. Il governo americano, servo delle corporation, interveniva quindi in un secondo momento, giustificando con motivi politici i colpi di Stato. Lobiezione viene spontanea: questa storia è solo una teoria complottista? Perkins risponde che non si tratta di complotto, ma unidea comune del capitalismo: massimizzare i profitti. Laltra domanda è se sia ancora tutto così. La risposta è sì, e non solo. Se prima questo sistema ricattava i paesi in via di sviluppo, ora tiene sotto scacco la classe media americana ed europea. Anche la crisi finanziaria è nata con questo meccanismo. Chi può interrompere questa catena? Solo i consumatori: il mercato globale lo scegliamo noi. Bisogna acquistare dalle aziende che si impegnano a servire tutti e non solo l1% privilegiato. Il boicottaggio è lunica arma in mano alla massa (nella pagina seguente il video dell’intervista a John Perkins).Il secondo ospite è Maurizio Landini, segretario della FIOM, il sindacato dei metalmeccanici della CGIL, che per il 18 maggio ha indetto una manifestazione generale di protesta. La situazione tratteggiata è grave. Il 12% di disoccupazione nel 2014, tanta precarietà e poco investimento. Il sistema complessivo non funziona e va ripensato. Il lavoro e la dignità dei lavoratori vanno rimessi al centro del dibattito. Bisogna impedire i licenziamenti e la chiusura delle aziende. La FIOM non dice solo dei no ma ha anche delle proposte. La logica del taglio dei diritti (governo Monti) non ha avuto risultati. In questa fase allora bisogna difendere tutti i posti di lavoro e crearne nuovi. Il primo punto è estendere la cassa integrazione (pagata dai lavoratori) a tutte le tipologie di lavoro. Il secondo è lintroduzione anche in Italia del reddito di cittadinanza, per dare sicurezza e liberare del ricatto della precarietà. Dove si prendono i soldi per fare queste cose? Landini non ha dubbi: chi è più ricco deve pagare, attraverso la lotta alle rendite finanziarie, allevasione e alla criminalità organizzata. E, in un periodo così difficile, si può risparmiare sulle grandi opere e sulle spese militari. Le proposte pratiche al governo Letta sono due: gli investimenti dei fondi pensione integrativi, oggi fatti al 70% su titoli esteri, devono essere usati per favorire le nostre imprese. Seconda proposta: un fondo europeo per ridurre il debito e rilanciare i Paesi membri. Il governo di larghe intese però, sostiene Landini, è un punto di debolezza e difficilmente darà voce alla maggior parte degli italiani che hanno votato per il cambiamento. Il compito del sindacato è quindi quello di offrire un terreno democratico a persone che, sole e sfiduciate, rischiano di implodere.Ha appena pubblicato il libro “Fra cielo e terra” ed è in tour nei teatri italiani con lo spettacolo ” la mia vita: una storia da cantare”: alla soglia dei 70 anni Albano Carrisi è ancora sulla cresta dellonda. Con Fabio Fazio Al Bano ripercorre le tappe della sua carriera. Il 4 maggio del 1961, esattamente 52 anni fa, parte in treno per Milano, per inseguire il suo sogno, certo di farcela. A Milano fa il muratore, il cameriere, loperaio, sempre cercando loccasione giusta. E loccasione arriva col Clan di Celentano che lo mette sotto contratto. La fusione tra bel canto allitaliana e il pop moderno funziona, e da lì la carriera di Al Bano decolla. Ma la terra pugliese Al Bano non lha mai dimenticata, e ora che viaggia in giro per il mondo quando può torna in campagna, dove si rigenera e si ispira per nuove canzoni. Al termine dellintervista Al Bano canta “Amanda è libera”, la storia vera di una ragazza dellest emigrata in Italia, giunta terza al Festival di Sanremo del 2011.
A conclusione di puntata arriva il vicedirettore della Stampa Massimo Gramellini, col suo pot-pourri di notizie della settimana. Il giornalista ricorda la pubblicità svedese ironica sulle vacanze da passare in Italia; la nascita del nuovo partito di Ingroia e le infinite scissioni dei partiti comunisti; la notizia, clamorosa ma già dimenticata dei due papi insieme al Vaticano; Michaela Biancofiore e le sue dichiarazioni razziste che le sono costate la delega alle pari opportunità; la lettera di un carabiniere a Maurizio Gasparri che, col suo dito alzato, è la vera istigazione alla violenza; un inedito Matteo Salvini della Lega che, tornato dall’India, ha parole di pietà per chi sta peggio di noi. Fra tutte spicca la notizia delle parole di Martina, la figlia del carabiniere ferito davanti a palazzo Chigi. Parole di ottimismo, nonostante tutto, da una ragazza che deve ricominciare tutto, dopo la perdita della mamma, per la seconda volta.