Se lestate è sinonimo di vacanze, sole e relax, non cè nulla di meglio che rivedere Primi amori, primi vizi, primi baci, film francese che propone emozioni delicate, miscelando il brivido fresco della giovinezza. Vincent, trentenne di belle speranze, diventa direttore di una colonia di bambini; per un tratto di estate accompagnerà il gruppo alla scoperta della propria personalità, lo sbocciare di quel sé che vuole agguantare un posto nel mondo.
Chi rincorre un bacio, chi la scoperta della musica, chi labbraccio di una comunità, linizio del percorso non è facile: il cataclisma di incomprensioni si affievolisce quando poco a poco animatori e bambini abbandoneranno lindividualismo, trasformando una sgangherata convivenza, in un incontro genuino con laltro. Non più estraneo, ma amico.
Vincent sarà aiutato da una eterogena ciurma di animatori: secondo la sensibilità del momento, ognuno riuscirà a instaurare un rapporto magico con i compagni. Quella fase strana della vita, dove un tiro di sigaretta è il brivido segreto, prendersi una cotta è il dramma inconsolabile, le affermazione di trasgressione cedono il passo alla poesia di bambini che in unestate diventano più adulti.
Attraverso il confronto, la colonia si arricchisce di nuove sfide. Gli animatori cresceranno in maturità sentimentale, nella ricerca del bene dellaltro, prima che di loro stessi. I bambini, così diversi, per religione, razza, estrazione sociale, accetteranno di considerarsi una famiglia, non privilegiando più laspetto utilitaristico della vacanza. Quindi, una rappresentazione rose e fiori?
I registi Eric Toledano e Olivier Nakache, allinterno di una storia gioiosa hanno inserito elementi importanti, che dovrebbero far riflettere: ad esempio, linsana abitudine a trattare liperattivismo a suon di farmaci, trasformando lenergia in malattia. Oppure la facilità nellintronizzare da parte dei giovani i discorsi dei genitori, che se costruiti sullintolleranza presto allevano sentimenti razzisti.
Bisogna citare la presa di posizione di un piccolo ospite, il quale ripetendo a pappagallo le deliranti idee del padre, suggeriva di schedare tutti gli arabi, i neri, gli stranieri di Francia. Vincent lo redarguisce spiegandogli che non tutti gli adulti, solo perché adulti, hanno ragione. E con simili opinioni, è meglio ragionare con la propria testa, non abbracciando idee insensate.
Primi vizi, primi amori, primi baci è il film della meglio gioventù francese. Questa gauche, di cui l’Europa ha disperato bisogno, dentro una storia targata anno 2006, fa venire nostalgia. Una metafora che è ancora ossigeno per un Paese, la Francia, che sta smarrendo il concetto di “Fraternité”.
Nel disegno che un animatore propone ai bambini, per spiegare chi sono i rappresentanti del Parlamento, il Front National è relegato a un misero spicchio della torta. Oggi tutto è cambiato: la Le Pen ha raccolto le paure dell’uomo comune, ottenendo un risultato preoccupante. Tornare a vedere gli incontri e i baci della colonia di Nos jours heureux ci ricorda che la paura dell’altro è immotivata, perché siamo tutti parte della stessa felicità. I bambini sono lì a dimostrarlo.