Farà particolarmente piacere ai cultori della poesia la partecipazione alla puntata odierna di Che tempo che fa di Valerio Magrelli, uno dei più importanti poeti italiani viventi. Nato a Roma nel gennaio del 1957, Valerio Magrelli si è laureato in Filosofia alla Sapienza, per poi iniziare la carriera accademica presso gli atenei di Cassino e Pisa, diventando ordinario di Letteratura francese. Il suo esordio letterario è avvenuto nel 1980, quando ha pubblicato per Feltrinelli la raccolta di poesie Ora serrata retinae, cui hanno fatto seguito altre sette opere, l’ultima delle quali è Addio al calcio, uscita nel 2010. Nel 1993 ha anche partecipato a Caro diario, il film di Nanni Moretti nel corso del quale si è divertito a interpretare il ruolo del primo dermatologo cui si rivolge il protagonista (Nanni Moretti).
All’attività di poeta ha affiancato nel corso degli anni uninstancabile opera di promozione letteraria, con la cura di volumi di poesia contemporanea, presentazione di opere del passato, collaborazioni a giornali e periodici, lavori legati alla critica e molto altro, che ne hanno fatto un personaggio estremamente in vista della scena culturale tricolore. Molto interesse ha suscitato nel 2011 una sua audace rivisitazione degli ultimi decenni della storia del nostro Paese, Il Sessantotto realizzato da Mediaset. In questopera sottoforma di dialogo, uscita per Einaudi, Magrelli ha espresso la tesi secondo la quale gli ideali che hanno permeato il Sessantotto, si sarebbero realizzati nella Seconda Repubblica grazie a Silvio Berlusconi e alla sua discesa in politica. Una tesi che implica naturalmente un giudizio assolutamente negativo del Sessantotto, visto da Magrelli come una sorta di divertimento per i figli annoiati della borghesia. Una tesi molto sorprendente, ma che non è nuova per un poeta da sempre molto attento a quello che avviene sulla scena politica del nostro paese.
Vicino al centrosinistra e al Partito Democratico, nel 2009 ha deciso di abbandonare il partito dopo la decisione di scegliere Dorina Bianchi in qualità di capogruppo della Commissione Sanità del Senato. Ultimo atto di un malessere a lungo coltivato e che lo ha spinto a denunciare il clericalismo ormai pronunciato di un partito che invece avrebbe dovuto essere un punto di incontro tra laici e cattolici, mediando tra le ragioni degli uni e degli altri. Un malessere che era del resto già stato esplicitato con particolare forza sul caso Englaro e su una serie di scelte che avevano portato il maggiore raggruppamento del centrosinistra a trasformarsi in una sorta di partito confessionale, una nuova Democrazia Cristiana nella quale il laicismo di Magrelli non era più riuscito a riconoscersi. Da ricordare inoltre la sua forte polemica contro un altro poeta di grande rilievo come Franco Fortini, uno dei maggiori poeti del nostro Novecento, dovuta non tanto a scelte stilistiche, quanto a quelle realizzate andando ad insegnare nel Sudafrica dove ancora vigeva il regime di Apartheid o decidendo di scrivere su un quotidiano come Il Sole 24 ore, di proprietà confindustriale.
Tra i tanti riconoscimenti accumulati durante gli anni, grazie alla sua intensa attività letteraria, vanno ricordati in particolare il Premio Viareggio per la sezione poetica, il Premio Antonio Feltrinelli conferitogli nel 2003 dall’Accademia dei Lincei e il Super Mondello del 2013, per il libro Geologia di un padre. Siamo quindi in presenza di una figura di grande rilievo della scena culturale italiana, il cui intervento a Che tempo che fa promette di essere estremamente interessante, non solo per i cultori della poesia.