Domenica 12 gennaio si è svolta la XIII Giornata mondiale senza pantaloni (No pants Subway Ride). Giornali e tv hanno mostrato persone in slip e boxer nelle metropolitane di circa sessanta metropoli mondiali, tra cui Parigi, Londra, Sydney, Hong Kong, Pechino e Nuova Delhi. Scopo delliniziativa? Portare un briciolo di follia nella vita quotidiana dei cittadini. Ununica condizione da rispettare: Essere pronti a prendere la metro senza pantaloni, essendo però capaci di mantenere unaria seria. In contemporanea, ma solo in Italia, si è tenuta unaltra manifestazione no pants. Il titolo delliniziativa? Yes, I pay all, but its all, taxes (Sì, io pago tutte, ma proprio tutte, le tasse). Scopo delliniziativa? Portare alla ribalta la quintalata di follia fiscale che imperversa nella vita quotidiana dei nostri connazionali. Ununica condizione da rispettare: Essere costretti dallErario a prendere la metro senza pantaloni essendo nel contempo capaci di mantenere una certa calma.
A dar conto della manifestazione – accolta per ora da pochi intimi, ma destinata a raccogliere una marea di adesioni – è stato solo un piccolo house organ (no, niente doppi sensi, non è quello a cui state pensando, anche se qui ci occupiamo di mutande). Parliamo infatti di P&T Peri-zona & Tanga-nica, un mensile di moda intima, che di solito propone le ultime novità del settore. Tipo: Indossa una Giosemurìgno, la mutanda di chi non è mica un pirla!; Il sellino ti fa un baffo se hai il Mutandem, il doppio slip dei ciclisti su pista; Ascolta come schiocca (sembra quasi che canti!) lelastico delle tue Eres, le mutande di Eres Ramazzotti; No Sleep, il boxer del pensionato che non sta mai fermo ai box!. Ebbene, in un articolo dal titolo Dimmi quale boxer indossi e ti dirò chi sei, osservando le varie tipologie di biancheria intima maschile e femminile dei manifestanti, gli inviati di P&T hanno raccontato come gli italiani, esposti forse più alle tasse che non alle radiazioni ionizzanti delle varie tecniche diagnostiche, si siano trasformati, novelli X-Men, in esseri mutandi. Di diverse specie.
Le Intrattabili. Sono una sorta di Femen dedite alla rivolta fiscale. Vengono da Roma e appena odono la parola tasse rispondono con linvettiva LIMUrtacci tua!. Sono riconoscibili perché ostentano orgogliose le loro Antiflirt Lingerie, le stesse mutande color fucsia metallizzato (per forza, sono di metallo!) indossate da Angela Merkel. Sono culotte piuttosto alte che aderiscono perfettamente alla natica e a una cospicua parte delle cosce, svolgendo una blanda funzione contenitiva, ma dando quella sensazione di donna forte che si appalesa a prima vista. Le Antiflirt Lingerie MM (Modello Merkel) pesano come il motore di una Mercedes Classe C, realizzate come sono in microfibra dacciaio Krupp, assemblata con uno speciale gomitolo brevettato di cavi elettrici Siemens, chiuse a doppia mandata con un chiavistello in ferro battuto realizzato da unazienda top secret situata nel cuore della Ruhr. Secondo il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, le Antiflirt Lingerie MM sono il posto più sicuro dove nascondere le riserve auree della Germania: un caveau impenetrabile e inaccessibile. In pratica, sono la biancheria intima della Cancelliera. Il marito, però, preferisce chiamarla la sua leziosa biancheria intimidatoria.
I Pelati. Sono quelli che il Fisco ha ripulito per bene. Amano scendere in piazza (nel senso di calotta cranica glabra) e sono facilmente riconoscibili dal classico modello di mutanda firmato Calvin Klein Underwear.
I Casinisti. Hanno fondato un club a Chiasso, il loro slogan è già un urlo di battaglia: “Se l’esattore delle tasse suonerà alla nostra porta, noi lo suoneremo con le nostre campane!”. Non possono essere confusi con altre tribù anti-fisco perché sono gli unici a indossare con nonchalance e con orgoglio le mutande con il batacchio, le famosissime Dim Dom Dam.
I Benestanti. Ricchi sono ricchi, anzi, più che ricchi sono ricchissimi, e il Fisco ha solo limato le unghie ai loro patrimoni; tuttavia, essendo snob, chic e un po’ di sinistra (non tanto, appena appena) amano partecipare alle manifestazioni a la pàge, dove possono essere notati dalla gente che conta. Sopra indossano l’eskimo e se ne vanno un giro a torso nudo, solo con degli elegantissimi mutandoni lana-cotone griffati Emporio Armani (come direbbe Fabio Caressa, trattandosi di un emporio: tanta roba!) o Christies Lingerie (altra robetta esclusiva, 40 carati a slip!).
I Protettivi. Sono abituati a muoversi guardinghi, con il loro acutissimo olfatto percepiscono un esattore a 170 metri di distanza, aborrono i quadri (quelli del modello Unico, non certamente i dipinti), mentre davanti a una dichiarazione (non d’amore, ma del Fisco) si chiudono a riccio per tutelare tutti i loro beni, a cui vogliono… molto bene. Non a caso indossano intimo La Perla, la mutanda avvolgente che protegge (loro stessi e il patrimonio) come un’inviolabile conchiglia.
I Muli. In fila per pagare l’Imu o la Tares, quando è il loro turno si irrigidiscono e non si spostano più, talvolta scalciano all’indirizzo dei dipendenti dell’agenzia delle Entrate che li invitano ad assolvere ai loro doveri di contribuenti. La biancheria intima che li caratterizza è Jenniepie (in italiano, Genepì), la mutanda dell’alpino, al profumo di genziana per lei, di rododendro per lui (e dendro, rode moldo).
I Combattivi. Non si arrendono all’idea che l’aliquota indebolisca il proprio capitale. E appena possono reagiscono, anche con veemenza: se costretti – cartella esattoriale alla mano e armati solo di kimono e Kenzo Underwear, le mutande del karateka – lanciano l’urlo di battaglia del gruppo, saettando braccia e gambe: “Kenzo-uh! Kenzo-oh! Trema esattore, il Fisco è ko!”. Poi fanno l’inchino, salutando gli astanti con il loro motto: “Sayonara, e buona mutanda san a tutti”.