Mala tempora currunt (Cicerone). Ci sono più cose in cielo, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia (Shakespeare). La gioia nellosservare e nel comprendere è il dono più bello della natura (Einstein). Ebbene sì, sono il primo che ha scritto più libri di quanti ne abbia letti (Antonio Cassano). Una serata insieme al nostro amico Zingarelli, quello che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là, in giro per il mondo, ha sempre qualcosa di speciale. Come speciale è stato lavvenimento che ci ha riuniti: il suo fidanzamento ufficiale con una delle sorelle Garzantine (non le conoscete? Erudite, di bellaspetto, rappresentano per la cultura ciò che le sorelle Carlucci sono per la Tv). Nel bel mezzo del piacevole convivio, buttiamo lì: Zingaro (noi lo si chiama amichevolmente in codesta maniera), dacci uno spunto per il prossimo pezzo, che siamo a corto di idee. Sai comè Il caldo, le ferie imminenti dai, stupiscici!. A cagione della bella serata sin qui trascorsa, mi sovveniva testé unidea (la Garza parla un po aulico, ma è una gran simpaticona): un tema attuale, ma a guisa di leon quando si posa (è il suo modo, citando il Sommo Poeta, per dire rilassante. Se no, che Garzantina sarebbe?). Perché non favellar dei droni?. La serata è poi continuata fino allammazzacaffè, ma di spunti sullargomento, i due ce ne hanno dati a bizzeffe.
Se parliamo di Mr Hyde e Dr Jekyll del ventunesimo secolo, forse non rendiamo immediatamente lidea, ma ci avviciniamo molto alla realtà dei fatti. Come una forchetta può servire tanto per portare il cibo alla bocca quanto per infilzare un ipotetico scocciatore, anche i droni presentano una duplice natura: micidiale, quando utilizzata in ambito militare, poiché li trasforma in armi silenziose, devastanti, infallibili. Utile, invece, quando impiegata in ambito di molte applicazioni civili: ad esempio, la catena di fast food Domino Pizza li ha testati per recapitare le pizze a domicilio (sembra una battuta, ma è la verità); le ferrovie tedesche li useranno per scovare i writer che imbrattano le carrozze dei treni (idem come sopra); gli indiani Navajo ne hanno già acquistati due modelli per monitorare i loro canyon e per visionare, tra i visi pallidi che passano da quelle parti, gli scalpi più belli, qualora decidessero di tornare sul sentiero di guerra (sembra vera, ma è una battuta).
I droni, cioè i velivoli senza pilota, hanno davvero un radioso futuro. Del resto, un drone teleguidato con un iPad costa in media poco più di 300 euro, spese postali incluse, perché lazienda costruttrice li invia direttamente a casa dal cielo, così che non si deve neppure scartarli da involucri ingombranti, né perdere tempo a montarli. I comandi sono semplicissimi, anche una nonnina 2.0, di quelle in grado di usare, almeno un poco, uno smartphone, è in grado di guidarli.
Tra le tante novità, una delle più interessanti viene dalla Cina, dove un’azienda di velivoli senza pilota, la Ha Qi Lhon, ha creato un prototipo più pesante dell’aria, vincolato a terra da un lungo, sottilissimo e resistentissimo cavo, che può volare sfruttando la forza di portanza generata dal vento. In completa assenza di vento, è possibile ricorrere a quella che tecnicamente viene definita “folata o raffica virtuale”, una spinta al livello del suolo che il pilota a terra può imprimere, mettendosi a correre per far alzare il velivolo.
Il drone sta diventando un business internazionale e anche l’Italia sta recitando la sua parte. In prima fila c’è AerAzione, società costituitasi dalla riconversione di una ex fabbrica di ventilatori, che si è specializzata nella produzione di droni attraverso uno spin-off, denominato AnDrone, situato in un ambiente di passaggio che collega il portone d’ingresso della fabbrica alle scale e al cortile interno. Alessandro Magno, amministratore delegato di AnDrone, chiamato AlessanDrone, non tanto per le sue caratteristiche fisiche (è un omino smilzo e ingobbito dagli studi), quanto per la sua passione per i velivoli senza pilota, ha recentemente dichiarato: “La strada è ancora lunga, ma AnDrone è stato collocato al posto giusto. Stiamo lavorando anche per garantire adeguata sicurezza e comfort per coloro che lo stanno costruendo. Perciò, anche se la nostra azienda non potrà permettersi di chiudere in agosto, vista la mole di lavoro che il progetto prevede, possiamo assicurare che le nostre maestranze lavoreranno in un clima sereno e, soprattutto, fresco!”.
Un fitto e intricato mistero aleggia sulla paternità del drone. Chi l’ha inventato? La longa manus dei servizi segreti internazionali rende la vicenda un ginepraio inestricabile, come nelle migliori spy story. La prima idea di drone nasce nella mente di uno scienziato senza scrupoli, un mercenario prezzolato al soldo del migliore offerente, conosciuto con lo pseudonimo di Dottor One, o Dr One, come lui ha sempre preferito farsi chiamare. “Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità”, diceva il premio Nobel per la medicina Alexis Carrel. Ebbene, osservando il comportamento al volante della propria moglie in fase di parcheggio, Dr One, ebbe a pensare: “Se una donna può guidare con tutti i guai che combina, di certo un velivolo senza pilota non potrà arrivare a tali disastri, alla sola condizione che a controllarlo a distanza non sia mia moglie”.
Il primo drone è stato battezzato con la sigla APR, che molti traducono con Aeromobile a Pilotaggio Remoto. In realtà il nome deriva dal fatto che il prototipo iniziale è stato messo a punto nel mese di aprile. Fosse stato completato solamente quattro mesi dopo, si sarebbe chiamato AGO, che non è l’acronimo di Aereo a Guidatore Obliterato, ma semplicemente l’abbreviazione di agosto.
Ma quali saranno, a breve, le applicazioni civili e domestiche del drone made in Italy? Lo abbiamo chiesto allo stesso Alessandrone. “Stiamo lavorando su più linee – ci ha confermato – e tra le più interessanti, e di sicuro successo, scommetterei su Buon laDrone, un antifurto mobile, un semplice elicottero senza pilota dotato di telecamera, facilmente collegabile col televisore o il pc di casa nostra, per sorvegliare le nostre abitazioni.
In fase di ultimazione è Drin Dron Dran, che vorremmo proporre alla Santa Sede, così che possa essere utilizzato dai sacerdoti in tutte le chiese del mondo per monitorare la situazione di campanili e campane. In campo medico, segnalo il Peridron, un drone miniaturizzato, grande come una normale pastiglia, da ingerire per alleviare il paziente da sintomi quali nausea, vomito, senso di gonfiore epigastrico, dolori addominali e rigurgito gastro-intestinale. La vera innovazione consiste nel fatto che una volta espulso dall’organismo, può essere recuperato e riutilizzato per altre “missioni”. Il progetto più affascinante, sul quale sto concentrando buona parte del mio lavoro in queste settimane, è il PaDrone: nelle mie intenzioni, dovrebbe essere il primo drone intelligente, non comandato a distanza, in grado di telecomandare con la voce l’uomo”.
Alessandrone ci ha parlato, a dire il vero, di altri progetti, ma non ci abbiamo capito molto… cose tipo il Dronedario, il Drondolo, il QuaDrone, il placido Dron, il MalanDrone… cose troppo difficili per noi, che sotto sotto, ma neanche tanto, siamo solo due gran pelanDroni!