Nella puntata di oggi di Che tempo che fa, tra gli ospiti che discuteranno con il conduttore Fabio Fazio, figurerà anche il giornalista Mario Calabresi, direttore de La Stampa, nato a Milano il 17 febbraio 1970, figlio di Gemma Capra e del commissario di polizia Luigi Calabresi, vigliaccamente ucciso (gli spararono alle spalle) il 17 maggio 1972 da due terroristi. Quattro persone vennero ritenute responsabili dellassassinio: Ovidio Bompressi e Leonardo Marino, esecutori dellattentato, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri, mandanti. Il commissario lasciò due figli, Mario e Paolo, e la consorte incinta, che pochi mesi dopo diede alla luce Luigi. Mario Calabresi ha anche un altro fratello, Uber, nato dal secondo matrimonio della madre con Tonino Milite. Le vicende relative alla morte del padre e alle conseguenze sulla sua famiglia, sono state descritte da Calabresi, che aveva allepoca solo due anni, nel libro Spingendo la notte più in là, la sua prima fatica letteraria, che, pubblicata da Mondadori nel 2007, è dedicata alle vittime del terrorismo.
Dopo essersi iscritto prima a Giurisprudenza e poi a Storia allUniversità Statale di Milano, entra allIstituto “Carlo de Martino” per la formazione al Giornalismo. Nel 1998 svolge il ruolo di cronista parlamentare per lAnsa e, nel 1999, entra a far parte del giornale la Repubblica, occupandosi prevalentemente di questioni politiche. Tra il 2000 e il 2002, lavora per La Stampa, quotidiano di Torino, come inviato speciale soprattutto dagli Stati Uniti, dove è presente durante i terribili attentati dell11 settembre 2001, raccontando agli italiani quellangoscioso e drammatico momento della storia americana. Nel 2002 ritorna nella redazione di Repubblica, coprendo il prestigioso ruolo di caporedattore. In quello stesso anno vince, insieme ad Andrea Galdi e Francesca Senette, il Premio Ischia per i giornalisti under 35. Per Repubblica, nel 2007, svolge il ruolo dinviato speciale da New York, seguendo e raccontando le dinamiche delle elezioni presidenziali statunitensi del 2008, che videro il primo trionfo del candidato democratico Barack Obama, rieletto poi nel 2012. Calabresi non ha mai nascosto le sue simpatie per il Partito Democratico statunitense e, in particolare, per le idee politiche ed economiche del presidente Obama.
Nel 2009, a soli trentanove anni, diventa direttore de La Stampa di Torino, sostituendo Giulio Anselmi. Sempre nel 2009 viene pubblicato da Mondadori il suo secondo libro, La fortuna non esiste. Storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi, incentrato sulla straordinaria capacità da parte del popolo statunitense di affrontare nuove sfide, ripartendo spesso da zero. Il suo terzo libro, Cosa tiene accese le stelle. Storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro, viene pubblicato, sempre da Mondadori, nel 2011. In quellanno riceve il prestigioso premio giornalismo. Tra il 2011 e il 2012, conduce in seconda serata su Rai Tre il programma Hotel Patria, in cui ha raccontato la storia e le vicende ditaliani che hanno mostrato passione e creatività nelle loro scelte.
Mario Calabresi è felicemente spostato con Caterina Ginzburg, anch’ella giornalista, che le ha dato due figlie gemelle. Il direttore de La Stampa ha una vera e propria passione per il vino Arneis bianco, che gli ricorda la sua amata nonna Maria Tessa, cui ha dedicato delle belle pagine nel libro “Spingendo la notte più in là”. Adora anche i formaggi e la bagna cauda. Il suo ultimo libro, “A occhi aperti” (2013), edito da Contrasto, raccoglie delle interviste fatte negli ultimi cinque anni ad alcuni dei più importanti fotografi del panorama internazionale, che hanno saputo immortalare e testimoniare con i loro scatti momenti significativi della storia recente, che hanno cambiato il volto del mondo. Come scrive lo stesso Calabresi nella sua ultima fatica letteraria: “Cosa potremmo sapere, cosa potremmo immaginare, cosa potremmo ricordare dell’invasione sovietica di Praga se non ci fossero, stampate nei nostri occhi, le immagini di un anonimo fotografo praghese, che si scoprì poi chiamarsi Josef Koudelka? Quanta giustizia hanno fatto quelle foto, capaci di raccontare al mondo la freschezza e l’idealismo di una primavera di libertà”. Il libro verrà presentato da Calabresi, nel corso del Bookcity Milano 2013, il 24 novembre 2013, all’indomani della sua presenza nel salotto di Fazio.