Cosa accadrebbe se un giorno vi arrivasse una raccomandata in cui si dichiara che il vostro esame di maturità è annullato e va effettuato di nuovo? Se lo è chiesto, dando forma a una paura collettiva, Paolo Genovese, regista che ha dato un dispiacere ad Aurelio De Laurentiis battendo il cine-panettone negli incassi natalizi con La banda dei babbi Natale: la risposta a questa domanda è Immaturi, commedia corale prodotta da Medusa.
Lo spunto, come detto, è quello dell’esame da rifare dopo 20 anni e il panico che ne consegue in un gruppo di amici del liceo, costretti a ritrovarsi: Francesca, chef che deve superare una dipendenza di tipo sessuale; Piero, che finge di avere una moglie per avere più libertà con le donne; Luisa, madre single alle presa con una figlia fin troppo acuta; Giorgio, che sta aspettando un figlio che forse non vuole; Lorenzo, che vive con mamma e papà per scelta, senza alcun tipo di remora; e Virgilio, che in adolescenza ha rubato a Giorgio la ragazza che amava, Eleonora.
I sette si rivedranno, proveranno a studiare, ma soprattutto dovranno fare i conti con la loro presunta maturità che rivelerà ben più di una falla, specialmente in campo sentimentale. Una commedia corale – che dopo gli exploit di Brizzi (Ex, Maschi contro femmine) è sempre più di moda -, scritta dal regista e prodotta da Marco Berardi con un occhio ai risvolti romantici e l’altro a quelli generazionali.
Giocando sul confine tra l’età adulta e quella adolescente, ma anche tra l’età anagrafica e quella caratteriale, il film pone lo sguardo su alcuni rappresentanti dei nuovi quarantenni, sulla loro nostalgia, sulla loro inadeguatezza a una società che cambia loro malgrado e che non sanno gestire – come dimostra il fallimentare confronto coi più giovani -, ma della quale possono provare a godersi i singoli attimi o gli amori che l’attraversano.
Forse c’è qualche moralismo di troppo, ma Paolo Genovese è ormai un esperto mestierante e sa gestire i toni della commedia e un cast molto ricco che, a partire dai protagonisti Raoul Bova e Ambra Angiolini fino a Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu (passando per un bravissimo Ricky Memphis in versione bamboccione), rendono bene l’idea di un gruppi di ragazzi in cerca di un’età adulta che forse, come suggerisce la canzone inedita di Alex Britti in colonna sonora, non raggiungeranno mai.