Legittimo impedimento, ridimensionato dalla Corte Costituzionale, e referendum alla Fiat vengono mescolati insieme nella trasmissione, confusa e tumultuosa, di “Annozero” sotto la consueta regia di Michele Santoro. Sembrano, ma in effetti lo sono, due fatti determinanti per l’agenda politica italiana, quasi epocali per il futuro del Paese.
Sul palco televisivo ci sono protagonisti della politica e dei media che battibeccano in politichese e sindacalese. Il protagonista della contestazione è il filosofo Gianni Vattimo, che parte con un secco “analfabeta” al vicedirettore de “Il Giornale” Nicola Porro.
Vattimo sventola un foglio dove c’è la proposta di accordo che prevederebbe, a suo parere, una grave lesione del diritto di sciopero. Persino il giusvalorista Ichino si era schierato con la tesi di Porro, ma subito il filosofo Vattimo, il teorico del “pensiero debole”, lo aveva interrotto dicendo: “Ma lei l’ha letto l’accordo?”. In collegamento da Torino, il segretario della Fiom, Landini, ovviamente fa un coro forte alle tesi di Vattimo.
Difficile stabilire un dialogo o solamente un dibattito pacato e comprensibile, partendo dalle condizioni di fatto del nuovo mercato globale dell’auto. L’obiettivo, nemmeno tanto celato di Santoro, è quello di mettere sullo stesse piano sia Marchionne, l’orco della Fiat, sia Berlusconi, l’orco per antonomasia della cosiddetta “transizione italiana” , cioè dei nemici da battere e da sconfiggere. Nella linea editoriale di “Annozero” non si risparmiano neppure i dissidenti del Partito democratico, come Fassino (“Voterei sì”) e come il sindaco di Torino, Chiamparino.
Al proposito diventa quasi edificante il consueto editoriale di Marco Travaglio. Il sedicente allievo di Indro Montanelli attacca quasi più Marchionne di Berlusconi, naturalmente mettendoli però sullo stesso piano e dalla stessa parte, due antidemocratici che sono “bravissimi a parlare d’altro”. Non c’è alcun dubbio che la redazione di “Annozero”, con le sua star in testa voterebbero volentieri per il “no”.
La trasmissione è quasi uno “spottone” per il “no” propagandato dalla Fiom.
L’inviato di "Annozero" a Torino mette in dubbio anche la validità del piano industriale della Fiat, mentre Travaglio, dallo studio romano, fa i conti in tasca a Marchione, i suoi guadagni e le sue stock-option azionarie.
L’inviato di "Annozero" si mette anche a contestare il rappresentante dei metalmeccanici della Cisl. In soccorso di "Annozero" e della Fiom arriva ovviamente il vicedirettore di "laRepubblica" Massimo Giannini, che attacca Berlusconi perché non si sarebbe mai occupato della Fiat, quindi di fatto proponendo un intervento statale o comunque governativo su un’azienda privata.
In realtà il segretario della Fiom, Landini, è più coerente e obiettivo invocando un intervento pubblico, smascherando di fatto i liberali di maniera e quindi di convenienza occasionale.
Gioco facile a questo punto per un rappresentante della maggioranza di governo come Gasparri, che spiega: "ma come ci siamo lamentati per anni che lo Stato dava soldi alla Fiat e adesso ci lamentiamo che non li dà?".
Ma non potevano mancare, dopo l’intervento di Gasparri, le testimonianze, scelte a caso, di due studenti de "La Sapienza", che hanno aderito, non si sa bene a quale titolo, all’iniziativa della Fiom e saranno presenti allo stabilimento Fiat di Cassino.
La coda della trasmissione è rappresentata da due altri interventi politici, un’intervista a Casini e una a Bersani sul futuro del governo. Scontate e noiose.