Un sabato allinsegna della politica, della tv e della musica quello di Che tempo che fa del 9 marzo. Il talk show di Rai Tre condotto da Fabio Fazio ha ospitato Matteo Renzi, Beppe Fiorello e Mario Biondi. Il primo a sedersi sulla poltrona di Fazio è però Flavio Caroli, il critico darte ospite fisso della trasmissione. Il tema trattato è quello di due misteri vissuti sullo sfondo della Cappella Sistina, che fra tre giorni sarà sotto gli occhi del mondo per il conclave in cui si eleggerà il nuovo Papa. I protagonisti sono Michelangelo e Raffaello, i due grandi pittori del Rinascimento, che lavorarono alla corte papale nello stesso periodo. Il primo mistero riguarda il rapporto fra i due pittori, oscillante tra rivalità e stima reciproca. Il secondo è quello attorno alla morte Raffaello: per eccessi amorosi, come sostiene il Vasari, o naturale?
Tocca ora a Mario Biondi, il cantante catanese amante della black music. Accompagnato dalla sua band, esegue dal vivo What have you done to me, brano tratto dal suo nuovo album Sun. Alla fine dellesibizione Biondi rivela a Fazio che lunica traccia in italiano del suo album, La voglia, la pazzia, lidea, era nata per la partecipazione al Festival di Sanremo (condotto dallo stesso Fazio) che però non si è concretizzata. Il 10 maggio il cantante si esibirà, insieme alla storica band inglese Incognito, alla Royal Albert Hall di Londra. Tra gli ospiti ci sarà James Taylor. In seguito partirà il tour europeo, che toccherà Milano e Roma.
Il secondo ospite è Beppe Fiorello, lattore siciliano ormai considerato il re delle fiction della Rai.
Fiorello è reduce dal successo di Volare, la miniserie dedicata alla vita di Domenico Modugno che con i suoi dieci milioni di spettatori è la fiction televisiva più vista dal 2006. La conversazione con Fazio è spensierata, ma con qualche tratto nostalgico. Fiorello nota come la sua vita è molto legata a Modugno: suo padre somigliava molto al grande Mimmo; e come lui, Fiorello ha dedicato la vita alla ricerca di unaffermazione artistica, che lo ha salvato dalle brutte esperienze in cui rischiava di finire. Dopo il filmato estratto della fiction si sorride sulla domanda di Fazio riguardo a un possibile seguito: Fiorello sembra ammettere qualcosa, ma poi precisa che lintenzione era di spiegare quanto gli manca interpretare Modugno: per dimostrarlo accenna La lontananza e poi Piove, insieme al pubblico. Limmedesimazione con Mimmo – riprende – è stata sofferta: parte da un intenso studio del personaggio e dalla conoscenza del periodo storico in cui si muove. Volare aveva sullo sfondo lItalia del dopoguerra, che viveva un momento difficile ma aveva grande dignità e speranza nel futuro. Il finale della chiacchierata è allegro, con linvito di Fazio di presentare Sanremo e laccenno della canzone dialettale di Modugno La cicoria.
Il dialogo è invece più serio con Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del Pd, battuto da Bersani (in ultima pagina il video dellintervista). La prima domanda naturalmente è se con lui le elezioni avrebbero avuto un esito diverso, ma Renzi si sottrae dicendo che non si può vivere di rimpianti. I se e i ma sono inutili. Cosa succede ora, quale governo è ipotizzabile? La vera questione è sui contenuti, sostiene Renzi. Il Movimento 5 Stelle non è un partito come gli altri, e parlare di scambi di poltrone non avrebbe senso. Sulla proposta di Bersani (governo con il M5S sulla base di otto punti condivisi e poi elezioni) Grillo ha già risposto negativamente. Il sindaco non crede nemmeno alla possibilità di un accordo tra il Centrosinistra e il Centrodestra per una grande coalizione. La sua speranza è che il tentativo di Bersani col movimento di Grillo vada avanti, nel caso contrario lauspicio è immediate elezioni. Chiede però a Bersani di aggiungere agli otto punti quello dellabolizione dei rimborsi elettorali, così odiati dagli italiani. Fazio insiste nel chiedere come si esce dallimpasse politico in cui è finita lItalia. Renzi ha però buon gioco nel sottrarsi alla domanda non essendo coinvolto in prima persona nel problema e sposta il discorso sulla questione occupazionale e sulle sue idee riguardo a un pacchetto lavoro che comprenda il turismo e la cultura, come lui stesso ha fatto a Firenze.
Ed ecco la bordata all’attuale dirigenza del Pd: “Io credo nei partiti”, afferma Renzi, “ma voglio un partito bello, non vecchio e polveroso. Sogno un partito che cambi e ascolti l’Italia vera. Dobbiamo cercare anche i delusi da Berlusconi, e questo non vuol dire essere di destra”.
Il finale è con Massimo Gramellini, vicedirettore della Stampa, e la sua ironica classifica della settimana: al quarto posto ci sono gli ormai famosi otto punti del Pd. Fantastici, è la chiosa di Gramellini, perché non presentarli prima? Terzo posto per il prossimo conclave, che come il nostro Parlamento pare già in preda a giochi di potere. Gramellini propone il nome di Berlusconi. Al secondo posto c’è il rapporto tra il Movimento 5 Stelle e i mass-media e la politica tradizionale. Rapporto difficile, visto che i grillini rifiutano i luoghi e le persone della politica. I difetti del giornalismo italiano sono tanti, ma la trasparenza e la possibilità di informazione sono essenziali per la democrazia. Così come è essenziale la democrazia rappresentativa, che il M5S rifiuta. La notizia al primo posto è invece molto triste: a Perugia un uomo, a cui era stato negato un finanziamento, è entrato nel palazzo della Regione e ha sparato contro due impiegate, uccidendole. Gramellini racconta la storia delle due donne, una vicina alla pensione, l’altra ancora a precaria a 46 anni. Agli occhi dell’uomo disperato le due impiegate erano lo Stato. La crisi economica sta facendo perdere le speranze. Ce ne vorrebbe – chiude Gramellini – almeno una: un nuovo governo.
La puntata si chiude con l’appuntamento a domenica, con nuovi ospiti e il consueto intervento di Luciana Littizzetto.