Riceviamo e pubblichiamo: In questi tempi di magra, avere un lavoro è tutto grasso che cola. Perciò, convinta comero che con una laurea in tasca avrei evitato di finire cornuta e pezzata, sono stata china per anni sulla poesia Tamo pio bove, ritrovandomi in una situazione dove non posso che constatare il poco fieno in cascina che è la mia esistenza quotidiana. Che soluzione mi resta, se non quella di piangere sul latte versato? Ho provato a tirarmi su il morale, vedendo non so quante volte il film Mucche alla riscossa, ma niente da fare. Anzi, ogni giorno di più, mi continua a ruminare dentro la stessa domanda: cosa posso inventarmi oggi, anno di grazia 2014, per trovare ancora qualcosa da mungere? Sapete, non voglio mica finire i miei giorni in un McDonalds! Vostra affezionata lettrice, Madame Bovary, cowgirl fiorentina.
Cara Bovary, innanzitutto grazie per averci scritto, visto che di solito siamo noi, ogni martedì, a scrivere per tutti voi affezionatissimi lettori de Il Sussidiario. Il quesito che ci poni, a prima vista sembrerebbe di difficile soluzione, ma, ci teniamo subito a tranquillizzarti, non è affatto così. Anzi, il giusto modo per far fronte al tuo problema è a portata di zoccolo, pardòn, di mano, e più di quanto non sembri. Appositamente per te, cara lettrice, ci siamo spinti fin sugli alpeggi più nascosti della valle del Corno, una poco conosciuta zona collinare in quel di Udine, per consultarci con il vecchio, caro e saggio amico Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo.
Deve fare come Marisa ha sentenziato, non senza stupore da parte nostra. E chi è, unenciclopedia, per caso?, abbiamo ribattuto. Ma no! IL Marisa era il soprannome di Giampiero Boniperti, grande ex calciatore, oltreche rimpianto (tranquilli, è ancora vivo!) presidente della Juventus di trapattoniana memoria. Cioè, facci capire, madame Bovary deve imparare a giocare a calcio?. E lui, lo Zinga: Non guasterebbe certo, visto che il pallone è ancora fonte di guadagni assai interessanti. Ma non mi sembra che madame abbia la taglia giusta per fare la diagonale, il pressing alto e le ripartenze. Vuoi svelarci larcano, allora? Semplice: deve fare come il Boniperti, che nel suo primo contratto da calciatore, pretese di essere pagato con una mucca per ogni gol segnato. Ah, ecco perché il Boniperti ha fatto un mucchio di reti Non avete capito niente come al solito. La Bovary deve intraprendere il mestiere più redditizio del 2014: il mandriano. Il mandriano? Ma davvero sarà il mestiere dellanno? Mi chiedete se sarà il mestiere dellanno? Vacca se lo sarà!. E allo Zingarelli, quando è sicuro di quel che dice, bisogna credergli sulla parola.
Dunque, studiate da mandriani. Già, ma come si fa? E poi che cosa fa un mandriano di preciso? Lo Zingarelli, che stava già iniziando a rubacchiare qualcosa qua e là in giro per il nostro modesto ufficetto, è tornato sui suoi passi e ci ha passato questa definizione stentorea: “Il mandriano è il mandriano, cioè è il proprietario di una mandria. Punto e basta. Solo per compiacervi, aggiungerò che, se il mandriano dorme con una mucca, si dice: vacca come dorme! Se dorme tra due mucche si dice che bivacca; se dorme invece con tante vacche si dice che è un bel porcellone!”. E non ha aggiunto altro. Dal che si evince che il compito precipuo di un mandriano è quello di contare le mucche ogni volta che escono o entrano nella stalla.
Meglio sarebbe per un mandriano saper fare i calcoli a mente. Laddove non fosse possibile, il mandriano può, anzi, deve arrangiarsi con le dita. Ma se una mandria supera le dieci unità, rende oggettivamente difficile, quando non impossibile, la conta al mandriano stesso, il quale, ricordiamo, se non è monco possiede dieci dita e perciò rischia di non sapere più che pesci, pardòn, che vacche pigliare. In questo caso, il mandriano è in un’assoluta posizione di stalla, pardòn, di stallo; alcuni mandriani evoluti hanno imparato a usare, per il processo della conta, il personal computer: l’operazione della conta informatizzata assume allora il termine di installazione.
Se il mandriano fa molto sesso, con la moglie (e il più delle volte, è risaputo, non solo…) prende il nome di mandrillo. Il mandriano che accudisce le sue vacche nella vicina Svizzera si chiama Mandrisio. Ci sono mandriani che sanno fare solo due cose: allevare e contare mucche. C’è però una categoria di mandriani molto più progredita, certamente in grado di accudire i bovini, ma contemporaneamente di giocare in Borsa senza perdere denaro (così prezioso in questi tempi dove non solo i mandriani sono trattati alla stregua di vacche da mungere), di suonare il violino come Uto Ughi, di chattare su internet usando Twitter, Facebook e Google, di comunicare in inglese con il telefonino e di guidare tranquillamente il proprio furgone sugli stretti tornanti del Passo del Gavia. Ebbene, questi inusitati cowboy moderni, che sembrano quasi dei maghi per l’eccezionale tempismo con cui assolvono a più mansioni contemporaneamente, prendono il nome di Mandrake. Allora, direte voi, dov’è possibile, ammesso che sia possibile, studiare da mandriani?
La miglior scuola professionale di settore è l’Istituto Tecnico Agrario “Giovanni Pascoli” di Vaccarizzo Albanese, provincia di Cosenza, siamo perciò in Calabria, i cui abitanti, lo diciamo per sfoggiare un po’ di cultura, sono detti vaccarizzioti. Per coloro i quali desiderano iscriversi a questa scuola, diciamo però che devono superare un test d’ingresso. Ma noi siamo in grado di svelarvi, qualora ne aveste bisogno (e ne avete assolutamente bisogno!), la domanda dell’esame orale su cui molti candidati cadono rovinosamente. Perciò, quando il docente, state sicuri che andrà così, con voce decisa si rivolgerà a voi, dicendo: “T’andrebbe?”, non rispondete “Cosa?”, come la maggior parte dei candidati, bensì: “M’andrebbe!”. E le porte dell’istituto “Giovanni Pascoli” vi verranno prontamente spalancate!