Intervista a Schettino Quinta Colonna, il video. Ieri sera a Quinta Colonna è andata in onda la tanto preannunciata intervista a Francesco Schettino, esclusiva per cui Mediaset pare (non ci sono conferme ufficiali) abbia pagato cinquantasettemila euro. L’intervista, che ha fatto indignare il popolo del web che su Facebook e Twitter hanno espresso parole di vergogna per la messa in onda di tale intervista, non ha però dato i risultati sperati. A fronte degli oltre 1.800.000 telespettatori della puntata d’esordio, Quinta Colonna ieri sera ha registrato una flessione: 1.770.000 telespettatori con 10,36 %. L’hashtag #iononguardoschettino che ieri era decisamente rimbalzato su Twitter, a detta dei detrattori del programma di Salvo Sottile ha funzionato. L’intervista a Francesco Schettino, intervallata dai commenti di Paolo Del Debbio, delle giornaliste Ilaria Cavo (che ha realizzato l’intervista) e Marianna Aprile e di Paolo Rona, sopravvussuto al naufragio, ha occupato gran parte della puntata. Le prime parole di Schettino: “Io non voglio far cambiare idea ha nessuno, non è questa la mia intenzione. Sono qui per mettere la faccia e voglio chiedere scusa per quello che è successo. Con Ilaria Cavo si ripercorre quelli che sono stati gli ultimi momenti prima del famoso inchino della Costa Concordia. Perché la moldava Domnika Cermontan era in plancia, chiede la giornalista? Era lì in quanto mia amica. Voleva fare una crociera e noi labbiamo aiutata a trovare un biglietto per il viaggio. Il resto è solo gossip tra noi non cè stato nulla anche se quella sera era a cena con me. Non era di certo sola con me. In questo caso posso dire solo una cosa: la gente parla e io mi faccio una risata. E impensabile che io abbia deciso di fare linchino solo per farmi bello ai suoi occhi. Io non volevo sfidare nessuno, ho solo fatto quello che facciamo sempre. Nel caso della Concordia non si trattava di un inchino ma semplicemente di un avvicinamento alla costa. Linchino non è stato programmato e non è quello che volevo fare io. Chiedere scusa? Certo io le mie scuse le faccio, in particolare a chi non cè più. Il danno economico poi cè anche ma quello che a me sta più a cuore è la morte delle persone innocenti. Io però non posso essere lunico responsabile, per un comandate la perdita della nave è la cosa peggiore. Non avrei mai pensato che potesse succedere una cosa di questo genere. La parola passa a Ilaria Cavo che racconta come è nata questa intervista. La fiducia della famiglia di Schettino è stata tanta e alla fine il comandante ha deciso di parlare con lei: un fiume in piena, ho finito anche i nastri per registrare tutto quello che aveva da dire. Solo in un caso non aveva parole: alla domanda sulla piccola Dayana, fatta da me più volte, ha sempre avuto gli occhi lucidi e non ha voluto rispondere. In studio gli ospiti si dividono con Paolo Del Debbio che non intende giustificare il comandante: ” Nel 2012 non si può non sapere dove si trova uno scoglio, non si può parlare di distrazione. Quello che è successo non è accettabile, è inutile cercare delle scuse”. Ilaria Cavo spiega quello che secondo il capitano è successo: “E’ stato, in base a quello che dice lui, un equivoco di fondo, lui credeva che il comando fosse affidato al comandate in seconda mentre gli altri pensavano fosse lui ad avere il comando. Nella seconda parte dell’intervista si parla di quelle che sono state le conseguenze dello scontro con lo scoglio. Si parla dei problemi tecnici con i danni al motore e l’acqua che ha riempito in pochissimi minuti la nave. “Non ho capito subito che la nave stava imbarcando così tanta acqua, non avrei mai pensato che una nave simile potesse avere di questi problemi. “Mi cono cambiato per gestire l’emergenza, non perchè come dicono tutti volevo scappare. Volevo uscire sul ponte e per questo ho scelto degli abiti più pesanti, per vincere il freddo” queste le parole di Schettino per fugare ogni dubbio.
Dallo studio di Canale 5 all’Isola del Giglio dove in diretta c’è l’iniviata Monica Giandotti che intervista alcuni abitanti del luogo che parlano di quello che è successo. “Questo signore non si rende conto che avrebbe dovuto chiedere scusa anche alla comunità del Giglio, noi siamo colpiti moralmente ma nessuno ne parla. Ogni giorno riviviamo quello che è successo ma nessuno si ricorda di noi”. Queste le parole di una signora del Giglio, che ha apprezzato il fatto che Quinta Colonna abbia dato la possibilità di esprimersi in merito al naufragio agli abitanti dell’Isola, testimoni oculari di quel drammatico fatto. Ma l’intervista non è ancora finita: non si poteva fare a meno di parlare della telefonata fatta tra De Falco, il comandante della Capitaneria di Porto, e Francesco Schettino. Continua alla pagina seguente.
“Non avrei mai pensato che la chiamata sarebbe stata resa pubblica altrimenti mi sarei comportato in modo diverso” questo il commento del capitano sulla famosa chiamata passata alla storia per il “vada a a bordo ca..o” che tutti ricordano. Schettino parla inoltre di come ha vissuto il periodo post-naufragio: non riesce a capacitarsi e non vuole parlare della morte della piccola Dayana, di soli cinque anni, e di tutte le cattiverie che secondo lui la gente avrebbe detto. Ilaria Cavo sottolinea una frase “se io avessi potuto dare la mia vita per una o per trenta persone lo avrei fatto” .
In coda a Quinta Colonna si ripercorre la retata della Polizia alla scuola Diaz, in occasione del G8 a Genova del 2001. Una triste pagina della cronaca italiana. In settimana tanto si è parlato delle scuse che la polizia avrebbe dovuto fare a chi negli scontri del G8 ha avuto perso qualcuno di caro. E le scuse sono arrivate: 11 anni dopo. In trasmissione vengono mostrati i video di quello che è successo nella notte del blitz, la notte in cui la polizia e i carabinieri hanno fatto il loro ingresso nella scuola senza un evidente motivo. Il bilancio è di un centinaio di feriti e di ragazzi portati in un carcere allestito per l’occasione. In studio due ragazze raccontano quello che è successo la sera degli scontri. “Io ero entrata nella scuola solo per prendere lo zaino e mi stavo lavando i denti prima di partire, ho sentito grande confusione e mi sono chiusa in bagno ma non è bastato, sono stata presa e portata fuori, ho assistito a cose che mai avrei potuto pensare di vedere” queste le sue parole. Anche l’altra ragazza racconta della rabbia della polizia, delle manganellate, delle botte ricevute e delle scuse che servono davvero a poco dopo 11 anni di sofferenza.
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