Si alza il sipario per far divertire il pubblico, si fa una battuta per strappargli una risata e, magari, anche una riflessione. È il mestiere del comico, del comico vero. Ed è il mestiere di Max Giusti. Infatti, il suo ultimo spettacolo, portato in tournée in tutta Italia, si chiama proprio “100% comico”. Per chi si trovasse a Roma, l’ultimo appuntamento per due ore di comicità esilarante in cui si alternano i cavalli di battaglia dell’artista, canzoni d’autore e sagaci riferimenti all’attualità, è oggi, venerdì 20 luglio, alle 22 a Villa Guglielmi. Per chi non potesse esserci, l’appuntamento è posticipato a lunedì 23 luglio, alle 21 su Rai2 dove, per il ciclo “One man show”, verrà trasmessa un’ampia selezione dello spettacolo. Conosciuto al grande pubblico come conduttore televisivo di “Affari tuoi” e radiofonico con “Supermax”, e quale attore nella serie televisiva “Distretto di polizia”, Max Giusti è tornato alla sua origine di attore comico. IlSussidiario.net ha tracciato con lui un bilancio di questa nuova performance artistica.
“100% comico” che tipo di spettacolo è?
È uno spettacolo di due ore che ho portato in giro per l’Italia. Una tournée molto faticosa, che mi ha impegnato molto, ma che nello stesso tempo è stata molto gratificante. Volevo dimostrare, dopo l’esperienza ad “Affari tuoi”, di non aver perso la mia carica di comico, di saper fare ancora questo mestiere. E ci sono riuscito. “100% comico” è uno spettacolo in continuo divenire: c’è un nucleo centrale di consolidati cavalli di battaglia, attorno al quale si costruiscono parodie, monologhi, battute sull’attualità, sulla situazione che sta vivendo il nostro Paese. E nell’ultimo spettacolo farò anche accenno al ritorno in campo politico di Silvio Berlusconi, perché sono molto curioso di vedere la reazione degli italiani nei confronti di questa sua decisione.
Non solo parole, però, in questo spettacolo, ma anche grandi temi musicali ai quali gli italiani sono legati
Ognuno di noi ha una canzone, un cantante del cuore. Per il mio spettacolo ho scelto alcuni brani che più di altri, almeno per me, hanno segnato la vita degli italiani. In primis, alcuni brani di Lucio Battisti come “Un grande magazzino”, quasi un riferimento ai grandi centri commerciali che fanno così parte dei nostri giorni, e “Il monolocale”, una canzone legata al problema della casa. Poi ho inserito canzoni come “Roma capoccia” di Antonello Venditti, o “La canzone della Balilla”. Insomma, tutti brani che fanno parte della nostra storia.
Il suo spettacolo sarà trasmesso anche in televisione: pensa che abbia il giusto format anche per questo media? I comici in televisione ora hanno grande successo…
“100% comico” è nato per il teatro, e devo dire che in televisione verrà trasmessa solo una sintesi di un’ora. Per quanto riguarda il fatto che i comici in tv abbiano grande successo, è vero: questi anni hanno avuto notevole consenso dal pubblico. Credo però che programmi come “Zelig”, che ha avuto il pregio di far conoscere numerosi comici di discreta importanza, dovrebbero lasciare crescere i vari artisti, permettendogli di potersi esprimere poco a poco. È importante il successo del momento, ma è altrettanto basilare la possibilità di una crescita artistica del comico.
Satira e comicità: a volte il confine è sottilissimo e in televisione ha effetti dirompenti…
Se nei miei spettacoli comici rinunciassi alla satira, perderei tantissimo. È una cosa essenziale, fondamentale in questo mestiere. Ed è un elemento che è stato trattato molto bene da grandi attori che hanno fatto la storia della comicità italiana. Penso agli artisti del Bagaglino, Oreste Lionello e Pippo Franco, ad esempio, e a Corrado Guzzanti, che secondo me rappresenta il migliore nel campo. In passato c’è stata l’esperienza recitativa di Walter Chiari, che ha interpretato questo mestiere con tanta eleganza, e ci sono stati altri grandi attori della nostra storia come Aldo Fabrizi.
Chi è che va più a fondo dei grandi temi della vita, del cosiddetto “senso della vita”’attore drammatico o quello comico?
L’attore drammatico recita la sua parte fino in fondo, ma per l’appunto solo in modo drammatico. Il comico invece è capace di far ridere e anche di far piangere. Attraverso una battuta può far scaturire una riflessione, può far pensare… Questo perlomeno è il mio intento, sia nello spettacolo che ho portato in tournée, sia negli altri miei impegni d’attore. Voglio far pensare, così lo spettatore quando va a casa può farsi tante domande su tutto quello che si è detto.
Un po’ come Charlie Chaplin?
Lui è stato grandissimo in questo senso, un vero esempio.
Quanto è importante in questo lavoro il rapporto col pubblico?
Non è solo importante, è fondamentale. Perché senza il pubblico il lavoro dell’attore non avrebbe senso, non potrebbe svolgersi in nessun modo. Il pubblico è il fruitore di tutto il nostro lavoro, la conseguenza di tutto.
Come prepara, come pensa i suoi spettacoli? Si ispira a qualche cosa in particolare?
La preparazione è essenziale, è parte del lavoro teatrale. Senza di essa, non si potrebbe andare in scena. Per preparare “100% comico” ho impiegato quattro mesi, soffermandomi per il 40% sui miei cavalli di battaglia e per il tempo restante su tutto quello che riguarda l’attualità italiana. Da un anno con l’altro, la situazione del nostro Paese si è modificata di molto, e sono coinvolti tutti i settori della vita. In molti hanno approfittato della propria posizione, e ora tutti ne paghiamo le conseguenze. Non ci sono più soldi per la sanità, ma neanche per la cultura, che è anch’essa una cosa importante e a cui non si può certo rinunciare…
Quali saranno i prossimi suoi impegni di lavoro, tornerà a condurre “Affari tuoi”? Ha avuto grande successo…
Tornerò a condurre “Affari tuoi”, ma farò anche uno spettacolo, in quattro puntate, tutto mio, ancora “top secret”. Poi, dal 10 settembre, tornerà “Supermax”, dalle 11 alle 12.30, su Radio2. Tanti impegni e tanta voglia di fare questo mestiere di attore. Ma mi tengo dello spazio e del tempo da dare alla famiglia, che resta il mio grande amore. Ma di questo non parlo: è la mia vita privata, e la voglio tenere tutta per me.
Ha positivamente sorpreso i telespettatori per il suo ruolo nella serie “Distretto di Polizia”. Le piacerebbe diventare un attore “serio”?
Perché no? Sarebbe interessante. Non escludo di poterlo fare in futuro e di potermi esprimere a livello artistico in questo senso. D’altra parte ho già interpretato un ruolo nel film “La fiamma sul ghiaccio” di Umberto Marino, lavorando con attori “seri” quali Donatella Finocchiaro e Raoul Bova.
Sogna magari di recitare con qualche grande attore hollywoodiano?
No. Avrei voluto invece conoscere e lavorare con personaggi come Alberto Sordi e Marcello Mastroianni, personaggi che hanno fatto la storia del cinema.
(Franco Vittadini)